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Politica

Rapinese dà dei “conigli” ai partiti. Ira De Santis (FdI): “Chieda scusa e si dimetta”. Replica: “Mi quereli”

“Chieda scusa e si dimetta”. Secca la richiesta di un visibilmente contrariato Sergio De Santis (Fratelli d’Italia) nei confronti di Alessandro Rapinese. Motivo del contendere, un video (qui) nel quale Rapinese, dopo la penultima seduta di consiglio comunale, aveva attaccato definendoli ripetutamente “conigli” i partiti rappresentati il consiglio che avevano votato la sospensiva sulla mozione con oggetto la terza linea del  termovalorizzatore (qui l’antefatto). Una scelta maturata trasversalmente (FdI, Lega, Forza Italia, Pd, Svolta Civica) sulla base del fatto che, in quegli stessi giorni, era al lavoro la Commissione consiliare speciale votata dall’assemblea proprio per esprimere un parere sull’intervento e la mozione si sarebbe sovrapposta.

Duro De Santis: “Il consigliere Rapinese dopo questa decisione, presa democraticamente da 24 consiglieri, ha realizzato un video dove dava dei “conigli” a quanti avevano votato per il sì. Un insulto, perché tale sottolineatura, ovvero dare a qualcuno del coniglio, pronunciata 12 volte in 4 minuti non può essere considerato altrimenti. Un atteggiamento lesivo dell’onorabilità delle persone. Non siamo in un ambito di critica politica ma lesiva solo della dignità. Siamo all’uso dell’offesa personale come clava. Mi sono francamte stancato. Adesso è ora che faccia un passo indietro, rimuova il video, chieda pubblicamente scusa e si dimetta”.

Un invito dai toni duri ai quali ha prontamente risposto Alessandro Rapinese: “Se il consigliere De Santis, laureato in Giurisprudenza, ritiene di essere stato leso nella sua onorabilità può tranquillamente andare in Tribunale e eviti queste sceneggiate. Quante querele ho ricevuto, condanne: zero”.

Le faide suicide a sinistra, il nulla a destra: Alessandro Rapinese e l’irripetibile occasione di essere sindaco

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13 Commenti

  1. Fate tutti ridere…la gente ormai quando vi vede in giro vi compatisce

    FATE TUTTI RIDERE E SOPRATTUTTO SEMPRE E SOLO DANNI ALLA CITTÀ…fuori dai c**lioni tutti!

  2. Alessandro Rapinese è un fenomeno di marketing psicosociale bello e buono.
    Come già scritto più volte, è la ripresentificazione locale del format Cinque Stelle. Fa leva su quella che in psicologia si chiama “resistenza al cambiamento”. Non per niente fa del “no” la sua cifra politica.
    No al monumento in diga, no alla ztl, no al dormitorio.
    Quando diventa propositivo è solo per rilanciare un modello di città che (non a caso) è la negazione delle nuove conquiste in termini di urbanistica: il mito della città che vive solo se aggrappata al posteggio di fronte alla bottega, la Ticosa convertita a parcheggione.
    A corto di idee, ha provato a rilanciarsi azzannando al collo la questione della terza linea e provando a farsi paladino “della ggente”. Peccato che la politica avesse già istituzionalizzato l’argomento decidendo in maniera plebiscitaria di sottoporre la materia al giudizio di una commissione di valutazione espressione di tutto il Consiglio Comunale.
    La sua è una grammatica vile perché si basa sulla confusione dei piani: usa un linguaggio muscolare, da bullo della parola (quello che comunemente si chiama “linguaggio da sberle”) in un contesto che pretenderebbe rispetto e decoro come quello di un Consiglio Comunale. In sostanza, pesca nel torbido di quelli convinti che “fare” coincida con “urlare”.
    Alessandro Rapinese coccola il mito sempiterno della semplicità e del parlare diretti, senza riuscire mai a non scadere nel semplicismo. Ma in lui la semplicità non è mai una “complessità risolta”. E’ la vittoria della banalità, dei movimenti di pancia, dei rutti e delle scorregge elevati a soluzione politica del nostro quotidiano.

  3. Siamo una colonia del centro destra, tra sanità e porcate da smaltire che nessuno vuole, siamo una pattumiera di Fontana e Co.

