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Ha senso uno sport dove l’obiettivo è il dolore dell’altro? Ricordate Muhammad Alì ad Atlanta? Ecco perché la boxe va abolita, almeno dalle olimpiadi

Tutta Italia, ma cosa dico, tutto il pianeta si è interrogata quest’estate chiedendosi se la pugile Carini avesse dovuto incrociare i guantoni con l’algerina Khelif o al contrario ritirarsi subito. Anzi, si incolpa il CIO, il comitato olimpico, per non aver impedito a una pugile con tanto testosterone di battersi con altre dotate maggiormente di altri ormoni.

Crediamo invece che la domanda corretta sia: è giusto, anzi, è normale uno sport che ha come obiettivo un partecipante che debba far male e abbatterne un altro? Possibilmente colpendogli/le la faccia? Diciamola tutta: se si mira al “knock down”, cioè atterrare, è tramite un trauma al cervello che tolga per un attimo, o per sempre, i contatti con il midollo spinale e quindi faccia cadere l’avversario.

Vi sembra un risultato sportivo cui ambire o un gesto di aggressività censurabile? Beh, c’è la cintura, non si può colpire sotto la stessa per evitare conseguenze, e tra le donne ci sono altre aree del corpo protette dai pugni.

La faccia no, invece, dagli sotto allora, rovinagli/le il naso, le labbra, gli occhi e il contenuto cranico. Conseguenze? Nell’immediato un pugno in faccia può creare strappamento di arterie e vene posizionate tra il cranio e le meningi o tra queste e il cervello o dentro lo stesso: ematomi epidurali, sottodurali acuti e cronici, emorragia subaracnoidea e financo intraparenchimale, cioè all’interno del tessuto cerebrale. Ma no, dai, hanno i guantoni che attenuano i colpi, e i dilettanti si mettono anche i caschetti. Beh, chiedetelo, se li trovate in giro, agli oltre 500 morti nell’ultimo secolo di boxing (dati ufficiali, metteteci poi gli incontri clandestini).

Ma poiché non tutti per fortuna muoiono, andate a vedere quelli che sono sopravvissuti all’ emorragie cerebrali elencate sopra. Ma non ci sono solo paresi, carrozzine, letti di degenza, afasie e deficit neurologici focali vari. Chi ha conosciuto Muhammad Alì, la libellula che saltava sul ring di Kinshasa il 30 ottobre 1974 contro George Foreman (“Ali bomaye” gridavano, cioè “Ali uccidilo”, a proposito di sport appunto) in “The Rumble in the Jungle”, l’ha poi riconosciuto ad Atlanta 1996 accendere a fatica il braciere olimpico? Da libellula danzante a uomo rigido e tremante per effetto della “punch drunk syndrome”, l’encefalopatia traumatica cronica dovuta a ripetuti traumi cerebrali (i pugni ricevuti in faccia appunto). E non esiste una statistica ufficiale a tale riguardo, cioè quanti pugili, che non sono morti o si sono ammalati prima, hanno sviluppato questa condizione 20-30 anni dopo.

È quindi uno sport? È uno sport accettabile o è una barbarie cercare di fare del male a un altro tuo simile? “Mi ha fatto male, mi ha fatto troppo male” frignava la pugile italiana sotto i colpi dell’algerina. E che cosa si aspettava? Delle carezze? Se al posto della presunta transgender ci fosse stata una corpulenta filippina o una montagna di muscoli Maori sarebbero stati più sopportabili i colpi? Con gli anni cambiano le sensibilità della popolazione e i suoi valori sociali, è possibile immaginare ancora uno sport che ha come obiettivo, ripeto, non come effetto collaterale, il male dell’avversario, e con questo le possibili conseguenze patologiche a breve e a distanza di tempo che abbiamo sopra elencato? Allora vediamo se qualcuno ci segue: basta boxe, o per lo meno mai più nel nome dello sport olimpico.

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82 Commenti

    1. Vedo adesso mia risposta a un commento di un altro lettore finita come commento che sembra approvare il contenuto dell’articolo, in realtà è il contrario, meglio specificare, anche se con leggerissimo ritardo 😁.

  1. Buongiorno,
    Condivido il concetto, in quanto non ha senso combattere, prendendo a pugni un’avversario, per un trofeo! Allo stesso tempo, condivido l’idea di obbligo di protezioni, più consistenti, per gli atleti di qualsiasi livello che vogliono combattere. Detto questo da ex istruttore di kickboxing e krav Maga, bisogna distinguere tra attività agonistica e pratica finalizzata alla salute psicofisica e alla difesa personale. Sulla prima possiamo discutere e condividere il pensiero, sulle altre due, salute e diritto a difendersi, credo, che non siano discutibili. No violenza gratuita! Ricordiamo che le arti marziali, sono nate per la difesa. Dopodiché, i soldi, e la ricerca della fama, le hanno fatte diventare un business! Ad Maiora.

