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Punti di vista

Dotti e i movieri sulla Regina: “Insultati senza colpe. Vittime di maleducati. Io urlo: rispetto!”

Bella stagione, sulla statale Regina, non equivale soltanto a turismo, bellezza e paesaggio. Anche, ormai da decenni, a ingorghi e caos lungo la vecchia e sovraffollatissima strada che solca la costa del Lario.

Oltre ai problemi noti, come riferisce “La Provincia”, ora se ne aggiunge un altro: l’esasperazione degli automobilisti che, talvolta, si riversa sugli incolpevoli movieri dislocati lungo la strada per agevolare e controllare la circolazione. Vittime sacrificali, insomma, per ore sotto la pioggia o sotto il sole eppure al centro di improperi e scatti di nervi da chi al volante è costretto alle estenuanti code di stagione.

“Basta insulti – è sbottato davanti al taccuino di Marco Palumbo il presidente del Consorzio Concerto, Carlo Venturini, a cui fanno capo i movieri su decisione del comune di Tremezzina – I movieri meritano rispetto ed è inutile imputare loro le colpe che non hanno”.

Ebbene, oggi a difesa degli uomini su strada si schiera anche una voce pesante sul lago: quella di Roberto Dotti, campione del mondo di ciclismo su pista nel 1985. Riportiamo integralmente il suo intervento.

Vorrei spezzare una lancia a favore dei movieri che purtroppo sono giornalmente bistrattati e insultati come se la condizione del traffico asfissiante che giornalmente si crea sulla statale Regina tra Colonno e Lenno fosse una loro colpa e non colpa, invece, di chi maleducatamente parcheggia sulla statale per prendere un giornale, scaricare un furgone o peggio ancora per fermarsi a bere un caffè.

Oppure ancora per chi maleducatamente passa con il rosso o per quei governi che per decenni hanno sempre insabbiato qualsiasi soluzione alternativa a una strada creata anni e anni dietro dove il traffico era qualche carro trascinato da buoi.

Ora chiedo a squarciagola rispetto per i movieri che con pochi mezzi stanno facendo l’impossibile per alleggerire il disagio di chi percorre una strada oramai obsoleta.

Chiedo rispetto per chi con abnegazione e professione svolge un lavoro che pochi farebbero

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