Si può considerare la prima vera tappa del percorso (non proprio una scampagnata in discesa, a prima vista) del centrodestra comasco verso le elezioni 2022. E la riunione di oggi a Palazzo Cernezzi, voluta dal sindaco Mario Landriscina, e che ha radunato capidelegazione di giunta dei vari partiti oltre ai gruppi consiliari di Lega, FdI, Forza Italia e Lista Landriscina, restituisce due immagini: una generale volontà della coalizione di sotterrare qualche ascia di guerra di troppo emersa nelle ultime settimane; ma nello stesso tempo la sensazione di un rassemblement più basato sulla necessità e sull’inevitabilità che sul calore fraterno in vista dell’ultimo sprint del quinquennio.
La domanda di fondo su cui è ruotato tutto il dibattito si potrebbe riassumere un po’ melodrammaticamente così, attribuendola al sindaco: “Volete voi prendermi in sposo, nella buona e nella cattiva sorte, ma uniti e compatti, per i prossimi nove mesi (il tempo giusto per partorire un bis, peraltro, ndr)?”.
Inutile dire che non c’è stata alcuna domanda così esplicita o diretta di Landriscina ai gruppi, ma il senso di fondo del confronto sembra proprio che sia stato quello.
Naturalmente, partendo da questioni specifiche. O grane effettive sul tappeto, se si vuole, vedi la clamorosa frattura sulla mozione dei Fratelli su Alida Valli, l’insofferenza soprattutto di Forza Italia e della Lega per quelle che vengono ritenute le troppe fughe in avanti dei meloniani, la chiara volontà di questi ultimi di non farsi imporre aut-aut o diktat da nessuno, alleati inclusi, e di non rinunciare ad alcune battaglie identitarie, le ferite ancora aperte di palazzetto e piscina di Muggiò, Ticosa, giardini a lago ecc.
L’obiettivo di Landriscina, in questo quadro frastagliato, è stato comunque incassare una firma virtuale delle varie sigle che lo sostengono su un patto di governo per quest’ultimo miglio, così da arrivare compatti e senza nuove (o troppe) fibrillazioni alla campagna elettorale 2022.
Poi, è chiaro, c’era l’obiettivo non detto: sondare – per ora con grande cautela e senza alcun riferimento aperto – le possibilità di una candidatura bis a sindaco, cosa ultimamente tutt’altro che disdegnata da Landriscina.
Conclusione: benché non senza posizioni diverse e singole obiezioni, e certamente non in un clima di francescana fratellanza tra liste e partiti, l’accordo generale su toni bassi, maggiore condivisione su proposte, mozioni e delibere, e dunque in sostanza su più compattezza della coalizione, tutto sommato può dirsi trovato (almeno a parole, sulla sostanza saranno aula e votazioni a parlare).
Sul tema fluttuante e indicibile – il Landriscina bis sullo sfondo – nemmeno una parola esplicita. Ma nemmeno un debordante entusiasmo, sembrerebbe. Diciamo graaaande prudenza (le 4 a sono volute, ndr). Intanto, però, il centrodestra riparte. Il traguardo e l’uomo o la donna che taglierà il nastro tricolore all’arrivo 2022, restano perà ancora cose lontane.
5 Commenti
Non sono stati cinque anni di nulla,, sono stati 4 anni di consolidamento di quella parte del tessuto economico e politico di Como già dominante in precedenza, e il cui interesse è solo quello di garantire i propri privilegi e la relazione diretta con l’amministrazione, senza mediazione dell’apparato burocratico. Chi ha scommesso su questa amministrazione ha portato o sta portando a casa i suoi vantaggi. Tutti gli altri che votano sul fattore immigrato si o no, decoro o altre quisquilie sono solo peones.
Landriscina spero non si riproponga, ha già “fatto troppo”.
Nel 2022 vincerà Rapinese
“Errare humanum, perseverare diabolicum” …. Ah la saggezza degli antichi!
Interessante. Sappiamo che il centrodestra punta ad altri cinque anni di nulla. In fin dei conti chi ha dimostrato di essere il migliore nel campo dell’inconcludenza? Il “buon” Sindaco. E chi altri? Speriamo che le altre coalizioni, sempre che si riescano a formare senza le solite preclusioni delle solite cariatidi, condividano un programma e un candidato in grado di attuarlo degno del glorioso passato della nostra città. Per evitare il bis della peggior amministrazione di sempre, l’unico modo è cambiarla radicalmente. Non ci sono altre strade. Forse lo hanno capito anche i partiti del centro-destra cittadino. Dopo critiche e distinguo di FdI agli alleati, dopo che FI è uscita dalla Giunta per rientrarci due anni dopo con le solite polemiche, dopo che la Lega è stata messa in minoranza sul dormitorio e più dell’elenco delle malefatte dei “negher” non riesce a fare, rispunta la ricandidatura del “buon” Sindaco. Perché? C’è solo un’alternativa: sanno che non hanno chance di vittoria e, in questo modo, producono agli occhi delle segreterie nazionali un perfetto capro espiatorio oppure non hanno la certezza di perdere e vogliono essere sicuri di riuscirci ripresentando il nostro “buon” Sindaco. Mah, mi sa che è la seconda. Meglio perdere subito se poi si dimostra di non essere capaci di governare. Devono aver capito la lezione di quattro anni fa. ?