  2. Sono un ex pugile dilettante ( 82 i, 81 vittorie 1 sconfitta 0 pareggi 48 ko ) , mia figlia ha intrapreso da poco
    Il mio stesso percorso sportivo. Esiste più rispetto tra due pugili che tra molti calciatori. Combattiamo ma ci rispettiamo. Non si può dire lo stesso per altri sport
    Sono dell’idea che il pugilato sia per pochi, non per tutti. Quindi più che preoccuparsi di bandire uno sport sarebbe il caso che gli istruttori scegliessero meglio i propri pugili.
    Tornassi indietro rifarei lo stesso percorso.

  3. La Boxe e’ piena anche di storie di profonda amicizia, solidarieta’ e soprattuto umanita’ tra pugili come in pochi altri contesti. Consiglio soprattutto all’autore di leggere il libro di Fausto Narducci “le leggende della boxe”. Scoprira’ che non e’ solo un ambiente di barbari assetati di sangue.. e che e’ un luogo comune: “passione boxe uguale ignoranza”.. fior d’intellettuali a cominciare da Hemingway l’hanno amata e praticata. Buona parte di quanto scritto e’ condivisibile.. ma non tutto. La verita’ come in tante cose della vita e’ sempre a meta’ strada. L’ ideale sarebbe diminuire la durata delle riprese ed il numero tanto per iniziare. Poi rendere il caschetto obbligatorio anche nei professionisti e soprattutto studiarne un nuovo tipo con materiali piu’ adatti ad attudire i colpi. La tecnologia oggi giorno (se si vuole non manca). Infine riunificare le federazioni perche’ troppe sigle sono una buffonata che fa’ male alla popolarita’ della boxe. Queste tre cose , soprattutto le prime due, renderebbero quasi a zero il giusto discorso fatto sui rischi e le conseguenze. Ma non si puo’ eliminare una delle arti piu’ antiche dalle olimpiadi. Riguardo alla violenza.. troppe cose sono piu’ violente anche a livello morale in questa squallida societa’..

  4. Ho praticato arti marziali per anni prima di passare al pugilato..lo sport più duro e bello del mondo.
    Mi ha aiutato a superare le mie paure e anche se qualcuno non ci crederà ad avere molto più autocontrollo e rispetto verso le persone.
    La boxe è un mito, il più grande atleta i sempre dentro e fuori dal ring è stato Muhammad Alì, la boxe ha aiutato un sacco di disgraziati a riscattarsi.
    Per mia esperienza nella palestra che frequentavo si insegnava rispetto ed umiltà, niente di ciò ho visto in molti altri sport più blasonati.
    P.s. prendevo e davo pugni ma era una scelta personale e consapevole, nessuno obbliga nessuno.

  5. Mi accodo ai commenti di chi nota che le considerazioni dell’articolo sono tipiche di chi non ha mai praticato e non conosce la boxe e gli sport da combattimento. Anche in questi sport l’obiettivo è dimostrare di essere più forti e “fare male” è anche qui un effetto collaterale e inoltre il dolore per un colpo subito, per chi fa questi sport, ha un significato molto diverso. Chi pratica questi sport infatti sente e sa gestire il dolore in modo diverso. Inoltre il tutto si svolge nell’ambito di regole definite e, salvo rarissime eccezioni, con un fairplay raramente eguagliato dagli altri sport.

  6. Innanzitutto è una scelta, in secondo luogo la boxe di oggi non è arbitrata come una volta, si mira più al punto che al ko. I ko ci sono ma sono molto più rari rispetto ad una volta, inoltre c’è differenza tra boxe professionale (tipo Ali) e boxe olimpica. Regole diverse, modus operandi diverso.

  7. Sono sempre stato un appassionato di pugilato ,i match di Muhammad Alì per me sono stati il più grande spettacolo del mondo , ( per la mentalità che avevo allora ),ma a chi vuole abolire la boxe è impossibile dare torto, il loro ragionamento non fa una piega e alla stessa conclusione voglio ricordare erano arrivati anche Howard Cosell e Ferdie Pacheco . Ricordo che nei primi anni 70 , Foreman diceva seriamente che voleva uccidere l’avversario .La realtà vera è che la boxe non è uno sport.La sensibilità a livello generale è cambiata e bisogna essere obbiettivi , comunque ormai è quasi del tutto scomparsa dalla TV ( la boxe professionistica) e anche in America è in forte declino.

