La tensione sul tema era palpabile. Non son mancati sguardi e passaggi che, sotto la cortesia istituzionale, sottendevano un certo malessere e qualche punta di sarcasmo. Ambo le parti. Oggi pomeriggio, da queste pagine, la capogruppo di Fratelli d’Italia, partito di maggioranza in consiglio comunale a Como, Patrizia Maesani, si è appellata al sindaco Mario Landriscina affinché, alla luce dell’emergenza freddo, aprisse le porte della stazione di San Giovanni.
La tesi della consigliera, in sintesi è stata questa: “Ci sono strutture attive in città ma non tutti i senzatetto accettano aiuto, anzi spesso lo rifiutano anche in condizioni estreme. Almeno 20 persone rischiano di morire a causa del gelo, la storia insegna che aprire gli spazi pubblici come le stazioni convince anche i più restii a ricevere aiuto”.
Emergenza freddo, appello al sindaco. Maesani: “Apra subito la stazione San Giovanni”
Ecco, la proposta non è stata ben digerita. Sicuramente dall’assessore alle Politiche Sociali, e vicesindaco, Alessandra Locatelli e, per traslato vien da dedurre, nemmeno al primo cittadino. Se sia per un fuoriasse politico, per una sensazione di scavallamento dei ruoli o per fatti personali non è chiaro.
“Il tavolo di Coordinamento della grave marginalità – ha detto in aula Locatelli – è attivo da molti anni”. “Al tavolo – ha aggiunto con ben più di una punta di sarcasmo – citato dalla consigliera Maesani, che ce ne ricorda l’esistenza, partecipo da quando mi sono insediata e collaboro con tutte le associazioni che ne fanno parte in modo attivo e progettuale, ogni mese ci riuniamo, anche più di una volta se necessario. Come accaduto come prima di Natale”
“Detto questo, il progetto Emergenza Freddo, è bene organizzato – ha puntualizzato ancora – e gestito da tutte le Associazioni che con dedizione ma anche tanta professionalità affrontano casi così delicati. Molte delle persone che vivono per strada non intendono entrare nei percorsi protetti o offerti dalle nostre strutture. Ricordo che il Comune di Como ha un dormitorio che ha circa 60 posti aperto tutto l’anno, poi sul territorio Ozanam gestisce un dormitorio con altri 50 posti, i Padri Comboniani a Rebbio ne gestiscono una trentina. In via Sirtori, per l’emergenza freddo, progetto che da anni il Comune di Como sostiene, sono garantiti altri 50/60 posti, proprio per il periodo di maggior freddo”.
“Oltre a questo, come sappiamo, il problema dell’alto numero di immigrati che escono dal percorso della legalità – dice ancora l’assessore – ha aumentato di molto il numero di presenze dei soggetti senza fissa dimora in città, anche se molti sono transitanti. In seguito allo sgombero di val mulini, la Caritas si è organizzata per garantire circa altri 40 posti letto, appositamente per loro. Mi confronto con chi gestisce i posti letto sul territorio e attualmente la situazione è sotto controllo, alcune persone trovano posto anche in alcuni oratori che, come concordato anche sul tavolo di coordinamento, si prestano ad ospitare chi è in difficoltà. Altri soggetti non vogliono entrare in strutture, ma ricevono coperte e viveri e assistenza notturna da queste capaci associazioni”
Quindi il passaggio, al vetriolo: “Detto questo, mi sento di dire che la proposta della consigliera non è accettata e aggiungo che non è nemmeno dotata di buon senso”. Insomma si è colta una certa tensione: “Io non ho tensione, con queste proposte si rischiano solo problemi o scelte sbagliate. In questo caso il rischio non c’è perché la gestione la portiamo avanti noi“.
EDIT 23:38
Patrizia Maesani ha affidato a Facebook la controreplica