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Ca’ d’Industria, l’intervento della consigliera Torresani: “Un cuore aperto alla città, salviamo le nostre radici”

La consigliera comunale del Gruppo Misto, Pierangela Torresani, interviene sulla situazione della Ca’ d’Industria, come noto in difficoltà economiche dopo lo tsunami covid e in procinto di chiudere (pur con l’obiettivo di rilanciare in un prossimo futuro) la storica casa albergo Villa Celesia.

Torresani, peraltro, può parlare da un punto di vista particolarmente attento, essendo stata parte del cda in due mandati, dal 2011 al 2018.

Riportiamo dunque di seguito l’intervento integrale della consigliera.

In questi giorni si parla della chiusura di Villa Celesia – Fondazione Cà d’Industria, ho visto quanto ha scritto Como Zero: “Nel cda politici, ex politici e parapolitici di Comune, Provincia e Regione. Ma su Ca’ d’Industria, il silenzio”.

Nel cda politici, ex politici e parapolitici di Comune, Provincia e Regione. Ma su Ca’ d’Industria, il silenzio

Se desiderate leggere di seguito la mia semplice risposta e il mio appello.

Io nel dicembre 2011 per il triennio (2011/2014) sono stata nominata componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione “Cà d’Industria” in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale di Como e rinnovata consigliere per il secondo mandato in rappresentanza di Regione Lombardia. Attività terminata il 15/10/2018 con l’insediamento dell’attuale Consiglio (con modifiche in itinere).

Ho avuto la fortuna di lavorare con Presidenti come il Rag. Paolo Frisoni, il Dottor Clemente Auguadro e con Consiglieri di alto spessore e con l’attuale super competente Direttore Generale, la dottoressa Marisa Bianchi e altri Dirigenti. Nei due mandati erano state risollevate le sorti della Fondazione con pareggio di bilancio e un utile che hanno distinto e valorizzato l’opera al suo duecentesimo compleanno. Va anche un grazie al personale (nei vari profili professionali sanitari, sociosanitari e non).

La Fondazione è un cuore pulsante aperto alla città che accoglie persone anziane fragili che non possono vivere nelle loro case e nelle loro famiglie ospiti nelle RSA, persone fragili ospiti giornalmente nei Centri Diurni, ma anche persone autosufficienti che hanno scelto Villa Celesia come casa albergo per vivere momenti conviviali e momenti in massima riservatezza.

INTERVISTA – Ca’ D’Industria e Villa Celesia, parla Beccalli: “Chiudiamo ma non è un ‘tutti fuori subito’. Credo ancora nel futuro ecco il piano”

La considerazione politica e tecnica che faccio oggi: quando questa Amministrazione comunale si è insediata nel 2017 ha deciso di consolidare nel bilancio comunale il bilancio solido della Fondazione.

Cosa significa? La mia interpretazione: il Comune allora ha scelto di essere il Partner d’indirizzo, ha creato un patto di assunzione di responsabilità, di sostegno e oggi ha il dovere, l’impegno di proteggere la Fondazione (vantaggi e onori ma legati a questi si è assunto anche oneri e doveri).

Sono sicura che il Sindaco e la Giunta si impegneranno per salvare la Fondazione e sono certa che l’Assessore Angela Corengia (ex eccellente consigliere del CdA della Fondazione) e la Dirigente delle Politiche Sociali faranno di tutto per trovare soluzioni e noi consiglieri vigileremo perché sia il Comune, sia la Provincia che la Regione intervengano a sostenere questa eccellenza del territorio.

La Fondazione è lo specchio della città e è anche un’impresa che dà la possibilità di occupazione a non poche famiglie. È una risorsa preziosa, salviamo ciò che ci appartiene, salviamo le radici dell’assistenza, salviamo il nostro patrimonio economico culturale e sociale.

Va la piena solidarietà all’Avvocato Gianmarco Beccalli perché si è dimostrato attento e sensibile in quest’ultimo pesantissimo anno.

Come la Cà d’Industria protegge gli anziani noi abbiamo il dovere di tutelare e proteggere la Fondazione.

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Un commento

  1. Si fa sempre molta fatica a decifrare certe dichiarazioni. Non si capisce neppure perché siano fatte. Forse è una timida richiesta per rifinanziare la Fondazione e ripianare i debiti attraverso l’intervento pubblico del Comune? Mah, forse. Dalla lettera si capisce poco se non che quelli di prima erano molto bravi e quelli di adesso meritano solidarietà. Tranquilli non sono i soliti di prima, sono i soliti e basta. Quello che invece è veramente di difficile comprensione è la frase che dice: “…… ma anche persone autosufficienti che hanno scelto Villa Celesia come casa albergo per vivere momenti conviviali e momenti in massima riservatezza”. È il passaggio “….e momenti in massima riservatezza” nella casa albergo che lascia un po’ perplessi!

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