  8. Oltre 500 morti nel mondo in un secolo. E che sono 500 morti nel mondo in un secolo di attività? Chi ha scritto quest’ articolo ha qualche cognizione di statistica?

  9. Articolo scritto da chi non ha mai praticato srti marziali e, tantomeno, ne capisce lo spirito. La vita è molto più dolorosa ed è senza regole: abituarsi a combattere con coraggio e lealtà rende gli uomini e le donne migliori. Certo, in questa società che qualcuno vorrebbe sempre più fluida, inane e dipendente dallo smartphone, gli sport marziali risultano controproducenti e si dipingono come quasi osceni, ma sono invece l’antidoto!

    1. credo che bisognerebbe smetterla di scrivere su cose che non si conoscono e dare l’esempio piuttosto che inseguire l’Hype.
      O si scrive un articolo serio, fornendo un contributo nuovo, o si punta solo ad agitare e solleticate l’ignoranza la partigianeria e lo schieramento ‘Allora vediamo se qualcuno ci segue”.
      E comunque i morti sono 700 per quanto ne so, se si vuole fare clamore facciamolo per bene.

  10. Ma chi se ne frega che è pericoloso. Nessuno è obbligato a fare sport da combattimento e chi lo fa è consapevole dei rischi.
    È uno sport bellissimo , è l’idea di abbolirlo per fare contenti degli svirilizzati petalosi progressisti è una follia.

  11. Due atleti, non due persone. Entrambi capaci di offendere e difendersi allo stesso livello che si confrontano in un’arte, quella del combattimento. Il combattimento pugilistico è un’attività che prevede i pugni ma che si fa con la testa, dove la prima regola è SALVAGUARDARE LA SALUTE DELL’ATLETA.
    Il pugilato insegna a ragionare, a cercare sempre una soluzione, che cadere a tappeto non è perdere ma che perdere è non avere il coraggio di rialzarsi.
    In una palestra di pugilato non si sente volare una mosca. Mai una bestemmia, una parolaccia, mai una mancanza di rispetto verso il primo o l’ultimo compagno. Gli atleti più capaci sono i più umili e i più disponibili.
    Solo chi non è mai entrato in una palestra di pugilato può partorire un articolo del genere.
    Ciaone

    1. Io non ho praticato pugilato ma kick boxing a livello amatoriale per tenermi in forma e perché era divertente fare sparring, confermo che non ho mai sentito una parolaccia, tantomeno una bestemmia, i maestri persone corrette che stimolavano a dare il meglio ma senza mai offendere, i compagni persone serie e quelli di loro arrivati ad alti livelli ( in palestra si allenavano anche un campione del mondo e due campioni italiani ) non si davano arie, raramente capitava a provare qualche testa di quarzo di cui si capivano subito le intenzioni ( venire solo per menare le mani per farlo anche fuori ) ma i maestri di cui sopra li mettevano subito in riga, tipicamente facendoli salire sul ring con i campioni di cui sopra che utilizzando una piccola % delle loro capacità li buttavano giù ripetutamente pur senza fargli troppo male, per i tizi l’umiliazione era tale che non si ripresentavano.

      Un po’chino di botte ne ho prese e date, qualche livido un po’ di sangue dal naso ma poca roba ovviamente rispetto a un agonista, solo un paio di volte me la son vista non benissimo, facendo guanti con un campione regionale ( che, per inciso, utilizzava tecniche molto spettacolari ) il quale pur non rientrando nella categoria di quelli citati prima menava come un fabbro a prescindere perché gli veniva istintivo andarci pesante, per quanto un minimo di controllo riuscisse ad esercitarlo anche su input dei maestri, una volta ho preso un gancio al mento e un sidekick al fegato belli tosti andando giù, dopo il primo mi sono rialzato subito, il secondo mi ha piegato in due togliendomi il fiato, finita lì.
      Devo dire che ci avevo messo un tantino del mio quando all’inizio vedendolo con la guardia scoperta l’ho colpito al viso in maniera abbastanza forte scuotendolo un po’, una botta di fortuna, conoscendo la sua fama il primo pensiero è stato adesso mi fa un mazzo tanto e in effetti 🙂
      cmq il vantaggio di tirare con tipi così è che con gli altri poi vai bel tranquillo sentendoti pure ringalluzzito, piccole sensazioni piuttosto gradevoli.

