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Fridays For Future: “Come possono i Verdi sostenere il secondo lotto della Tangenziale?”

Il sì dei Verdi comaschi, capitanati da Elisabetta Patelli, al completamento della Tangenziale di Como (a livello più politico che pratico, visto che il secondo lotto è arenato senza finanziamenti ormai da anni), ha inevitabilmente scatenato il dibattito.

ComoZero ha rivelato il contenuto delle Linee programmatiche della coalizione di centrosinistra che appoggia la candidata sindaco di Como, Barbara Minghetti, dove appunto compaiono sia il sostegno al completamento dell’opera, sia la firma (tra gli altri) degli ecologisti.

La bozza di programma di Minghetti: c’è il secondo lotto della Tangenziale (firmato pure dai Verdi)

Patelli, poi, ha voluto precisare con una lunga lettera al giornale il perché della sua posizione.

Patelli (Verdi): “Il mio sì alla Tangenziale? I no ideologici sono di ecologisti improvvisati, noi studiamo”

Ora, però, arriva una nota fortemente critica con i Verdi firmata dal movimento Fridays For Future. Alleghiamo il documento integralmente di seguito.

Apprendiamo dalla stampa locale che il partito dei Verdi appoggia niente poco di meno che il secondo lotto della tangenziale di Como, compreso nel progetto “Autostrada Pedemontana Lombarda”.

Ci chiediamo come sia possibile che un partito che si dichiara “Verde” possa sostenere un progetto del genere.

Chiediamoci se oggi il punto non sia costruire nuove opere stradali per spostare del traffico, ma efficientare il trasporto pubblico in modo che i cittadini abbiano la possibilità di muoversi con bus e treni.

Servono investimenti per attuare l’integrazione ferro-gomma nelle stazioni, l’aumento della frequenza di bus urbani ed extraurbani in base a uno studio su origine e destinazione del traffico (che oggi a Como non c’è) e un’abbattimento del costo dei biglietti per agevolare i cittadini a privilegiare il mezzo collettivo rispetto al mezzo individuale.

Facciamo poi in modo che avvenga un potenziamento dei servizi ferroviari sulle tratte esistenti come sulla linea Como-Lecco dove le stazioni sono “scollegate” al Tpl su gomma.

Lo stesso discorso riportiamolo sul tema della mobilità delle merci. Facciamo in modo di spostare quote merci da gomma a rotaia come avvenuto in Svizzera con il progetto “AlpTransit”, allegeriamo il carico veicolare dalle strade studiando soluzioni per la logistica dell’ultimo miglio e pianifichiamo processi di riurbanizzazione in modo da ridurre il traffico pesante di attraversamento delle città.

Ma evitiamo di far tornare a galla un progetto che presenta più costi ambientali (su qualità dell’aria, paesaggio, equilibri idrogeologici) che reali benefici ai cittadini (spostiamo il traffico, e poi?).

No al II°lotto della tangenziale di Como!
Sì a una mobilità sostenibile!

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5 Commenti

  1. Pura ideologia: il TPL è importante e va incentivato, ma non potrà mai sostituire completamente il mezzo privato, specialmente in tutti i paesi che costellano la provincia.

    Non serve mettere sempre tutti contro tutti, con posizioni oltranziste, come se gli interventi si escludessero necessariamente a vicenda: va fatto uno (investire sul treno, elettrificare la linea Como-Lecco, etc..) E va fatto l’altro (dirottare il traffico di passaggio, senza farlo arrivare in città).

  2. Apprendiamo, ci chiediamo, chiediamoci,….., riportiamolo, evitiamo….prima persona plurale. Servono investimenti…..terza persona plurale! Un modo di comunicare di chi è abituato a chiedere e non a studiare e a proporre motivando soluzioni fattibili e a basso costo. Per rendere fattibile il loro disegno è necessario creare un modello che consenta di ridurre i tempi di percorrenza “ferro-gomma” a un livello non troppo superiore all’attuale percorrenza della sola “gomma”. È violenza gratuita obbligare i pendolari a passare molto del proprio tempo sui mezzi pubblici quando in auto ci potrebbero mettere molto meno. Per poter raggiungere rapidamente le stazioni della Lecco-Como, che, per chi non lo sapesse, non sono vicine a tutti i centri abitati, è necessario decongestionare il traffico sulle tratte Lecco-Como e Bergamo-Como. Per poterlo fare è necessario in primis dirottare il traffico di transito, soprattutto pesante, non diretto a Como verso i collegamenti autostradali. L’unica è il secondo lotto della tangenziale. È il male minore e soprattutto è la “conditio sine qua non” di tutte le soluzioni praticabili. Purtroppo, non ci sono molte alternative. Questa è la verità. Oltre a dire che “servono investimenti” e a dire che “apprendiamo”, “chiediamo” ecc.ecc. sarebbe opportuno che spieghino la loro ipotesi e facciano vedere quali potrebbero essere i tempi medi di percorrenza, i numeri dei potenziali viaggiatori in treno, il costo medio del viaggio, la riduzione potenziale del traffico su gomma e gli investimenti di progetti fattibili e soprattutto praticabili. Gli slogan non servono a nulla. Bisogna studiare e soprattutto dimostrare la validità delle proprie tesi.

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