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Emergenza freddo, appello al sindaco. Maesani: “Apra subito la stazione San Giovanni”

“Il sindaco ha potere di sostituirsi a qualsiasi autorità diventando ufficiale di Governo, firmando ordinanze contigibili e urgenti in caso di emergenze. Spero che Mario Landriscina si attivi immediatamente e chieda l’apertura della stazione San Giovanni ai clochard, le temperature sono insopportabili per chiunque”. Così il capogruppo di Fratelli d’Italia a Palazzo Cernezzi, Patrizia Maesani, nelle ore in cui l’ondata di freddo che ha avvolto il Paese non accenna a mollare la presa.

“Ci sono almeno venti persone che la notte dormono in strada, è assolutamente necessario aprire lo scalo ferroviario, di notte e di giorno. Ci sono decine di precedenti, è avvenuto a Como con i sindaci Botta e Bruni, a Milano con Albertini, Formentini e Moratti. Dunque c’è un’ortodossia politica”.

Il servizio Emergenza Freddo della Caritas in questi giorni affronta la situazione senza particolari problemi. “Eravamo pronti e i posti ci sono per tutti- spiega il direttore, Roberto Bernasconi – ma, si sa, alcuni non vogliono accedere al servizio e noi non possiamo obbligarli”.

Per questo, dice Maesani, “è necessario aprire subito la stazione. Sappiamo dalle esperienze passate che anche le persone più recalcitranti a essere ospitate ci andranno: saranno i volontari a convincerli”. Così, questa sera durante il consiglio comunale: “Mi appellerò al sindaco Landricina perché si attivi col direttore della stazione, questura e prefettura per un intervento immediato. Non deve morire nessuno a causa del freddo”.

EDIT (22:25 del 26 febbraio 2018)

Questa sera in consiglio comunale a Como, non senza tensioni reciproche, è arrivata la replica dell’assessore alle Politiche Sociali (e vicesindaco), Alessandra Locatelli:

VIDEO Emergenza freddo, Locatelli stronca Maesani: “Stazione aperta? Senza senso”

EDIT (17:16 del 27 febbraio 2018)

E poi arriva l’affondo, contro il Comune, dell’ex assessore alla Cultura, Sergio Gaddi

Gelo, no alla stazione aperta. Affondo di Gaddi: “Dopo la vergogna del tè vietato, altro passo falso del Comune”

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