    2. Ho frequentato a lungo palestre di pugilato, ho visto mosche volare ed ho sentito persone bestemmiare. Ho conosciuto ragazzini di quartieri molto poveri il cui unico scopo era quello di guadagnarsi da vivere scambiandosi dei pugni devastanti come da richiesta del loro maestro. Ho conosciuto pugili che si sono venduti i match per un pugno di soldi. Il pugilato professionistico non ha nulla di sportivo, a differenza di quello olimpico in cui ciò che conta,Bo contava, è lo stile e la tecnica piuttosto che la sola forza. Parlare di arte mi sembra eccessivo, io ci vedo solo tanta sofferenza. Diverso è per un amatore, come io sono stato, in cui ciò che si ricerca è il superamento di i alcune insicurezze ed inoltre lo si pratica in virtù dei benefici dati da un intensa attività motoria. Oggi al pugilato preferisco il Karate, disciplina in cui si ricerca il punto e dove non si deve scaricare tutta la propria forza ma dove semplicemente si dimostra al proprio avversario la padronanza di una tecnica che non necessita di essere applicata in tutta la sua durezza perché di questa in palestra non c’è alcun bisogno.

      1. Sì, c’è da dire che probabilmente il pugilato si discosta un po’ dalle altre arti marziali, sia quelle più moderne che a maggior ragione quelle tradizionali orientali, riguardo la mentalità media dei praticanti.

        Adesso qlcs è cambiato, perlomeno in alcune palestre, ma ricordo che una volta la frequentazione di una palestra di boxe era finalizzata esclusivamente all’attività agonistica.

        Inoltre al contrario ad esempio di savate e kickboxing dove esiste anche la categoria light contact ( mi avevano iscritto a campionato regionale in due occasioni ma per vari motivi non ho potuto partecipare, gran fortuna per gli eventuali spettatori 😁, però è un’esperienza che mi sarebbe piaciuto fare per quanto il timore di fare la figura del pirla penso avrebbe fatto capolino nei giorni precedenti l’incontro ).

        Circa l’ambiente della boxe immagino contino parecchio anche l’atteggiamento dei maestri e il contesto dove la palestra è ubicata.

        Cmq mi è sembrato che alle ultime Olimpiadi la tendenza, al contrario delle precedenti edizioni e della boxe dilettantistica in genere, è stata quella di premiare di più un pugilato offensivo e la potenza dei colpi, detto per inciso il livello l’ho trovato parecchio più basso rispetto non solo ai tempi d’oro ma anche ad epoche più recenti ( non collego necessariamente le due cose, il mio pugile preferito in assoluto è Rocky Marciano martellatore implacabile che attaccava dal primo all’ultimo secondo 🙂 )

  12. Essere ignorante non è una vergogna, la vergogna è non avere voglia di imparare.
    Forse sarebbe meglio allargare un po’ il paraocchi per capire che lo sport ( tutto) è fatto da impegno, fatica, sudore e spesso dolore.
    Da millenni esistono sport da combattimento.
    Tysandros di Naxos.

  13. Non posso che complimentarmi per il coraggio di aver scritto un articolo del quale difficilmente troveremo simili!!!…..anzi, non bastano neanche i complimenti per esibire ciò che mi hanno trasmesso le tue parole….hai s/velato il vero marcio che c’è sotto una pratica che ci hanno fatto “ingurgitare” come disciplina sportiva e che realmente è soltanto una delle tante/innumerevoli dimostrazioni dellaberrazione dellanimo umano!!!…grazie infinite!!!

  14. Iniziamo a togliere anche la difesa personale.. non insegniamo neanche piu’ il corpo a corpo ai soldati.. mandiamoli in guerra con i fiori ecc.. battute a parte ci vuole buon senso. Buona parte di quanto scritto e’ condivisibile.. ma non tutto. La verita’ come in tante cose della vita e’ sempre a meta’ strada. L’ ideale sarebbe diminuire la durata delle riprese ed il numero tanto per iniziare. Poi rendere il caschetto obbligatorio anche nei professionisti e soprattutto studiarne un nuovo tipo con materiali piu’ adatti ad attudire i colpi. La tecnologia oggi giorno (se si vuole non manca). Infine riunificare le federazioni perche’ troppe sigle sono una buffonata che fa’ male alla popolarita’ della boxe. Queste tre cose , soprattutto le prime due, renderebbero quasi a zero il giusto discorso fatto sui rischi e le conseguenze. Ma non si puo’ eliminare una delle arti piu’ antiche dalle olimpiadi.Riguardo alla violenza.. troppe cose sono piu’ violente anche a livello morale in questa squallida societa’..

