Dopo la sfuriata del presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi (Forza Italia), contrarissimo all’istituzione della zona rossa per la Lombardia a partire da domenica, anche gli altri esponenti comaschi tra Pirellone e Palazzo Lombardia si inseriscono nel fiammeggiante dibattito.
Dall’opposizione alla giunta Fontana, arrivano le prese di posizione dei consiglieri Raffaele Erba (M5S) e Angelo Orsenigo (Pd).
Il primo se la prende con il presidente della Regione, Attilio Fontana, che aveva parlato di “punizione immeritata” per i lombardi.
Como e la Lombardia in zona rossa da domenica. E la protesta unisce Fontana e Gori
“Con queste parole il Governatore Fontana non fa altro che soffiare sul fuoco delle tensioni sociali. La Lombardia è già sotto pressione da diversi mesi, sta vivendo un momento molto difficile – dice Erba – Fontana così getta benzina sul fuoco e non risolve i problemi. Le dichiarazioni del Governatore rischiaro far esplodere una polveriera difficilmente controllabile. La strategia politica di Fontana è quella di fomentare il malcontento popolare. Un atteggiamento che fa male alla nostra Regione e soprattutto alle categorie più colpite. Questo approccio irresponsabile sta continuando ormai da troppo tempo e ora non è più accettabile”.
Sulla stessa linea il consigliere dem Angelo Orsenigo.
“Che il Presidente Fontana parli della zona rossa come una punizione per la Lombardia è inaccettabile, pericoloso e fuori da ogni logica – attacca – Chiariamo una cosa: se siamo ancora in zona rossa per l’ennesima volta dall’inizio della pandemia non è un caso, né tantomeno un capriccio del Governo. È una diretta conseguenza dell’incompetente gestione sanitaria da parte dei vertici regionali. Questi hanno tenuto le scuole chiuse pur di dare l’impressione di essere all’opera. Il paradosso? Ci troviamo con un quadro epidemiologico grave e ragazzi ancora in Dad”.
Di parere decisamente diverso – e ovviamente sovrapponibile a quello di Fontana e Fermi – quello del neoassessore alla Famiglia in Regione, Alessandra Locatelli, assieme alla senatrice Erica Rivolta e ai deputati Nicola Molteni e Claudio Borghi, tutti della Lega.
“Da Conte scarsa o nulla conoscenza delle nostre realtà territoriali con effetti devastanti sulla nostra economia. Da Palzzo Chigi c’è la volontà di affossare la nostra regione e le nostre province che – ricordiamo – sono le più produttive del Paese. La Lega a ogni livello istituzionale chiede con fermezza a Speranza di valutare in modo più approfondito la questione con il Comitato tecnico scientifico per rivedere la decisione. Inoltre, chiediamo di fare subito e bene con ristori adeguati per tutte le attività economiche affossate dalla crisi. Siamo oltre l’inaccettabile: i ristori irrisori a spizzichi e bocconi visti fino ad ora non servono a nulla”.
Sempre in casa Lega, il sottosegretario Fabrizio Turba, parlando anche delle proteste sotto l’hashtag #ioapro ha parlato dei “ristoratori e baristi che sono giustamente esausti dopo un anno di continui errori da parte del Governo che hanno messo in ginocchio un intero settore produttivo”.
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++ Lombardia in zona rossa per dati inviati e poi rettificati ++
Analizzati da Iss, sono stati nuovamente validati dal Pirellone
(ANSA) – ROMA, 22 GEN – La Lombardia sarebbe finita in zona
rossa sulla base dei dati che la Regione ha inviato alla Cabina
di Regia la settimana scorsa e che nelle ultime ore avrebbe
rettificato. E’ quanto si apprende da due diverse fonti
qualificate secondo le quali i dati della scorsa settimana, una
volta analizzati dall’Iss sono stati validati dalla stessa
Regione. Con una nota nella giornata di ieri, la Regione aveva
fatto sapere di aver inviato una serie di “dati aggiuntivi” per
“ampliare e rafforzare i dati standard trasmessi nella settimana
precedente”. In base all’ultimo monitoraggio, la Lombardia ha un
Rt medio a 0,82 (0,78-0,87) (ANSA).
Lombardia rossa di vergogna per una giunta inadeguata
La Lombardia deve rimanere in fascia rossa perché siamo in una fase estremamente seria a livello sanitario e non possiamo permettere la riapertura di negozi bar e scuole. Bisogna dare priorità alla tutela della salute delle persone.