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Attualità, Politica

Sulla crisi di Fratelli d’Italia l’ombra di Rinaldin. La spy-story: “C’è lui dietro i contestatori. L’operazione ha un nome: ‘Progetto politico per far fuori Molinari’ (dal partito)”

“No comment”. E’ quanto si limita a dire (per ora, chiaro) il coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, Stefano Molinari, dopo il devastante attacco arrivato ieri dal capogruppo del partito in consiglio comunale a Como, Lorenzo Cantaluppi insieme con il collega consigliere Tony Tufano, qui: Como, il fratricidio in Fratelli d’Italia, Cantaluppi e Tufano contro Molinari: “Zauli sollevato, coordinatori soppressi. Basta scelte viziate da rancori personali”. Nel più classico stile, Molinari prende tempo ma conoscendolo presto arriverà la controffensiva, basti ricordare il repulisti post elettorale con la rimozione di del sindaco di Rovellasca, Sergio Zauli, dall’incarico di responsabile degli Enti Locali (qui tutte le tappe). Abbiamo riassunto più volte e in più circostanze la guerra intestina che si sta consumando nel partito da tempo, conflitto che ha trovato il culmine appunto nel redde rationem seguito alle ultime elezioni regionali (qui la cronistoria).

Oggi si aggiunge un elemento. Perché se al momento la consegna ufficiale è quella del silenzio è pur vero che dall’interno sono molte le voci che si rincorrono (e che hanno parecchia voglia di raccontare). Tra queste una in particolare è la più storicamente accreditata per questo giornale, sempre affidabile e non sbaglia mai un colpo. Così mette insieme pezzi noti e meno noti e offre una ricostruzione (ripetiamo: ricostruzione) della faida con toni da spy-story.

“Sapete – ci dice – come è stata chiamata l’operazione? Ha un nome: “Progetto politico per far fuori Molinari” dal partito e ha nomi e cognomi che hanno partecipato a pranzi e cene. Ci sono persone che per mesi hanno cercato alleati per dare la spallata al coordinatore girando con un foglio in mano e promettendo posti nelle partecipate. Vogliono prendersi il partito, che poi ci sta, provateci dico io, tanto non ci riuscite”. La nostra mata-hari meloniana si spinge oltre: “Vedete, gli anti-Molinari come Tufano, Arosio, Zauli, Tenace e altri sono sostenuti e spinti da un nome che conoscete bene. Idee?”. Beh, il metodo è quello di…”Di Gianluca Rinaldin, bravi. Smentirà, si arrabbierà, ma è sempre lui che guida la falange interna. C’è, è fisicamente presente”. Con qualche esito peraltro vista l’elezione di Anna Dotti in Consiglio regionale. “Certo, Francesco Dotti non è lontano”.

Già, Rinaldin. Ex consigliere regionale forzista, all’epoca uomo fortissimo del partito, in conflitto permanente con l’area di Alleanza Nazionale durante il periodo della fusione nel Pdl, oggi teoricamente laico ma onnipresente nel dibattito quando si parla di trame nell’ombra nel centrodestra (qui diversi esempi). Così vien da pensare alle parole dell’ex candidato sindaco a Como, Giordano Molteni, quando intervistato su queste pagine annunciò l’addio al gruppo FdI per passare al Misto, parlando di Tufano e Cantaluppi fu durissimo: “A chi rispondono?“. Da notare, leggendo l’intervista, come Molteni non attaccò mai l’establishment del partito come Molinari, il sottosegretario Alessio Butti ma, anzi, per loro ebbe parole di gratitudine.

Ma siamo sicuri della ricostruzione? Chiediamo più volte a gola profonda: “E’ assolutamente così, durante l’ultimo coordinamento provinciale Molinari ha fatto il suo lavoro e ha chiesto apertamente se vi fossero contestazioni, dubbi o altro. Ho contato, lo ha chiesto quattro volte e tutti muti, zitti. Vede il mandato è questo, tacere internamente e poi attaccare pubblicamente come è stato fatto, da ultimo, con il comunicato di ieri sera. La strategia è il caos. I contestatori chiedevano di unire il territorio ed è quello che Molinari tempo fa aveva già fatto inventandosi i coordinatori provinciali, che di fatto erano una novità assoluta. Non sono serviti a niente anzi, sono pure stati persi tesserati, quindi non è all’apparenza chiaro cosa vogliano. Ma è ovvio, vogliono il partito, ripeto, con il “Progetto politico per far fuori Molinari”. Che però non è uno sprovveduto, aveva già da giorni una copia del documento firmato e diffuso ieri da Cantaluppi e Tufano, sapeva tutto. E’ tipico suo, non so se faccia bene o se sbagli, ma preferisce aspettare, devo dire che finora ha avuto la meglio. Ah, sapete poi? Si dice che il comunicato non l’abbiano scritto loro ma Zauli, se ci pensate tutto torna”.

Periodaccio, eh. Adesso? “Io non lo so, ma un partito deve fare il partito e un coordinatore deve fare il coordinatore. Immagino torneremo al territorio con eventi pubblici, convegni e una campagna di tesseramento seria. Non come hanno fatto i contestatori”. Un’ultima cosa, è vero quanto circola da tempo, cioè che Tufano abbia mire europee? “Sembra incredibile ma sì, è la voce che gira nel partito. Pare voglia candidarsi”. Evidentemente siamo al più puro dei retroscena ma gli elementi così incardinati filano, hanno un senso e sovrapposti cronologicamente al più recente passato sembrano spiegare molto. Poi spazio alle repliche, naturalmente.

 

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6 Commenti

  1. Una cosa è certa. A Como Forza Italia sta perdendo i pezzi che hanno fatto la loro storia. Se Fermi è passato alla Lega e il suo rivale Rinaldin fa l’occhiolino ai contestatori di Fratelli d’Italia, significa che la forza propulsiva del Partito che li ha visti contendere non esiste più. A parte questo dispiace. Molinari, che tra l’altro conosco fin da bambino, è una persona perbene. Non so gli altri ma da come si comportano, non sembrerebbe. Ma ci sta, è sempre stato così. I partiti sopra le due cifre si dividono in correnti e sotto le due cifre fan finta di essere coesi ….a parte il Terzo Polo, ovviamente! 😊

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