  15. Se volevate rendervi ridicoli ci siete riusciti, complimenti.

    Un articolo infantile, uscito dalla mente di chi evidentemente vive in un mondo di sogni fatto di unicorni e arcobaleni e che di certo non è in grado di scrivere di sport.
    Non serve aggiungere altro a quanto hanno già abbondantemente scritto nei commenti, da cestinare dopo le prime righe.

  16. Articolo a dir poco imbarazzante. Eliminiamo gli sport da combattimento, la box in questo caso, perché istiga la violenza e perché ci sono altre mille motivazioni simili…ignoranti assurdi…ignorare il fatto che tutto dipende da che uso facciamo della nostra testa e delle decisioni che prendiamo in ogni singola situazione è assurdo.
    Che fenomeni questi giornalisti, che anziché parlare ed entrare nello specifico di cosa è successo alle olimpiadi 2024 spostano le attenzioni sulla disciplina…ci sono stati degli errori, decisioni sbagliate fin da subito e forse reazioni e comportamenti sbagliati da chi è salita sul ring con la mente annebbiata e non concentrata come avrebbe dovuto…di questo bisognerebbe parlare e non semplicemente “la box va abolita”…quando scrivete certe cose vi rendete ridicoli.

  17. Iniziamo a togliere anche la difesa personale.. non insegniamo neanche piu’ il corpo a corpo ai soldati.. mandiamoli in guerra con i fiori ecc.. battute a parte ci vuole buon senso. Buona parte di quanto scritto e’ condivisibile.. ma non tutto. La verita’ come in tante cose della vita e’ sempre a meta’ strada. L’ ideale sarebbe diminuire la durata delle riprese ed il numero tanto per iniziare. Poi rendere il caschetto obbligatorio anche nei professionisti e soprattutto studiarne un nuovo tipo con materiali piu’ adatti ad attudire i colpi. La tecnologia oggi giorno (se si vuole non manca). Infine riunificare le federazioni perche’ troppe sigle sono una buffonata che fa’ male alla popolarita’ della boxe. Queste tre cose , soprattutto le prime due, renderebbero quasi a zero il giusto discorso fatto sui rischi e le conseguenze. Ma non si puo’ eliminare una delle arti piu’ antiche dalle olimpiadi. Riguardo alla violenza.. troppe cose sono piu’ violente anche a livello morale in questa squallida societa’..

  18. A mio modestissimo parere c’ è un sacco di gente che dice delle fesserie, andando a paragonare la boxe ( è uno sport ? ) con altre attività tipo l” automobilismo o il calcio…..fra un pò si dirà che anche andare a cercar funghi è pericoloso perchè c’ è gente che cade nei burroni….oppure il lancio del giavellotto? che se uno sbaglia mira ” trafigge ” uno spettatore.
    Il dire che questo ” sport ” lo facevano già i Greci e poi i Romani non è che sia chissà quale alibi: i primi buttavano i bambini handicappati da una rupe, i Romani facevano sbranare le persone nel Colosseo….. come esempi da seguire e preservare non sono male.
    Ultima/ulteriore mia considerazione: ma cosa ci ” azzecca ” la boxe ( è il sollevamento pesi, la lotta, il lancio del peso etc…..) con le DONNE VERE ???

  19. Ho provato il nuoto, i tuffi, la pallacanestro. Poi ho praticato il pugilato e la kickboxing agonistica. Vi assicuro che queste ultime due discipline sono state le più divertenti.(Anche le più difficili da imparare.) Per chi odia questi sport, probabilmente nelle vicinanze ci sarà sicuramente una scuola di ballo.glielo consiglio

  20. articolo a dir poco imbarazzante, eliminiamo tutti gli sport da combattimento allora.Anzi eliminiamo lo sport in generale perché sempre e comunque chi perde potrebbe avere un crollo psicologico dovuto alla sconfitta…..Ma andate a quel paese non vi rendete conto che questo voler eliminare qualunque emozione negativa stà distruggendo il mondo e i giovani d’oggi che sono impreparati a ricevere NO nella vita e al primo che ricevono scoppiano .Ben vengano sport e disciplina che fortificato

  21. Ha ragione l’autore dell’articolo.
    La boxe, come tante altre attività svolte dall’uomo, è finalizzata ad infliggere dolore e sofferenza all’avversario.
    Ma e’ ciò che piace a quel terribile essere vivente chiamato umano.
    Al tempo dei romani il popolo ( e non solo) si divertiva ad assistere ai combattimenti fra gladiatori, fra schiavi e fiere . Oggi è un po’ diverso, ma lo scopo è immutato. La lotta, la caccia, il sesso sono nella parte più ancestrale dell’uomo. Quella brutta bestia che popola il pianeta.

