Che il temporale stesse per scatenarsi, l’avevamo largamente e ripetutamente anticipato su Comozero nei giorni scorsi (questo l’ultimo articolo in merito). Oggi, l’ufficialità spazza via i rumors: Marco Mainardi ha lasciato definitivamente Fratelli d’Italia, di cui è stato segretario provinciale per anni (al suo posto è subentrato da pochi giorni Stefano Molinari, in foto qui sotto).
Di prima mattina è infatti giunta la nota che mette fine alle voci ufficiose, anche se due nodi sono ancora da sciogliere. Il primo riguarda il possibile ingresso di Mainardi in Forza Italia, tutt’altro che improbabile se non certo. Il secondo riguarda altri eventuali addii al partito di Giorgia Meloni da parte di rappresentanti comaschi di primo piano. Soltanto le prossime ore, però, potranno confermare o smentire queste ulteriori indiscrezioni.
Di seguito, la nota di Marco Mainardi in forma integrale.
Oggi, con una nota informativa agli organi nazionali, regionali e provinciali di FdI, ho comunicato le mie dimissioni da ogni carica e ruolo ricoperto all’interno del partito.La mia esperienza all’interno di FdI termina qui.
Questa scelta, ponderata ed opportunamente ragionata, è frutto di una serie di motivazioni personali che come tali mi auguro siano rispettate.
In questi anni, con il mio contributo, FdI in provincia di Como è cresciuta in maniera importante, ritagliandosi un ruolo determinante nella vita politica del centrodestra comasco.
Auguro a FdI e al nuovo coordinatore provinciale Stefano Molinari buon lavoro. Sono certo che saprà dimostrarsi capace e all’altezza del ruolo a lui conferito.
Per quel che mi riguarda, ho dei progetti che non riguardano necessariamente la provincia di Como, ma tengo a precisare che la mia area politica di riferimento rimane il centrodestra che – ne sono convinto – se unito e compatto potrà continuare a dare risposte concrete al nostro Paese.
2 Commenti
Interessante leggere di questi spostamenti da un Partito all’altro senza mai spiegarne le motivazioni.Temo che vi sia molto “non detto”in certe scelte di transumanza.
ce ne faremo una ragione