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Attualità, Politica

“Non più Volt ma Volta”, la battaglia della consigliera Tagliabue per l’unità di misura internazionale. Il dibattito in consiglio comunale

Secondo la consigliera comunale della lista Rapinese Sindaco, Patrizia Tagliabue, bisogna restituire giustizia ad Alessandro Volta assumendo “ogni utile iniziativa presso gli Enti nazionali ed internazionali competenti”. 

Di cosa si parla? Di una “negligenza etimologica”, così spiegata nella Mozione iscritta nell’ordine del giorno del Consiglio comunale in programma per lunedì prossimo, 11 marzo: “Alessandro Volta, figlio illustre di Como, è l’autore di una delle più grandi scoperte dell’umanità, la corrente elettrica, che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della scienza e della tecnologia; tuttavia questa grande scoperta viene sempre meno associata allo scienziato italiano e, tanto meno, alla città di Como. Nonostante l’immensa eredità lasciata da Alessandro Volta, esiste una discrepanza che minimizza il legame tra il suo nome e l’unità di misura del potenziale elettrico conosciuta come “Volt” e non Volta”. Per completezza bisogna ricordare come il primo a mettere sul tavolo la proposta lo scorso dicembre era stato il fisico comasco di fama internazionale, Giulio Casati, dalle pagine dell’Ordine, inserto culturale del quotidiano La Provincia.

Tornando alla mozione, evidenzia la consigliera: “Questo dettaglio, non è assolutamente trascurabile, basti pensare che, in ogni angolo del mondo, su un’immensità di strumenti di uso comune, appare la scritta “Volt” ma quasi nessuno associa questa denominazione al grande scienziato comasco Alessandro Volta, né alla nostra città di Como”. Un danno di immagine par di capire poiché: “Innumerevoli sarebbero le opportunità di carattere culturale, turistico ed economico se ogni riferimento al Volt riportasse immediatamente alla mente di tutti Alessandro Volta ed il grande legame con la sua, la nostra città”.

E dunque Tagliabue lancia l’appello alla città tutta: “È quanto mai opportuno che la città di Como sollevi con forza e determinazione questo tema, affinché venga ripristinato il nome “Volta” anziché “Volt””.

Anche perché: “L’avvicinarsi delle celebrazioni del 2027 per il bicentenario della morte di Volta rappresenta un’occasione unica ed imperdibile per provare a correggere questo storico errore, affinché il contributo dato dal nostro paese, dalla nostra città, dal nostro illustre concittadino, allo sviluppo del pensiero scientifico e del progresso tecnologico nel mondo intero, attraverso la figura di Alessandro Volta, non venga definitivamente offuscato se non, addirittura, dimenticato”.

Così il documento impegna: “Sindaco e Giunta ad assumere ogni utile iniziativa presso gli Enti nazionali ed internazionali competenti affinché venga ripristinato correttamente il nome “Volta’: invece di “Volt”, per indicare l’unità di misura della corrente elettrica”.

Ecco il testo completo dell’iniziativa:

ODG 9-24 mozione Tagliabue unità di misura Volt

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

11 Commenti

  1. La prima volta che un consigliere di maggioranza apre bocca e partorisce una boiata simile.

    Il bello è che questa lodevole iniziativa immagino sia stata condivisa con tutto il gruppo, e nessuno l’ha fermata.

    Meraviglioso.

  2. Ma la consigliera Tagliabue non era mica la mamma appartenente alla Como Nuoto che si faceva il giro della lombardia per accompagnare i figli a praticare nuoto?
    Adesso ha risolto i suoi problemi? I figli hanno cambiato sport? (nuoto non pervenuto tra le discipline sportive praticabili a Como).
    Quindi per lei va tutto bene? Tanto da trovare il tempo per dilettarsi in “m…te elettrizzanti” e impegnare il Consiglio Comunale in questioni di lana caprina…anxi no..di Volt caprini.
    Ma si occupasse di chiedere al suo Mentore, sovrano illuminato di mega RapiVolt, quanto deciderà di restituire un pò di dignità a questa città. Quando deciderà di dare a Como impianti sportivi (nuoto in primis) che possano soddisfare realmente l’esigenze della cittadinanza.

    #RapiVolt

  3. Questi si che sono problemi da risolvere , sapere che in Uzbekistan la corrente la misurano in volta e non in volt rivolgendo ogni volta che accendono una lampadina, un pensiero alla nostra bella cittadina….e la paghiamo pure sta gente

    1. Prima ancora: qualcuno, con il proprio voto, ha permesso che questa gente venisse pagata da tutti i cittadini. Quindi, quando si vota, si deve usare la testa e non altre parti del corpo.

  4. Sono assai curioso di comprendere quali misure metterà in opera la Giunta Rapinese nel recepire e promuovere questo alto impegno. Come, cioè, l’amministrazione cittadina otterrà eventuale ascolto dalle massime autorità scientifiche nazionali e internazionali con l’obiettivo invocato dalla consigliera. Visto l’isolamento a partire dalla realtà locale, ovvero il livello delle iniziative culturali ad oggi dimostrato, è lecito dubitare. Speriamo, almeno, che un’idea così importante e patriottica non venga svilita da altre inutili trovate ad effetto, da qualche nuovo show televisivo o improbabile dibattito, sottraendo così tempo e risorse all’amministrazione ordinaria dimostratasi finora più affine ai divieti che alla promozione di idee o progetti innovativi.

  5. Volt o Volta questo è il dilemma che affligge la città di Como.
    E grazie Tagliabue per averci illuminato!!
    Più di un anno in silenzio per poi esordire con cotanta genialata.
    Complimenti

  6. ma sticaxxi che “illuminata” mozione che viene portata in discussione dalla Tagliabue!!!
    Com’è possibile che in tutti questi anni nessuno si sia mai interrogato su una questione essenziale e direi anche vitale per Como..il Volt…A

    E ci ha pensato niente meno che la consigliera Tagliabue!!!

    Evidentemente a Como va tutto bene, così tanto che i consiglieri hanno anche il tempo per disquisire sul Volt….A

    #comosvegliati
    #cacciateli

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