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“Vittorio Nessi sindaco”. Così parlò il compagno Licata (intervista con investitura)

La voce di Giacomo Licata è un metronomo. Tic, tac. Non perde il tempo, un andante moderato senza variazioni, irrorato da una densissima inflessione agrigentina. D’altronde è di Racalmuto, il paese di Leonardo Sciascia.


Non tradisca però la solida pacatezza (vocale) del numero uno della Cgil Lariana (alla guida del sindacato da due anni abbondanti e per i prossimi quattro): sotto giacca e dolcevita radical chic pulsa fiera la salopette di un Cipputi d’antan. Rugge il leone rosso baciato dal sol dell’avvenir che su Facebook spesso affonda colpi (con ortodossi falce&martello) che non t’aspetti. “I Social ci fanno apparire diretti ma è vero esprimo giudizi netti”.

Beh, più che netti, direi sanguinario: ha associato Salvini al nazismo (qui).
No, ho fatto notare che spesso si utilizza il linguaggio dei tempi bui.

Il recente trionfo di Landini.
Non ero convinto della sua candidatura ma ha un consenso forte nella base e non potevamo non sostenerlo.

Come sta la Cgil?
Non se la passa così male. Fuori non è percepito ma ci stiamo trasformando, seguiamo l’evoluzione del lavoro.

Vi accusano di essere un carrozzone.
Nell’immaginario lo siamo, appariamo come un’insieme di categorie, invece ci occupiamo di dare risposte ai bisogni dei lavoratori. Ci stiamo ricalibrando, non aspettiamo che le persone arrivino da noi, andiamo direttamente nelle aziende portando i nostri servizi. Quando entri nel merito è difficile che qualcuno ti contesti.

Come sta Como?
Vivo qui da 20 anni. Non ricordo una fase di grigiore come questa.

Si spieghi.
Non si capisce in quale direzione andiamo, non ci si interroga sui cambiamenti, sono amareggiato. Ci sono molte risorse ma le intelligenze non vengono messe in rete.

Sia più preciso.
Sono preoccupato, non c’è un modello di sviluppo. Il territorio è diventato ricco grazie al manifatturiero, con quelle industrie stavano bene anche gli operai. Quel sistema poi è saltato. E’ vero, i tassi di occupazione sono bassi ma dove vogliamo andare? I giovani hanno metabolizzato la flessibilità, cambiano spesso lavoro ma magari non sanno nemmeno quale contratto hanno firmato, i lavori non garantiscono, soprattutto nel terziario, stipendi dignitosi.

Un pensiero su Landriscina.
Manca di visione, non si occupa del futuro di questo territorio. Sull’ordinario fa il suo, comunque la si pensi. Ma non c’è niente di straordinario.

Lei è sempre molto duro con la Lega.
Amministra molto territori, ha fatto cose buone e meno buone. A Como non garantisce il riscatto. Governa la Regione ma qui paghiamo ancora il pedaggio della tangenziale, non sappiamo nulla del secondo lotto di Pedemontana e ci sono incertezze sulla Tremezzina.

Oggi è stranamente tenero.
Non fatemi entrare in conflitto ideologico. Avete pubblicato una foto mia con Alessandra Locatelli (vicesindaco, deputato) mi è piaciuta: come vede non ho problemi a confrontarmi con tutti, nonostante le diversità.

Lei è comunista?
Quando si è sciolto il Pci avevo 12 anni. Sono più socialista ma del Partito Comunista mi porto dietro l’attenzione per i più deboli, l’ortodossia e il rispetto per l’organizzazione. La militanza è fondamentale per sopravvivere.

Vi chiamate “compagni” tra sindacalisti.
E lo facciamo con orgoglio.

Parliamo di sinistra a Como.
Qui potrei essere più cattivo. Non esiste più in città come nel Paese. Sono ancora iscritto al Pd perché penso che un grande partito di sinistra e centrosinistra sia necessario per rappresentare le istanze del lavoro.

E quando fu candidato Traglio come la prese?
E’ una brava persona, ho apprezzato come si è messo in gioco e in discussione. Ma fuori della città murata nessuno si è accorto del suo arrivo. Bisogna andare nelle periferie.

Indichi il prossimo candidato sindaco del centrosinistra a Como.
L’unica figura spendibile è Vittorio Nessi (Svolta Civica per Traglio). Sta dedicando tempo e intelligenza al lavoro di cosigliere comunale. Seguo quello che fa, si occupa dei cittadini, mi piace molto.

Lo proporrà ufficialmente?
Se mi chiederanno un parere, certo. E poi il Pd non ha candidati.
(Per una volta interrompe il ritmo costante, pausa: pare sghignazzare. Ma no, è solo una sensazione. Forse)

L’articolo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Un commento

  1. Certamente la tua domanda è legittima ma capziosa. Non si capisce perché dovrebbero chiedere un parere al segretario della camera del lavoro su chi il csx dovrebbe candidare. La politica politicante deve restare a mille miglia di distanza dal sindacato .

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