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Rifondazione in strada: “Draghi? No Grazie. Neoliberista che ha affamato la Grecia”

Mentre le consultazioni in vista della composizione del governo Draghi proseguono, a Como scende in strada Rifondazione Comunista.

Lo fa sapere il partito che in una nota attacca vigorosamente il premier incaricato dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:

Questa mattina a Como si è tenuto un presidio con volantinaggio per dire No al prossimo governo Draghi. Noi non ci uniamo al coro quasi unanime di esaltazione e di santificazione di Draghi e non dimentichiamo di come, con le sue politiche neoliberiste, abbia affamato la Grecia e abbia avallato e favorito misure come il jobs act e la legge Fornero. Non vogliamo una riedizione del governo Monti e diciamo: Draghi? No, grazie!

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3 Commenti

  1. Classico slogan vuoto. Cosa vorrebbe dire “neoliberista” secondo Rifondazione Comunista? Lo usano come insulto ma non lo sanno neanche loro.
    E pure paragonare Monti con Draghi significa capirne poco: in comune hanno giusto il nome di battesimo.

  2. L’assegnazione di etichette politiche agli orientamenti delle dottrine economiche è fuorviante. Alcuni dicono che i postkeynesiani siano di sinistra e i neoliberisti di destra ma molti tra i cosiddetti postkeynesiani si schierano contro la moneta europea comune e, di conseguenza, con i partiti sovranisti. Draghi è un social-riformista con vocazione europea quindi molto vicino all’ideologia che fu del Partito d’Azione e che adesso è di Italia Viva, di Azione, di parte del PD, della quasi totalità di Forza Italia e di parte, perfino, dei moderati della Lega. È il motivo per cui c’è una grande confusione nella composizione del Governo. In Draghi si riconoscono Renzi, Calenda, Brunetta, Berlusconi, Giorgetti, Del Rio, Franceschini e forse perfino Zingaretti. Non si riconoscono Cuperlo, che lo ha detto, e la Meloni a cui bisogna riconoscere la coerenza ideologica. I 5Stelle non ci hanno capito niente ma poco importa. È evidente che in Draghi non si riconoscono quelli di Rifondazione Comunista ma giustificare la loro contrarietà con l’etichetta neoliberista è riduttivo. Il discorso è assai più complesso e, considerando il peso politico ed elettorale, di Rifondazione, assai inutile.

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