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Una voce politica sul caso nidi: “Il sindaco sacrifica i diritti dei bambini al bilancio. Como città solo per turisti”

Sulla decisione di chiuder due asili nido a Como e sulla scelta di accogliere bambini residenti fuori dal capoluogo sempre nei nidi ma facendo pagare 15mila euro ai Comuni di residenti (qui la cronaca), interviene Sinistra Italiana – unica voce di tutto il panorama politico – con una nota dal titolo “Welfare? No grazie”. La pubblichiamo di seguito.

Un Sindaco ha il dovere di porre in essere tutte quelle azioni, beni e servizi per poter promuovere il benessere delle persone. Al primo cittadino di Como, tuttavia, interessa solo il bilancio e per quest’ultimo sacrifica anche i diritti dei bambini.

Lo abbiamo visto con la chiusura degli asili nido e lo vediamo adesso con la proposta di far pagare ai comuni di residenza il costo (quantificato in ben 15.000 euro!) di ogni bambino non residente in città che voglia iscriversi a Como.

Ormai è chiaro. Anche i bambini sono solo un numero per questa amministrazione. Non importa se i genitori lavorano a Como e hanno la necessità di usufruire di un servizio di asilo nido in città. Non è una città per bambini. Non è una città per i giovani. Como è diventata una città ad uso e consumo dei turisti. Incassare tanto ma servizi zero.

L’amministrazione di una città passa attraverso il benessere che si garantisce ai propri cittadini. Il benessere passa attraverso la garanzia di uno stato sociale che permetta di usufruire di beni e servizi con costi ragionevoli. Non ci stancheremo mai di ripeterlo. Ma a Palazzo Cernezzi da quell’orecchio non vogliono sentirci.

Gianluca Giovinazzo, Coordinamento provinciale Sinistra Italiana Como

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6 Commenti

  1. Fate un conto su quello che ci costano i voli di stato dei nostri cari parlamentari che usano l’aereo anche per andare in bagno. Con quei soldi asili nido gratis per tutti……..

  2. Polemiche inutili. Il nido pubblico per una famiglia normale con entrambi i genitori che lavorano, costa di più di un nido privato. Conosco persone che abitano fuori città ma lavorano in Como che mandano i figli al nido privato in città.
    E sfido chiunque a dire che manderebbe il figlio al nido pubblico anche se la retta mensile gli costa più del privato.
    Trovo che questa sia una polemica che davvero non ha senso, giusto una mossa politica per attaccare l’amministrazione attuale

  3. Ma che gran calderone di risposta. Il bilancio del Comune l’ha visionato? Nessuno sta dicendo di non riscuotere quanto dovuto di imposte e tasse, ma quanto evidenziato in quest’articolo ha un altro taglio ed é tutto un altro tema. Si parla di servizi.

    Una fenomena, così come da lei definita.

  4. Certo che pensa al bilancio quando non pagano la Tari, gli affitti del mercato Km0, delle bancarelle, le quote degli asili, gli spazi dei bar e ci metto pure le multe che gli stranieri non pagano.
    Fate voi i bilanci fenomeni
    dell’economia oppure agli economisti dell’opposizione che hanno lasciato si il tesoretto, ma la città marcia.

    1. Bravo Guido. Concordo pienamente! Ho cambiato residenza 9 anni fa, mi sono trasferito in un piccolo comune confinante con il dubbio… Chissà se mi ci troverò bene? Risposta mai stato meglio. Avrei dovuto farlo prima, andarmene da quella città di professoroni che aprono bocca solo per interesse personale! Buona vita comaschi!

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