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Rapinese: “Senza frontalieri, Svizzera senza latte in tavola. Ai bifolchi in Ztl ci penso io, saluto lo splendido”

Ospite della trasmissione “Border-Storie di confine”, il sindaco di Como Alessandro Rapinese ha affrontato i due temi caldi che da tempo “scaldano” la frontiera: da un lato le ripetute accuse, mosse specialmente dalla Lega dei Ticinesi, ai frontalieri italiani che porterebbero quasi solo traffico nel Cantone oltre a “rubare” il lavoro ai ticinesi; dall’altro, la famosa questione delle rimozioni e delle multe alle auto straniere in divieto di sosta a Como, azioni preannunciate in campagna elettorale da Rapinese con la promessa dell’ormai celebre “carro attrezzi per svizzeri”.

“Per quanto riguarda la auto che entrano nella Ztl e che magari lo facevano da decenni, per ammissione stessa del fenomeno che l’ha detto su internet – ha detto Rapinese – con il nuovo sindaco non la fai più e se ti ribecco non lo farai proprio più. E’ questione di dare segnali a persone che hanno difficoltà a rispettare le regole, anche se non generalizzerei sugli svizzeri. Lo dico perché la maggior quantità di mail di solidarietà che mi sono arrivate, di cui molte anche in tedesco, erano di svizzeri che mi dicevano di andare avanti, che faccio bene perché quelle persone non sono l’orgoglio della loro nazione”.

“Se ci sono dei bifolchi svizzeri che pensano di poter scambiare il centro storico come il loro parcheggio ci penso io – ha aggiunto il sindaco – e gli svizzeri perbene mi fanno i complimenti. Ma non creiamo separé: c’è il bifolco italiano che va in Svizzera, fa quello che vuole e viene bastonato e c’è quello svizzero che qui, dopo decenni con amministrazioni che glielo consentivano, ora non lo può più fare”.

“La verità è che molte persone nemmeno avevano l’idea di dover rispettare la regola perché erano abituati a farlo da decenni per un malcostume da decenni e per sindaci che glielo consentivano. Stiamo solo mettendo questa città in ordine sul modello svizzero, stiamo sanzionando dei maleducati, gli portiamo via la macchina così pagano, perché molti di questi hanno centinaia di verbali mai pagati. Gli porti via la macchina, pagano e poi non lo fanno più: infatti lo splendido ma non l’ho più visto, lo saluto, e gli dico che i suoi soldi li abbiamo spesi bene”, ha concluso su questo tema il primo cittadino.

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Poi, come già accennato, la replica alle accuse verso i frontalieri italiani mosse quasi sempre dalla Lega dei Ticinesi.

“Se qualcuno parla male di persone che vanno a produrre nelle aziende, hanno un deficit da qualche parte, hanno qualche problema – ha detto Rapinese – Altrimenti le aziende sarebbero ferme: una follia e un suicidio economico, sono speculazioni infondate e senza senso. Mi piacerebbe vedere se in Svizzera non ci andasse nessuno, probabilmente non avrebbero nemmeno il latte in tavola. Ma dei beceri svizzeri non voglio nemmeno parlare, perché il 99.99% è fatta di persone splendide, tipo il sindaco di Chiasso, che sono concentrate e impegnate in queste politiche (riferendosi in particolare al sostegno all’uso dei mezzi pubblici per andare oltreconfine, ndr).

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7 Commenti

  1. Questo sindaco è l’ ideale per questa città di confine, ci rappresenta benissimo, difende la SUA e NOSTRA città dai bifolchi. E’ quello che vogliamo. Bravissimo!
    Se non sanno posteggiare e proprio devono venire a Como prendano il treno!
    Oppure facciano due passi a piedi che fa solo bene! Neanche noi comaschi troviamo sempre posteggio esattamente davanti a dove dobbiamo andare! Vengono a comprarsi le scarpe? Camminareeee!

  2. Viste le ripeture accuse da parte della Lega dei Ticinesi inviterei il Sindaco ma soprattutto la Regione Lombardia a rispondere con gli stessi strumenti e installare, entro un chilometro dall’entrata in Italia, “Autovelox” presso tutti i valichi Lombardi.

  3. Concetti condivisibili, ma un Sindaco dovrebbe parlare in modo un po’ diverso. L’istituzione va rispettata ed elevata. “Bifolchi… latte in tavola….beceri” sono parole da bar. I fatti contano, ma anche la forma.

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