  22. Io per tanti anni ho praticato judo e poi da adolescente mi sono sposato al pugilato. Si condivido, bisogna abolire tutti gli sport che prevedono calci e pugni e prese di soffocamento contro l’avversario. Ad esempio lo judo prevede la squalifica se durante una mossa di soffocamento ( io la chiamo così) l’avversario perde i sensi.
    Sarebbe sufficiente sostituire questi sport con competizioni di forza e abilità come succede con l’atletica leggera e sollevamento pesi. E non è vero che la boxe toglie i giovani dalla strada, perché questo puo farlo un qualsiasi sport. La boxe insegna ad essere cattivo e ad affrontare l’avversario con determinazione.

    1. Bravo Roberto, condivido in pieno il tuo pensiero e l’articolo scritto in precedenza. Che senso ha togliere qualcuno dalla strada insegnandogli ad essere violento?

  23. Ci sono sport molto più pericolosi, esempio: motociclismo, solo al Tourist Trophy sono già morti oltre 250 piloti. Ma abolire il motociclismo è l’ultima cosa che vogliamo.

  24. Grande articolo, purtroppo il mondo non è ancora pronto, vogliono sangue e violenza e se potessero seguirebbero anche i combattimenti tra animali, quelli grazie a Dio sono vietati ma quelli tra uomini no.

  25. Conosco persone ,non più ragazzi ,che in passato anno praticato questo sport ,ma anno usato questa disciplina anche fuori da palestre ,litigiosi e attaccabrighe, ogni piccolo pretesto buono per fare a pugni ,e farsi spazio con la violenza ,li sento parlare e non sento che parole o discorsi per creare odio verso altre persone,……spero non siano tutti così….

  26. Mario hai scritto un grande articolo, purtroppo il mondo non è ancora pronto, vogliono sangue e violenza e se potessero seguirebbero anche i combattimenti tra animali, quelli grazie a Dio sono vietati ma quelli tra uomini no.

    1. Bravo Roberto, condivido in pieno il tuo pensiero e l’articolo scritto in precedenza. Che senso ha togliere qualcuno dalla strada insegnandogli ad essere violento?

  27. Fa più morti il ciclismo… tra corse e allenamenti in strada.. basta leggere le statistiche.. senza contare le fratture. Boxe .. bellissimo sport, quando i pugili sono all’abolizione pari come abilità, se c’è troppa differenza di valori va fermato, cosa che aspetta all arbitro

  28. Già che ci siamo aboliamo anche il calcio per i danni creati dai colpi di testa. invece hockey e rugby sono sport dove si scambiano coccole, eh? Articolo imbarazzante a dir poco

  29. Articolo banale, non sono come altro definirlo. Nel calcio ci sono stati casi di calciatori fulminati da infarto sul campo, nel motociclismo che dire del grande Simoncelli e la F1 con Senna e Lauda???
    Vabbè, aboliamo lo sport in generale, troppo pericoloso, le prossime olimpiadi si svolgeranno nel Metaverso così nessuno si farà male… Si spera.
    😂😂😂

  30. Solito modus operandi utilizzato dai giornalisti per distogliere la realta’ e manipolare l’informazione dove fa comodo .
    Il problema non è il trans che combatte con la donna ma il problema è la boxe stessa…
    Allucinante questo modo che hanno di ribaltare la frittata!
    Ora mai si sa che il pensiero politicamente corretto va in difesa dei LGBT , gay , trans ecc ecc.
    Per carità di dio va bene la libertà di amare chi si vuole ma non è corretto fare combattere un ex uomo contro una donna, è una porcheria ! Questo è il problema cazzo!
    Avete rotto i coglioni troppa libertà! Scopate con chi volete ma state al vostro posto perché state creando troppo caos , va bene la libertà però gli equilibri naturali delle cose non devono essere manipolati perché poi la natura si rivolta!

    1. Guardi che il pugile al quale si riferisce no è mai stata uomo, è una donna con un’alterazione ormonale atipica (che forse la favorisce). Faccio presente che alterazioni ormonali simili sono presenti anche in donne affette da ovaio policistico. Informarsi, non solo su Google, sarebbe doveroso.

