Alessandro Rapinese si trova solo al terzo posto dei candidati sindaco che hanno speso di più in campagna elettorale.
Questo e molto altro è ciò che emerge dai resoconti ufficiali depositati in Comune, a quasi un mese dal ballottaggio che ha visto la vittoria del candidato civico. Nei documento sono riportati tutti i costi che hanno sostenuto le liste per le elezioni amministrative tenutesi lo scorso giugno.
All’interno della cifra sono compresi manifesti, annunci pubblicitari, affitto di locali, organizzazione di conferenze, costi di cancelleria, trasporti, spese telefoniche e molto altro.
Non manca certamente qualche sorpresa. Prima uno sguardo d’insieme ai raggruppamenti. La lista del neo sindaco Rapinese si trova solo al terzo posto nella classifica di quelle che hanno speso di più, con una cifra pari a 12.715 euro, dietro alla sfidante del centrosinistra Barbara Minghetti (complessivamente le sue liste sono arrivate a 38.537) e a Giordano Molteni, candidato per cui, in tutto, il centrodestra ha sborsato 36.993 euro. Seguono fuori dal podio Adria Bartolich, a suo favore una spesa totale delle liste pari a 10.736 euro, Vincenzo Graziani (5.380), Fabio Aleotti (2.462) e Francesco Matrale (726). Chiude l’elenco dei candidati sindaco, il meno costoso di tutti per chi lo ha sostenuto, ossia Roberto Adduci con 0 euro.
Passando al dettaglio delle liste, i primi tre gradini vanno tutti ai partiti tradizionali, con il Pd al primo posto, con una spesa di 31.985 euro. Seconda e terza piazza al centrodestra: Lega (19.828) e Fratelli d’Italia (16.251). Solo al quarto posto la lista civica del neo primo cittadino Rapinese Sindaco (12.715). La classifica continua con: Bene Comune (Bartolich) con 5.891 euro; Verde è Popolare (Graziani) 5.380; Civitas (Bartolich) 4.845,23; Como in Movimento. Stop Inceneritore (Aleotti) 2.462; La svolta civica (Minghetti) 2.274; Como Comune (Minghetti) 1.900; Europa Verde (Minghetti) 1.539.
Al quartultimo posto finisce Como con Molteni, con Forza Italia per la prima volta fuori da Palazzo Cernezzi dal 1994 con una spesa di 931 euro. Inoltre la lista (composta da Fi, Democrazia e Sussidiarietà e Noi Italia) è la forza politica che ha messo a disposizione minori fondi nel centrodestra per la campagna elettorale. Il podio delle liste che invece hanno speso meno è il seguente: Agenda 2030 (Minghetti) 838,69, Italexit (Matrale) 726,15; e Comitato Assemblee Popolari (Adducci) che si conferma ovviamente all’ultimo posto con 0 euro. Da questi numeri emerge un dato oggettivo: chi più spende, in campagna elettorale, non sempre meglio spende.