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Patelli (Verdi): “Il mio sì alla Tangenziale? I no ideologici sono di ecologisti improvvisati, noi studiamo”

Nelle linee programmatiche della coalizione di centrosinistra che sostiene la candidata sindaco Barbara Minghetti compariva – tra i pochi punti specifici – il sì al completamento della Tangenziale di Como, come noto realizzata soltanto per un terzo rispetto al progetto originario (a oggi accantonato e non finanziato). Un’infrastruttura faraonica, che ha sempre visto ampia parte del movimento ambientalista contraria, fatta eccezione per i Verdi di Como, che infatti – con Elisabetta Patelli – hanno sottoscritto le linee programmatiche dell’alleanza per le elezioni di primavera e dunque anche il tentativo di completare l’infrastruttura.

Ora, rispetto all’articolo pubblicato questa mattina che evidenziava proprio questa peculiarità nel titolo, Patelli tiene ad alcune precisazioni pubbliche. Le pubblichiamo integralmente di seguito.

La bozza di programma di Minghetti: c’è il secondo lotto della Tangenziale (firmato pure dai Verdi)

Si fa presto a dire “ambientalisti.” I commenti pilotati celati da pseudonimi ci interessano nulla, ma l’informazione pubblica deve essere corretta e completa. Intervengo quindi a nome dei Verdi di Como, ora Europa Verde Como, perchè sono stati citati in modo ambiguo sulla questione tangenziale.

Sempre, sottolineo sempre, a partire dal Piano Gelmini, unica geniale risposta completa e integrata per il traffico a Como, redatto grazie all’Assessorato allora affidato ai Verdi, il nostro partito è stato ed è favorevole ad un sistema completo tangenziale esterno, la risposta intelligente alla necessità di drenare il traffico “di attraversamento” che, data la morfologia del nostro territorio, impesta la città.

Da ogni punto cardinale infatti, per passare da una direttrice all’altra, il traffico deve quasi sempre attraversare la convalle, condizionando pesantemente la qualità della vita e la salute dei cittadini. Certo non è il fulcro della nostra proposta, una Tangenziale, così come non basterebbe da sola una Ztl, avulsa da un piano generale; la Tangenziale esterna è solo un segmento di un piano più complesso e articolato per liberare la nostra città dalla congestione, dall’avvelenamento per polveri sottili e dare spazio ai pedoni, ai residenti, alle bici, ai bambini, agli anziani, ai disabili e in generale a tutti i cittadini.

Un sistema monco e frammentato, al contrario, aumenta accumuli nei colli di bottiglia che sfociano su normali strade provinciali.

Per ulteriore chiarezza: da sempre sosteniamo che le tangenziali non si disegnano sulla carta con un tratto di penna, ma si progettano in modo che assolvano alla loro funzione per dimensioni e tracciato e secondo il percorso meno impattante possibile, senza devastare parchi e aree protette.

Infine, come accade in Nord Europa, bisogna impedire con vincoli precisi sui terreni adiacenti il giochetto della speculazione sui suoli, tale per cui essi si trasformare in grimaldello per la conversione di destinazione e il proliferare di mega-centri commerciali e mega-svicoli devastanti.

Insomma basta far riferimento alle realtà più civili e moderne per capire che le tangenziali sono utili capitoli di una mobilità intelligente e sostenibile, se progettate con rispetto delle comunità e dell’ambiente.

La viabilità è un sistema complesso che va anzitutto conosciuto e richiede risposte diversificate. E’ un sistema elastico tale per ogni segmento interferisce con gli altri. Ogni tipologia, ferro- gomma-acqua può svolgere un ruolo positivo o negativo a seconda dell’obiettivo generale e a seconda di come si integra con gli altri.

Insomma la mobilità è materia seria e difficile che richiede anzitutto obiettivi chiari, un’ottica della complessità, conoscenza specifica e approfondimento.

Preclusioni ideologiche contro le tangenziali sono prerogativa di ecologisti improvvisati, ideologici o populisti o che si danno una patina di verde per acchiappare voti di una consapevolezza sempre più allargata verso la tutela dell’ambiente. Non certo di Verdi che studiano e conoscono e che assumendo anche il nome Europa Verde hanno aderito alla più grande famiglia europea, per storia e tradizione anti-ideologica e assolutamente pragmatica.

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5 Commenti

  1. Almeno si proponga una analisi costi/benefici o comunque una analisi. Non basta dire noi sappiamo e accusare gli altri di non sapere. Inoltre richiamarsi a pratiche virtuose d’oltralpe purtroppo sappiamo benissimo essere una utopia. Per non parlare dei costi delle opere pubbliche che in Italia sono ben maggiori. Senza parlare delle sconcio paesaggistico e viabilistico realezzato a Grandate per la tangenziale. Non a caso i verdi da noi non esistono. E questa presa di posizione ne è l’ennesima conferma. Purtroppo

  2. È evidente anche se certi fanno finta di non comprenderlo che senza il secondo lotto della tangenziale il traffico di passaggio, soprattutto quello pesante, transita a ridosso della città e condiziona la circolazione e di conseguenza l’inquinamento di Como e dei paesi limitrofi. È evidente. Come è evidente che la ferrovia Lecco-Como può, forse, diventare utile fino a Cantù ma dopo Cantù non serve a nulla. Basta vedere dove sono posizionate le stazioni. Basta vedere la frequenza delle corse, basta vedere dall’orario a che ora bisognerebbe uscire di casa per prendere il treno e arrivare a un’ora decente in città. Come è altrettanto evidente che fino a quando Como non ritorna a fare il capoluogo e a discutere di flussi di traffico con i paesi e le altre cittadine della provincia non sarà mai in grado di uscire dal caos. Ed è altrettanto evidente che certe prese di posizione non portano a nulla perché non propongono alternative. Per intendersi, chi non vuole il secondo lotto della tangenziale cosa propone per evitare gli incolonnamenti di chi da Albavilla, Albese, Erba, Alzate Brianza deve scendere per lavoro o per studio a Como?

  3. Ma si dai che vuoi che sia un po’ di cemento, di camion, e di ruspe in mezzo all’Oasi del Bassone…..

  4. Un passo obbligato. Ricordiamo che Como è terra la 5 città d’Italia peggiori per la qualità dell’aria.

  5. Nulla da eccepire, la maggior parte del traffico pesante e non, che soffoca la Briantea tra S. Martino e Tavernerio, verrebbe deviato e la qualità dell’aria ne gioverebbe tantissimo.

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