  31. Prossimo obiettivo, abolire gli scacchi perché istigano al cannibalismo razzista visto che i bianchi cercano di mangiare i neri e viceversa. E vogliamo parlare dei pedoni, simbolo del proletariato, mandati allo sbaraglio per difendere la nobiltà di re e regina?

    1. Non tutti hanno il modo perverso di interpretare gli scacchi.Ahhhhhh. Ahhhh
      io penso invece che senza farsi male fisicamente si possa ragionare su qualsiasi cosa ed è questa la giusta interpretazione degli scacchi.
      Inoltre aiuta lo sviluppo della corteccia celebrale , soprattutto in età dello sviluppo , al riconoscimento della parità dei sessi , perché non ci si pone con la forza fisica ma mentale e cosa più importante aiuta a ricordare le cose ed avvenimenti…pertanto addio demenza senile.

  32. La boxe è lo sport più bello e nobile in assoluto. Chi non lo digerisce non è tenuto a guardarlo. Ci sono milioni di appassionati, ha aiutato negl anni a togliere ragazzi dalle strade ed ha un ruolo sociale di tutto rispetto. Questo articolo non lo condivido.

  33. L’autore dell’articolo dice bene quando si chiede se la “Carini”si aspettasse carezze da kelif,ma forse non sa che la boxe và con le classi di peso, quindi non avrebbe mai affrontato una montagna di muscoli Maori. Ho fatto per anni kickboxing,e nonostante i pugni ed i calci presi ritengo che la boxe sia uno sport bellissimo

    1. Completamente d’accordo con te . In Italia lo sport più praticato è parlare senza cognizione di causa , come ha fatto l’autore di quest’articolo .

    2. Guarda, Io non sono contro la boxe, io stesso ho praticato arti marziali e a volte ci allenavamo anche coi guantoni e devo dire che non mi dispiaceva. Però effettivamente la filosofia di questi sport non so fino a che punto può sposarsi con lo spirito olimpico (moderno, chiaro, le olimpiade antiche sono un’altra cosa)

  34. Chi ha scritto questo articolo merita solo la mia indignazione. Sono indignato davanti a tali articoli. Poi nominare invano Alì….ma stiamo scherzando? Se non vi piace la boxe guardate il campionato di scacchi. Ma non fate gli alfieri del buonismo. Grazie

  35. Oltre vent’anni fa era stata mossa una critica analoga. Anche se esistono altri sport di lotta, il pugilato è il solo che preveda la vittoria con danno fisico certo all’avversario. Anche nel calcio si verificano danni (anche volontari) ma vengono puniti dal regolamento. Sicuramente poi un pugile non diventa ricco e non si gode la vecchiaia. (Tranne casi rari)

  36. L’obiettivo della boxe è semplicemente battere l’avversario, come in tutti gli sport dallo judo alla scherma. L’esempio di Mohammed Alì è proprio quello di un pugile che voleva essere il migliore e basta ,non ammazzare l’avversario.
    Per quanto riguarda i rischi dello sport sono sotto accusa anche i colpi di testa dei calciatori…

    1. Non è proprio la stessa cosa, in gran parte degli sport i danni sono incidentali, nella boxe c’è proprio l’obiettivo di fare male all’avversario. Cosa ormai ampiamente smussata persino in altri sport di combattimento

  37. Mica chi inizia a praticare questa disciplina lo fa perché obbligato, tantomeno lo è a proseguire poi con l’attività agonistica, se per pura ipotesi qualcuno venisse costretto ci sono le leggi, nel caso per me potrebbero anche buttare la chiave.

    “Corpulenta filippina o montagna di muscoli maori”
    Ehm, nella boxe, come in tutti gli altri sport di combattimento, esistono le categorie di peso e la Carini non è una novellina, né mi risulta si sia mai ritirata da un incontro dopo i primi colpi.

    Questi atteggiamenti paternalistici li trovo fastidiosi, ognuno dovrebbe essere libero di fare ciò che vuole a patto non faccia male agli altri.
    Qui l’ultima cosa può capitare ma l’altro accetta consapevolmente il rischio ( e viceversa).
    Il discorso è più articolato e ci sono aspetti da specificare, ma per forza di cose sintetizzo.

    Vorrei far presente a proposito di sport olimpici che anche nel taekwondo esiste il ko usando principalmente i calci e che nella lotta o il judo quando schieni un avversario o fai un ippon, giusto per citare un paio di azioni, non lo colpisci in faccia ma rischi di fargli danni seri ( eventualità molto rara ma capita ).
    Rugby?
    Per quanto a 7 come alle Olimpiadi cambia poco, un placcaggio, soprattutto se non eseguito correttamente, può avere conseguenze gravi.
    Lo scopo è portare il pallone nell’area di meta, ma i mezzi per impedirlo sono comunque violenti.