  4. Risposta per Mr. Red Army, se vuoi un sindaco (in minuscolo) con 1.5 neuroni vedrai che sarà il peggiore di sempre “il Nulla”.

  5. L’ho scritto nei commenti qualche giorno fa ed ora lo ribadisco, quella commissione è solo fumo negli occhi, la regione ha già deciso, quell'”obrobrio” ambientale si farà e basta, con buona pace di tutti….

  6. Andiamo alla sostanza Giolele.
    Lei è contrario alla terza linea del forno e quindi la pensa esattamente come Rapinese.
    Serve veramente una commissione per allungare il brodo, ossia un inutile teatrino.
    Perché se poi si scopre che CDX e CSX, nel c.d.a. che decide, la pensano allo stesso modo, si capisce che il metodo è stato un ripiego disperato per prendere tempo…

    1. Non mi sono spiegato. Il punto non è la terza linea dell’inceneritore che nessuno, prima fra tutti io, vuole, e neppure la Commissione che è stata già approvata in Consiglio; in discussione c’è una mozione la cui approvazione modifica il metodo che tutti i Consiglieri hanno scelto per affrontare la situazione. È irricevibile, è come ammettere che prima si è sbagliato. E poi, dire di “no” o proporre un’altra location in un’altra città è sufficiente secondo lei per evitarne la costruzione? È necessario dimostrare gravi danni all’ambiente, alla salute pubblica, l’irrespirabilità dell’aria ecc.ecc.: solo così, si scopre la via migliore per evitare la costruzione e proporre una strategia alternativa (tipo quello proposto da Patelli: “bioraffineria”). Non serve a nulla incatenarsi ai cancelli: si rimane incatenati a guardare i lavori. Il sogno degli umarell !

  7. Cerchiamo prima di tutto di capire lo scenario.
    La questione è semplice, banale.
    Volete un terzo forno inceneritore a Como?
    Risposta di Rapinese, di Grandate e di Casnate: “no, grazie”. In tre secondi.
    Risposta di PD e centrodestra: mah, boh, non sappiamo, adesso vediamo, commissione, blablabla, decidiamo dopo le elezioni che sennò i Verdi si incazzano… ecc…

    Poi viene fuori che in regione vogliono che quel forno a Como si faccia. E viene fuori che nel c.d.a. che decide siedono CDX e CSX d’accordo sulla scelta sulla pelle dei comaschi.

    Il quesito diventa allora facile per il cittadino semplice: volete un sindaco che dipenda dai partiti e quindi dalle segreterie milanesi… o volete un uomo libero di pensare soltanto agli interessi dei comaschi?

    Risposta semplice, ancora una volta.

    Che vi stia simpatico o no è irrilevante ai fini della scelta.

    1. Perchè, secondo lei, Rapinese non sarà come tutti i politici che, finchè stanno all’opposizione e devono farsi eleggere, sono molto bravi a parole e si dichiarano dalla parte dei cittadini e pronti a difendere i loro interessi contro il “potere costituito”, poi, una volta eletti, si dimostrano tali e quali a tutti gli altri? (il riferimento più ovvio e recente è quello dei 5 stelle alla Fico, che dovevano ribaltare il mondo politico e, ora, ne sono entrati a far parte a pieno titolo, ma si potrebbe andare a ritroso e citare la Lega Lombarda, anzi Nord, anzi Padana, anzi Lega e basta…)

  8. È razionale votare una mozione che rende di fatto inutili i lavori della Commissione costituita appositamente per approfondire il tema oggetto della mozione? No, non è razionale. La scelta di chi ha votato contro la mozione, non è quella di chi vuole la terza linea dell’inceneritore ma è quella di chi non vuole modificare il metodo approvato per studiare il tema. Per intendersi, possiamo discutere sull’utilità della Commissione ma non sulla coerenza di chi la Commissione l’ha voluta e non ha votato la mozione che la rendeva inutile. Altro punto in meno per il nostro apprendista stregone che non riesce a comprendere la differenza tra oggetto e metodo di analisi di un problema. Il resto è tutto folklore. “Coniglio” è un’espressione che ricordo di aver udito alle scuole elementari all’intervallo delle lezioni al termine di qualche bisticcio tra “bulletti somari” e chi ai somari non voleva passare il compito. Adesso, i “bulletti somari” sono cresciuti ma lo stile è rimasto quello: non capire e insultare chi invece capisce.

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