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VIDEO – Groppo in gola, congedo: Locatelli in Consiglio. Quello sguardo tra Zarine che segna la Storia (e il futuro?)

“Anche quando si va così lontano, anche con una responsabilità così grande, fa piacere portare un pezzo dell’esperienza con voi”. Ha ringraziato, commossa, un po’ tutti.

Prima un brindisi con il gruppo dei consiglieri padani leghisti.

Poi il saluto ufficiale all’assemblea.

Alessandra Locatelli (da astro nascente a ormai stella solidissima e inscalfibile nell’empireo salviniano) è ministro della Repubblica Italiana da qualche giorno, si sa.

Le cronache hanno ampiamente riempito, e riempiranno metodicamente, ossessivamente, ogni istante cittadino e nazionale (soprattutto) dell’ormai ex assessore e vicesindaco.

Così, diventa più curioso, interessante, segnalare gli istanti, i microsecondi. Segmenti e respiri che osservati distrattamente dicono nulla ma che, un poco scandagliati, si raccontano come massima estetizzazione di un’esperienza, di una storia

Quindi, eccola mentre, groppo in gola, tra personale e istituzionale, saluta tutti.

Ma poi in un nanomomento certifica, solo girando il capo, con poche parole (piene di calore), due anni di vita con la compagna politica e amica-sorella, Elena Negretti, assessore alla Sicurezza (etc).

Che l’unione al titanio fra le due Zarine sia stata il segnavia di questi primi 24 mesi landrisciniani è cosa che da queste parti abbiamo raccontato per primi.

Di più, abbiamo descritto un (quantomeno) sodalizio che, nel bene e nel male, ha fatto da metronomo imprescindibile alla vita politica del capoluogo.

E’ stato un biennio (con coni e gelati) che in termini politici verrà ricordato come un decennio, certo.

“Con qualcuno ho dibattuto, con qualcuno ho concordato delle cose”, ha detto il ministro in Consiglio questa sera.

Poi. “Con qualcuno sono spesso andata d’accordo”. Pausa, gesto, sguardo, istante, sospensione del tempo. Non serve altro. Ecco qui:

Ecco, fuor di istituzionale, fuor di parola (“Con qualcuno sono spesso andata d’accordo”), in quello sguardo, istantaneo ma magnetico, sopraffacente, c’è stata ogni cosa.

Sintesi perfetta. La ricapitolazione di un’unione di intenti senza precedenti a Palazzo.

Alessandra Locatelli e Elena Negretti sono state, e sono, qualcosa di non replicabile, non arrivabile, non conosciuto nella narrazione cernezziana. Nessuna apologia, sia chiaro: è successo, lo raccontiamo. Comunque sia andata, comunque sia piaciuta.

Qualcuno dice che la micro confraternita zariniana sia solo la premessa per un futuro politico cittadino. La nuova (terza, quarta?) Repubblica insegna che le radici di oggi sono pezzi di legno secchi domani.

Però.

Fotografando plasticamente il mero istante, ecco sì, vien da pensare che un triennio è veloce. E chissà, cosa porteranno le prossime elezioni comunali. Così, per dire.

Infine, qualche estratto del discorso:

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Un commento

  1. a parte che i sopranomi mi sono sempre stati antipatici poichè ognuno ha un nome e cognome e penso che sia più rispettoso usare quello quando ci si riferisce a una persona che ricopre cariche pubbliche, evitando così personalismi o mitizzazioni personali.
    nello specifico continuo a non capire questa voglia di attribuire grandi poteri e capacità di strategie, con il continuo accenno alla Zarina donna potente per sue doti e qualità dimostrate dalla storia, a chi fa politica da soli dure anni ma soprattutto senza che abbia lasciato segni per opere o iniziative che siano scritti a fuoco nelle vita cittadina. Anzi.
    Comunque se secondo voi vedete sulla scena comasca una zarina, stiamo vedendo due ben diversi film e il vostro, pieno di personaggi di spicco, è certamente, beati voi, più appassionante. Io, non vedo zarine anche perchè non saprei trovare lo zar.

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