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Como, il cineteatro Politeama acquistato e messo in vendita. Il sarcasmo: “Sindaco geniale imprenditore”

Solo pochi giorni fa raccontavamo, non senza stupore, la giravolta del sindaco Rapinese e della maggioranza in Comune a Como. L’amministrazione in carica infatti nel novembre del 2022 ha acquistato il cineteatro Politeama con tanto di video del primo cittadino che firmava i documenti e annunciava l’inizio della rinascita.

Poi l’altra sera in aula la consigliera della lista Rapinese Sindaco, Paola Tocchetti, ha presentato un ordine del giorno al Documento unico di programmazione in cui “si impegnano sindaco e giunta a valutare la vendita del Politeama destinando il ricavato alla sistemazione dei plessi scolastici non a norma e/o all’impiantistica sportiva e/o agli immobili culturali e/o alla sistemazione di altri beni immobili del Comune di Como”. L’Odg è poi stato approvato e ora, a nemmeno due anni dall’esborso di 1,3 milioni per acquisirlo, il Politeama può tornare sul mercato (qui i dettagli).

Sul tema interviene dal Movimento/Lista Civica Civitas Giorgio Livio, noto avvocato comasco. Riportiamo integralmente il contributo:

Aver comunicato e dato corso nel febbraio 2023 all’acquisto all’asta del Politeama sborsando 1,2 milioni, come fosse un evento epocale ma  senza avere un progetto degno di tal nome e comunque realizzabile (il sindaco si limitò a dichiarare subito dopo che avrebbe sistemato il tetto per eliminare le infiltrazioni e avrebbe reperito finanziamenti per riqualificare l’immobile), è stato uno dei tanti colpi ad effetto senza, tuttavia, esserlo; una iniziativa inutile posta in essere per far parlare di sé; per sentirsi dire “il sindaco fa sul serio, sa cosa fare, è attivo, ha il senso pratico”, insomma è tutto quello che i suoi predecessori non sono stati.
Se, come sostiene l’attuale sindaco, questi ultimi non sono mai stati dei “geni” dell’amministrazione pubblica non lo è neppure lui. La soluzione proposta per il Politeama, che sempre più cade a pezzi, come la sua insegna (“OLITEAMA” la P è caduta) è a dir poco degna di un modesto operatore nel campo immobiliare che, non sapendo come utilizzarlo (la cultura è un optional) e senza riuscire a immaginare progetti di partenariato, individua oggi nella vendita l’unica, e a suo dire sicuramente la migliore, soluzione per fronteggiare urgenti situazioni.
Dopo almeno 15 anni di Consiglio comunale, come poteva non sapere dell’esistenza di certe problematiche quali la necessità di proseguire nelle sistemazioni di scuole e impianti sportivi.
Forse l’astuto e geniale sindaco ha avuto, sin dall’inizio, l’idea di rivendere l’immobile subìto dopo l’acquisto per ricavare denaro da spendere aliunde: una vera volpe della finanza!
Non dobbiamo dimenticarci che per vendere il Politeama vi è bisogno di un buon, anzi di un ottimo, venditore e allora chi meglio del sindaco nella sua prima veste. Nessuno è come lui: è il migliore, sa più di altri come attrarre potenziali acquirenti con bandi ben fatti e a condizioni allettanti. E allora cittadini comaschi non temete il sindaco in un batter d’occhio, anzi in un batter di bando, risolverà la situazione.
Lo stato di degrado del Politeama, sottoposto a vincoli monumentali e urbanistici, lo rende difficilmente vendibile: chi investe milioni di euro per una attività imprenditoriale con tali vincoli e limiti? E dire che esistono diversi studi del Politecnico di Milano sull’utilizzo polifunzionale dell’immobile ma dalle amministrazioni, compresa l’attuale, non sono mai stati presi in considerazione e forse non sono stati neppure letti; i tecnici del Comune e i politici notoriamente sono soggetti pieni di idee e di proposte e non hanno bisogno di suggerimenti altrui, tanto più se provengono da soggetti qualificati.
Se tutto si può modificare in nome dell’interesse comune (cosa che non credo) resta il fatto che il Comune ha già dovuto e dovrà sostenere ingenti esborsi per mantenere e sistemare l’immobile affinché non crolli (mi domando se negli anni abbia mai incassato dalla società Politeama s.r.l., controllata all’82%, l’IMU; ho dei seri dubbi).
Avendo seguito in qualità di legale la pratica di sfratto nei confronti del gestore del bar nel 2012 posso confermare che lo stato interno dell’edificio era ancora peggio di quello esterno, era una vera e propria discarica al chiuso.
Dopo 12 anni di attenta e puntuale manutenzione la situazione sarà sicuramente migliorata! Non credo.
La storia purtroppo non fa che ripetersi senza eccezioni pur cambiando gli interpreti e così la triste Como rimarrà con il povero Politeama sempre più degradato che ai passanti, la maggior parte turisti, sembra chiedere aiuto prima del crollo definitivo.
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