Non saremo certo noi a poter aggiungere qualcosa all’elezione al mito di Diego Armando Maradona, scomparso ieri a 60 anni. Ma un ricordo particolare da un salernitano trapiantato con successo in riva al Lario – da sempre ammiratore del Pibe de Oro – è possibile rilanciarlo. E’ quello che ha voluto tributare Sergio Gaddi, commercialista, ex assessore alla Cultura, esponente storico di Forza Italia e curatore di mostre internazionali, al genio del Dieci argentino.
Lo pubblichiamo di seguito integralmente.
Ho compassione per i nano-moralisti che fanno le pulci alla vicenda umana di Maradona, separandola da quella sportiva.
I poveretti non capiscono che il genio non deve rispettare nessuna regola, nessuna prescrizione, nessuna convenzione.
Anzi, in virtù della sua superiorità ha il dovere di infrangerle tutte. Al genio non si può chiedere di essere normale, o di presentarsi in orario agli allenamenti. E il motivo non solo è molto semplice, ma è profondamente etico.
La quantità di energia, visione, umanità, talento e capacità di diventare ideale collettivo di felicità supera qualsiasi peccato, qualunque distorsione, qualsiasi sregolatezza autodistruttiva. In questo scampolo di storia grigio e triste, non capirlo significa essere contabili piccoli piccoli dell’esistenza, stitici e tirchi nell’espressione di passioni e sentimenti.
Ma pensare che chiunque possa avere gli stessi diritti del genio per una piatta e ingiusta idea di democrazia politicamente corretta, vuol dire essere completamente pazzi e orrendamente presuntuosi.
Maradona è il genio diventato mito. Nel calcio come nella vita.
Molti l’hanno paragonato giustamente a Caravaggio, che resta immortale pur essendo un assassino. Io aggiungo Picasso, che è artista assoluto pur avendo devastato molte donne e altrettanti uomini. E senza Caravaggio, Picasso e Maradona il mondo sarebbe certamente più lugubre.
3 Commenti
Vero. E Mussolini è stato bravo a fare tante opere per l’Italia. Non parliamo di un artista (folle per definizione) ma di un genio del pallone, la cui vita deve poter essere giudicata perché non facente parte della genialità. Sul mito concordo.
@Libero.Nel suo periodo parigino, Picasso non disdegnava esperienze a base di oppio, laudano ed assenzio……
Anche Caravaggio si drogava?