Fumata grigia. Il vertice di ieri sera tra i componenti della coalizione di centrosinistra non avrebbe fatto significativi passi in avanti sulla scelta del candidato sindaco. Chi si aspettava un’ufficializzazione del nome di Barbara Minghetti dovrà dunque aspettare. Almeno fino a settimana prossima quando il Pd ha convocato la propria assemblea che servirà a mettere la parola fine al giro di consultazioni e valutazioni sul candidato. E sempre entro la prossima settimana anche i Verdi, nei giorni scorsi molto critici (come è possibile leggere qui), hanno annunciato di volersi esprimere in maniera chiara sulla candidatura di Barbara Minghetti con la quale avranno un secondo incontro a breve.
Poco trapela, in via ufficiale, dalla riunione di ieri. I partecipanti hanno infatti optato, forse unico elemento di accordo tra le varie forze presenti, per adottare il silenzio stampa – come annunciato da Federico Broggi, segretario provinciale del Pd – fino alla definizione del “caso” Minghetti. Ma se, come dicevamo, nessuno prende ancora parola ufficialmente, trapelano segnali di tensione.
Quelli più preoccupanti riguarderebbero – ovviamente il condizionale è d’obbligo benchè le conferme sussurrate a bassa voce non manchino – l’eventuale ruolo del Movimento 5 Stelle. Solo pochi giorni fa infatti (qui il resoconto), dal fronte pentastellato era arrivata l’apertura al dialogo con il centrosinistra da parte prima del parlamentare GIovanni Currò e poi del consigliere regionale Raffaele Erba. Questa disponibilità non sarebbe piaciuta – per usare un pallido eufemismo- ad alcuni componenti della coalizione e sarebbe stata espressa in maniera molto chiara.
Malumori provenienti, dicono i ben informati, dal gruppo a tre formato da Italia Viva, Azione e +Europa, unito sotto il progetto “Agenda Como 2030” che aveva manifestato chiaramente il consenso sul nome di Minghetti ma che già in passato aveva invece espresso dubbi – soprattutto da parte della componente di +Europa (qui le dichiarazioni ) – sulla presenza dei cinquestelle in una eventuale coalizione.
Nessun commento ufficiale neanche da parte di Civitas, la lista guidata dall’ex assessore Bruno Magatti – ieri a colloquio con Minghetti – che in passato aveva caldeggiato il nome di Adria Bartolich. Siamo comunque sempre al retroscena e solo le posizioni ufficiali – in tal senso la prossima settima potrebbe rivelarsi decisiva – metteranno la parola fine.
2 Commenti
Quindi, facciamo un po’ il punto in vista delle amministrative del prossimo anno.
Alla vostra destra ci sono:
– una coalizione esanime che viene da 5 anni equamente distribuiti tra pena e vergogna.
– un pierino che ricicla l’immaginario 5 stelle riconiugandolo in chiave comasca. (E il giochino gli riesce pure bene. Ma d’altronde si sa, in provincia le mode arrivano sempre dopo. E quello che è già vecchio da una parte può sembrare ancora nuovo da un’altra).
Alla vostra sinistra, un campo progressista che riesce a dare di se stesso l’impressione di:
– essere messo sotto scacco da ogni scalzacane da zero virgola.
– incistarsi attorno al problema della leadership senza concentrarsi sui programmi.
– non riuscire a scrollarsi di dosso l’immagine di una realtà condizionata dalle segreterie di partito anziché di un movimento di popolo che si alimenta di progetti partecipati.
Ma armarsi di sano pragmatismo e capire che per vincere bisognerebbe trasformarsi non dico in una “gioiosa macchina da guerra”, ma almeno in una squadra che si lasci alle spalle personalismi e questioni di etichetta e cominci a parlare di problemi e di soluzioni no, eh?
Grillini dannosi: bisogna vincere, ma anche governare. Inutile tirar dentro chiunque.