Controlli troppo severi al parco di Villa Olmo – quello sul retro della dimora, non fronte lago – sulla base, per di più, di criteri giudicati eccessivi e troppo discrezionali. A protestare – con una lettera già inviata anche al sindaco di Como Alessandro Rapinese ma “finora senza avere nessuna risposta” – è Erika Seghetti, che racconta il confronto con le ‘guardie’ del parco avvenuto qualche giorno fa e pone diverse questioni sulla vivibilità della zona verde.
Di seguito, il testo in forma integrale (per lettere, segnalazioni, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com o al whatsapp 335.8366795 o alla nostra pagina facebook).
Caro Sindaco,
le scrivo in merito alla “gestione” del parco di Villa Olmo, per denunciare una situazione che a mio avviso le è sfuggita di mano. La scelta di stabilire dei divieti e di mettere delle guardie a presidiare il giardino per far rispettare le regole è opinabile ma accettabile nel momento in cui – come da lei stesso dichiarato e come dichiarano solertemente le guardie – tutto ciò che non si può fare nella parte antistante la Villa lo si può fare in quella retrostante. Ovvero: stendersi sul prato, prendere il sole, mangiare. Cose normali, nulla di indecoroso.
Bene. Nonostante ciò, siamo stati ugualmente ammoniti: io per via di un costume eccessivamente succinto, il gruppo accanto a me per un pasto eccessivamente abbondante. E allora io mi chiedo, e le chiedo: chi è che dà a queste guardie il diritto di scegliere il metro con cui giudicare un costume o un pasto? E ancora: chi è che dà il potere a queste guardie di trasformare un parco pubblico in un luogo di repressione? Perché essere costantemente disturbati da queste ronde e dal rumore del fischietto rende il parco un luogo invivibile.
Esiste un confine fra la volontà di mantenere uno spazio di decoro e il togliere la libertà ai cittadini di vivere serenamente uno spazio pubblico. E lei questo confine, signor Sindaco, l’ha abbondantemente superato.
Non voglio soffermarmi eccessivamente sui modi che hanno queste guardie ma un cenno è doveroso, perché parte del problema. Evidentemente galvanizzate da un ruolo di potere – e dare potere a chi il potere non lo sa gestire, sarà d’accordo con me, è un grave errore – si stanno trasformando da semplici controllori quali dovrebbero essere a persone minacciose e importunanti. La situazione è sfuggita di mano anche a loro, ahinoi.
Per finire, l’ultima questione. Senza entrare nel merito di cosa interessi maggiormente a un cittadino e a un turista (i più ammoniti, tra l’altro, forse perché abituati a un concetto di parco diverso) – un parco da vivere o uno spazio da cartolina? – potrei condividere la sua idea di preservare il parco di Villa Olmo se ce ne fossero altri da poter vivere liberamente. Ma visto che questi spazi non ci sono, non può toglierci l’unico che abbiamo.
In attesa di una cortese risposta, la ringrazio e la saluto cordialmente,
Erika Seghetti
PS. Per ulteriore chiarezza le mie critiche riguardano il parco retrostante e denunciano una repressione inerente attività e comportamenti che non contrastano in nessun modo il rispetto del senso civico.