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Sardine-Pd, cortese gelo. Braga: “Toni inaccettabili”. Venneri: “Scuse a chi si è offeso, ma basta futuro deciso in una stanza”

Gelo e cortesia, cortesia e gelo. Il rapporto tra Pd e Sardine, decisamente turbolento negli ultimi giorni tra occupazioni, sacchi a pelo sotto la foto di Enrico Berlinguer, polemiche assortite, prosegue a strattoni. E anche in provincia di Como sembra proseguire questa sorta di convergenza parallela.

Noi ce ne eravamo occupato con una lettera aperta al Partito Democratico di pochi giorni fa. Ora registriamo due prese di posizione: da un lato, a rompere un lungo silenzio politico dei dem comaschi, un lungo scritto della deputata Chiara Braga; dall’altro, una nota delle Sardine comasche.

Cari amici del Pd, come potete permettere questo? Come potete tacere? Vi conosco, so che non lo meritate

Braga, in un lungo post su facebook a commento anche del testo pubblicato qui e dopo una lunga analisi sulle dimissioni del segretario Nicola Zingaretti, ha usato la galanteria istituzionale nei toni ma – pur senza nominarle – si è chiaramente rivolta anche alle Sardine.

“L’episodio, simbolico ma non banale, di un gruppo di giovani che visita (non occupa) la sede del Partito Democratico e viene ascoltato dalla presidente Valentina Cuppi, deve essere considerato un fatto che dimostra la maturità degli interlocutori – ha scritto – Ed è un peccato che per ingenuità o ansia di comunicazione (i selfie con i sacchi a pelo, la “finta” tenda, le dichiarazioni a effetto) venga ridotto, proprio da alcuni protagonisti, a un’iconografia, essa sì, banalizzante”.

E ancora: “Per chi come me da anni milita e ha l’onore di rappresentare una comunità di iscritti, militanti, elettori appassionati e generosi è un passaggio doloroso. Ma è soprattutto un momento che esige serietà e silenzio operoso. Personalmente ho provato a farne un costume di vita e non sono la sola, nella mia comunità politica. Rivendicando l’orgoglio di essere parte di una comunità che discuta, affronta ma respinge tutti gli attacchi ingenerosi e inaccettabili sentiti anche in questi giorni. Lo dico ai nostri iscritti che non meritano di essere additati come qualcosa di negativo”.

Concetti ribaditi questa mattina ospite di Radio Immagina, dove – allargando il campo anche ai “cancri da estirpare” all’interno del Pd, immagine evocata testualmente da Rocco Casalino – ha invitato a parlare “con più rispetto, lo stesso che usiamo noi perché certi toni sono inaccettabili”.

Come si diceva, oggi anche le Sardine comasche hanno preso posizione con una nota firmata dal portavoce Luca Venneri.

“La politica è un processo da abitare. A volte abitare un processo significa fare una proposta, scrivere una lettera, ma anche riempire una piazza e munirsi di sacco a pelo e tenda – si legge – Occupare pacificamente il Nazareno è stato un gesto simbolico e forte, tuttavia, ‘non siamo noi i nemici del “vostro” partito’. Dietro a questo simbolismo, non possiamo dimenticare che non l’abbiamo fatto con arieti, non abbiamo commesso alcuna violenza. L’abbiamo fatto annunciandoci, bussando e ci sono state aperte le porte. Abbiamo esercitato le più grandi armi che da sempre la politica di sinistra ha a disposizione: l’ascolto e il dialogo”.

“Oggi abbiamo il dovere etico e morale di fare questo passo, crediamo che l’unica strada possibile è quella di una Piazza Grande, un campo social-progressista che possa unire nelle diversità al segno di un nuovo paradigma etico e sociale”, prosegue la nota che poi cita un articolo di Michele Serra apparso su Repubblica in cui si afferma che “le sardine vogliono dormire nella sede del Pd perché la sinistra è casa loro. Ed è la casa delle persone come loro. C’è una evidenza affettiva, nel loro gesto, che solo l’ottusità di qualche notabile riesce a non vedere”.

“Questo è precisamente il punto – conclue Venneri – Chiediamo scusa a tutti coloro che, per colpa nostra o di certi media, hanno frainteso i nostri intenti, le nostre mozioni e il nostro gesto. Siamo sardine perché non possiamo pensare che il domani sia scritto al tavolino o in una stanza ma deve essere un nuovo processo da abitare di una nuova socialità diffusa e allargata. Siamo dei portatori sani di questa “utopia della realtà”. Non vogliamo pensare all’idea che domani diremo ai nostri figli di non aver lottato abbastanza. Questo in summa sintesi è il pensiero condiviso da me e gli attivisti delle sardine di Como. Siamo pronti al passo coraggioso in tal senso, tutto il resto è e rimane una fantasia di coloro che non vogliono vedere questo cambiamento tanto auspicabile quanto necessario”.

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Un commento

  1. Ho molta stima dell’Onorevole Chiara Braga, tuttavia, non sono assolutamente d’accordo sulle sue conclusioni. Il “battito delle ali di farfalla” che come nella metafora di Lorenz ha scatenato il caos in casa PD, non è stato generato dalle Sardine, da Grillo, da Rocco Casalino o da avversari politici. Il detonatore è stata l’improvvida dichiarazione di Zingaretti che ha accompagnato le sue dimissioni. L’innocente ammissione di non poter esercitare la seppur minima leadership nei confronti dei dirigenti del suo partito ha scatenato la bufera e l’ironia dei suoi veri nemici e dei suoi finti amici. A certi livelli ci si può trovare in difficoltà ma guai ad ammetterlo con chicchessia. Figuriamoci se lo si dichiara pure “urbi et orbi”!

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