Salute maschile, l’importanza della prevenzione

Per approfondire questo tema abbiamo intervistato il dottor Marco Malinverno, urologo, responsabile dell’Unità Operativa di Urologia dell’Istituto Clinico Villa Aprica.

Quando parliamo di salute maschile pensiamo all’apparato uro-genitale, un argomento che forse è vittima ancora di censura e vergogna: è vero che in pochi si sottopongono a visite e controlli?

“Effettivamente gli uomini sono meno abituati delle donne a fare prevenzione e visite regolari, le quali prestano maggiore attenzione alle problematiche della salute, soprattutto in vista dell’invecchiamento, a scapito di una diagnosi oncologica precoce. Negli ultimi anni, però, stiamo assistendo a una maggiore responsabilizzazione degli uomini e si avverte una certa abitudine a sottoporsi a maggiori controlli. Rispetto alle patologie della mammella e del colon, per quanto riguarda la prostata non è previsto un piano di prevenzione da parte del sistema sanitario nazionale, ma oggi c’è certamente più attenzione”.

Il dottor Marco Malinverno

Quali sono le malattie e i problemi più comuni che si possono verificare?

“Per gli uomini, dai 50 anni in poi, si può verificare l’ipertrofia prostatica benigna, con un ingrossamento della prostata che condiziona la vita del paziente e sintomi anche importanti e fastidiosi. La patologia oncologica, invece, ha una sintomatologia tardiva e diversa. Non dimentichiamo, poi, le problematiche nei maschi giovani, come il varicocele e il tumore del testicolo, che può verificarsi anche in giovane età e per cui risulta importante come prevenzione e controllo l’autopalpazione, come nel caso delle tumore alla mammella nelle donne. Grazie a questo comportamento di diagnostica precoce, il tumore al testicolo ha visto passare il tasso di mortalità dal 90% degli anni Sessanta a quasi zero di oggi”.

Quindi la prevenzione è fondamentale e parte dall’attenzione ai sintomi, ma è bene fare dei controlli periodici, soprattutto per le neoplasie e dopo una certa età?

“Per il tumore alla prostata i segnali soggettivi possono essere veramente scarsi, spesso accade di non farci caso. Per questo la diagnosi precoce è affidata allo specifico esame del sangue Psa, che rileva l’antigene prostatico specifico. E che quindi deve entrare nell’abitudine dei controlli dopo una certa età, prescritto dal medico di base. Oltre che effettuare visite di controllo specifiche dall’urologo, con una ecografia”.

Focalizziamoci sul tumore alla prostata, il più diffuso nella popolazione maschile ma da cui si può guarire: conosciamo le cause o i fattori che determinano la sua comparsa?

“Il tumore alla prostata è uno dei più frequenti negli uomini, ma lo possiamo rilevare oggi perché frequenti sono diventate le diagnosi. Come per tutte le patologie tumorali non conosciamo le cause specifiche. Probabilmente, di base, nel maschio che invecchia si determina una situazione che predispone alla modificazione del patrimonio genetico e che porta alla degenerazione delle cellule. Infatti non è un tumore che si verifica in età precoce e l’aggressività è molto relativa, molto presente negli ultranovantenni”.

Quali sono i sintomi specifici e come si può curare?

“Come già accennato, la sintomatologia avvertita dal soggetto è blanda e tardiva, il problema va affrontato quando è asintomatico. L’ideale per tutte le possibilità terapeutiche è intervenire quando la malattia non ha ancora espresso sintomi e non ha dato evidenze nell’ecografia. Bisogna tenere sotto controllo l’andamento della Psa e nel caso effettuare esami con strumenti sofisticati di risonanza magnetica multiparametrica con mezzo di contrasto. Una volta individuata la parte sospetta viene effettuata una biopsia con un prelievo molto preciso. Una volta diagnosticata la malattia vengono avviate le terapie. Generalmente sotto i 70 anni si interviene con una operazione chirurgica radicale, ma meno invasiva del passato grazie alle nuove tecnologie, e successivamente con radioterapie o terapie ormonali. Si potrebbe rendere necessaria l’eliminazione radicale di tutta la prostata. Una soluzione demolitiva con conseguenze importanti, quali l’incontinenza e l’impotenza. Ma grazie alle metodiche moderne robotizzate le conseguenze vengono notevolmente diminuite. Tendenzialmente le opzioni non chirurgiche vengono scelte per l’avanzata età del paziente o perché non è in grado di sopportare un intervento così importante. Quindi si ricorre al radiotrattamento, di vari tipi, molto mirato, spesso paragonabile come efficacia all’intervento chirurgico. E una terapia farmacologica che accompagna gli altri trattamenti”.