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Como, Rapinese e il consiglio provinciale: il sostegno di 9 sindaci, i Comuni dove ha fatto incetta di firme, l’ipotesi 3 seggi, sbagliato sottovalutarlo. Tutti i numeri

Il 9 settembre scorso Villa Saporiti faceva sapere che sono tre le liste in corsa per le elezioni di 12 consiglieri nella nuova assemblea della Provincia di Como: la Lista Rapinese (sindaco di Como), la Lista Centro Destra in Provincia e infine la Lista Democratici e Civici per la Provincia, dell’area di centrosinistra (qui i candidati). Urne aperte il prossimo 29 settembre quando non si eleggerà il presidente, Fiorenzo Bongiasca resterà ancora in carica per i prossimi 2 anni, e voteranno soltanto sindaci e consiglieri comunali, si tratta infatti di elezioni di secondo livello con voto ponderato.

Oggi, recuperati i dati, è possibile analizzare un po’ meglio numeri e risultati ottenuti dal sindaco di Como che è partito lancia in resta verso l’Amministrazione Provinciale al grido: “Cacciamo i partiti e i loro inciuci” (La Provincia, 19 agosto 2024) con successive bordate video (qui il racconto).

Come noto per correre alle elezioni del consiglio provinciale i candidati, solo amministratori, devono ottenere le firme a sostegno della propria lista da parte di altri amministratori: cioè sindaci e consiglieri. Ne servivano 90 su 1.757 totali (che poi sono gli stessi votanti alle elezioni). In questo senso la lista presentata da Alessandro Rapinese si è piazzata prima con 163 adesioni, seguivano il Centrosinistra con 145 e il Centrodestra con 132.

Scorrendo l’elenco dei firmatari poi saltano all’occhio alcuni elementi. I comuni dove Rapinese ha fatto incetta di consensi sono Mozzate (5) Carate Urio (5 con il sostegno del sindaco Paola Pepe) Tavernerio (6, cioè tutta la maggioranza tranne il sindaco Mirko Paulon che invece ha firmato per il centrosinistra), Uggiate con Ronago (6, con la sigla del primo cittadino Ermes Tettamanti), Griante (7, con il sindaco Pietro Ortelli) Sormano (7 anche qui con l’appoggio del sindaco, Giuseppe Sormani), San Nazzaro Val Cavargna (7, sostenuto dal sindaco Tiziana Rita Guidi), Blessagno (8) Claino con Osteno (9, ancora con l’appoggio del primo cittadino, Giovanni Bernasconi), Valsolda (9, con il sindaco Laura Romanò) e Como naturalmente (14).

Altri sindaci, oltre a quelli già citati, che hanno voluto la candidatura della lista Rapinese in provincia sono Laura Abbate di Cerano d’Intelvi e Giancarlo Premoli di Laglio. Nove quindi, e a macchia (dato da non sottovalutare), le donne e gli uomini col tricolore che hanno appoggiato il progetto del primo cittadino del capoluogo. Si tratta di Comuni che in alcuni casi hanno un discreto peso nel voto ponderato, sistema con cui si calcola l’esito elettorale per il consiglio provinciale. Parliamo di Tavernerio, Uggiate con Ronago e Mozzate.

Insomma, sul piatto ci sono dati politicamente significativi poiché Rapinese non presenta, a differenza delle altre due liste di Centrodestra e Centrosinistra, candidati presi in tutto il territorio per una rappresentanza variegata ma solo dal consiglio comunale del capoluogo. Quindi alla domanda ipotetica “Perché un amministratore di Claino con Osteno dovrebbe votare un consigliere comunale o il sindaco di Como per la Provincia?” si può presumibilmente rispondere: perché crede nel progetto politico.

Se invece si tratti in alcuni casi non di una adesione ideologica e ideale ma di una più pragmatica posizione anti Bongiasca, anti partiti, anti ex amici o la somma di tutti i fattori (che comunque, pur indirettamente, aderisce alla battaglia contro quell’inciucio della politica denunciato appunto ai quattro palmenti da Rapinese) non possiamo dirlo.

Ma il segnale è chiaro e non va sottovalutato. Anzi, riformulando: non è già stato sottovalutato nelle, diciamo, stanze che contano. Il viceversa sarebbe stato da sciocchi, i numeri sono lì da vedere (e li trovate completi in fondo all’articolo). Certo, non sono macroscopici ma uno come Rapinese alla fine, pur con tutti i fattori incidenti e contingenti del giugno elettorale 2022, dopo 18 anni all’opposizione sindaco di Como lo è diventato, come aveva promesso. E questo è un fatto. L’altro fatto è che ha lavorato bene per le Provinciali contando solo sulle forze della propria lista, ha convinto: le 163 firme dicono molto. Può piacere o non piacere ma di sicuro non può essere ridotto a fenomeno estemporaneo, almeno cristallizzando l’oggi.

Tornando alle firme, si possono notare due piccole curiosità. L’appoggio a Rapinese dall’ex sindaco di Cernobbio, oggi consigliera d’opposizione, Simona Saladini, storicamente anima del Centrodestra più classico. Mentre ad Albese con Cassano spicca la firma di Carlo Ballabio un tempo vicesindaco dell’attuale Alberto Gaffuri, poi diventato sindaco e ora tra le file dell’opposizione con di nuovo Gaffuri primo cittadino. E poi c’è il caso già citato di Tavernerio con 6 firme, cioè tutta la maggioranza tranne il sindaco Mirko Paulon che invece ha firmato per il centrosinistra. Curioso (o forse non proprio, ma è un’altra faccenda).

Come si diceva il voto provinciale è basato sull’indice di ponderazione. In sostanza, ogni voto pesa in base alla popolazione complessiva del comune da cui proviene l’amministratore-elettore. A oggi Rapinese prenderà certamente due seggi ma non è affatto improbabile (fatti due conti sui numeri anagrafici aggiornati) possa arrivare anche a tre. Minoranza sì ma di peso, potrebbe rappresentare un quarto dell’aula.

E ora per gli amanti dei microparticolari ecco, Comune per Comune, il dettaglio delle firme a sostegno delle liste (abbiamo esportato tutto in due Pdf. Navigabili con la barra in fondo):

Firme-Elezioni-Consiglio-Provinciale

Qui i dati sintetici:

SINTETICO-Firme-Elezioni-Consiglio-Provinciale
© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 Commenti

  1. Le Amministrazioni Provinciali devono essere abolite, in quanto sovrastrutture inutili e mangiasoldi!

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