    Insomma quando si comincia con queste proposte poi a cascata si sa dove si va a parare, vorrei fare analogie con altri aspetti che non riguardano lo sport ma meglio mi fermi qui.

  38. Ma chi l’ ha scritto????
    🤣🤣🤣
    A parte che purtroppo ( se qualcuno leggesse prima di scrivere) è improbabile purtroppo che il pugilato ci sia alle prossime olimpiadi…. è un post scritto, tanto per ” scrivere”….
    Lasciamo stare…

  39. Perché ha un senso la caccia come hobby, divertimento, o passione come definita dai trogloditi praticanti, infliggere dolore fisico e morte, previa angoscia e terrore ed estremo stress psicologico, ad essere viventi senzienti e sofferenti, con pratica vigliacca e codarda della abnorme sproporzionalitá tra i due contendenti?

    1. Gli sport da combattimento sono la massima espressione dello sport. Coniugano tutte quello è veramente competizione. Portano agli estremi le caratteristiche psico-fisiche dell’essere umano: tattica, resistenza, velocità, conoscenza di se stessi, dei propri limiti e la valutazione dell’avversario. Senza contare l’intenso legame e rispetto che nasce tra i contendenti. Articolo scritto da chi non può mai aver provato la sensazione, l’emozione e l’euforia di salire sul ring. Quindi trovo offensivo che chiunque possa parlare di cose che non conosce.

      1. Sono cose un po’ diverse, in tutti gli sport ci si può far male, lo sport agonistico poi in generale non è il non plus ultra della salute fra allenamenti intensi, diete drastiche, ecc, ma alla fine ne sei consapevole, lo accetti.
        Qui però si parla di uno sport che per sua stessa natura mira ad arrecare un danno, potenzialmente letale all’avversario. Nessun altro sport, credo, è rimasto a questo, nemmeno altre arti marziali (dove certamente ci si può far male eh)

    2. Perfettamente d’accordo. Sono, contrariamente a quanto i soggetti coinvolti pensano, attività che mostrano solo la debolezza dell’uomo, e forse anche la sua estrema infelicità

    3. Bravo, hai perfettamente ragione. La boxe come tutti gli sport di combattimento, ha delle regole basate sul rispetto e si combatte comunque alla.pari. La Carini si è ritirata dopo 40 secondi “per il troppo dolore”, ma la pugile algerina aveva combattuto molte volte prima con altre avversarie (vincendo e perdendo) e ha combattuto dopo.. mi pare che le sue avversarie sono tutte vive e sane.

  40. Non che la boxe sia l’unica attività a mostrare questi problemi, però appunto ho sempre faticato molto a “digerire” questo sport.
    Non è difficile, anzi è auspicabile, che il mondo (occidentale forse, in primo luogo) abdichi a questa attività sportiva.

    1. Penso che abolire la boxe è abolire il nome “olimpiadi” all’evento. Potremmo chiamarlo diversamente, farlo ogni 8 anni, così gli atleti delle varie discipline sono ancora meno stressati e.. ovviamente, abolire i judo, il taekwondo,..insomma tutti gli sport da combattimento, perché tutti creano traumi.
      Si, confiniamo questi trogloditi in ghetti e quando li senti dire “a me la boxe a salvato la vita..” non crediamogli.
      Scrivo io che è 45 anni che pratico sport da combattimento..e a me a salvato la vita!

    2. Condivido in pieno quanto scritto sopra. Come ex pugile dilettante e professionista per poco, lo condivido ancora di più. Ora che sono passati tanti anni mi rendo conto meglio di quanto detto sopra… credo si tratti anche di una questione culturale, educativa e formativa, grazie.

    1. La differenza è che negli sport e nelle attività citate il fine non è l’abbattimento dell’avversario ma eventuali danni sono incidentali e non voluti. Detto questo non lo so, gli sport da combattimento ci provengono addirittura dalle olimpiadi dell’ antica Grecia e sono insiti nell’essere umano. È vero che la boxe può provocare danni più gravi rispetto alla lotta greco-romana, ma non sono convinto sulla sua abolizione.

    2. Mi spiace eeeee, guarda un gran premio sia di F1 che di moto GP spessissimo a 300 all’ora ci si danno sportellate o scarenate e ti assicuro che se fatte “bene” fanno molto male oppure……

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