Non si sa chi abbia avuto l’idea, di sicuro è stata folle. Sabato scorso, giorno delle manifestazioni contro il governo gialloverde lanciate da Pd e centrosinistra, anche in provincia di Como si sono moltiplicati i gazebo e i banchetti nelle piazze di vari comuni. Lodevole, nobile, l’intento di tornare finalmente per le strade. Totalmente suicida l’esito, almeno sul fronte dell’immagine e della comunicazione. I social, in questo senso, si sono rivelati spietati: tante foto di gazebo più o meno deserti sul territorio. E poi l’emblema finale, con la sparuta presenza nel luogo-clou della giornata politico-lariana anti Di Maio-Salvini, nel capoluogo, a Porta Torre (qui il resoconto).
Come farsi male, pur partendo da presupposti comprensibili, in un’oretta circa.
Sotto le vestigia dell’antica Como turrita, in quello che da qualche anno è Largo Miglio, si sono trovati un po’ tutti i rappresentanti delle forze o delle entità di centrosinistra: dalla parlamentare Pd Chiara Braga al segretario provinciale Federico Broggi, passando per singoli esponenti di Svolta Civica, +Europa, Mdp Articolo 1, Verdi, Civitas, persino l’Italia dei Valori. Un segnale di unità apprezzabile, dopo tante scissioni e dita negli occhi, come abbiamo scritto qui e come apprezzabilmente, evitando con buonsenso toni trionfalistici, ha sottolineato Broggi parlando soltanto di un “primo passo” (video sotto).
Resta, però, il tema di fondo. O l’immagine di copertina, se si vuole: un gruppo, pur autorevole e con storie politiche e personali di spessore, che sostanzialmente ha parlato a se stesso. O tutt’al più a un manipolo di militanti, devotamente convenuti.
Ora, si sa: Como non è mai stata terra di adunate oceaniche, figuriamoci a gennaio e per un centrosinistra che – all’apice dello strapotere Lega-Cinque Stelle – è forse in uno dei suoi momenti più bui da tanti anni a questa parte. Però, pur non sfuggendo la nobilità della prova su strada, manifestazioni così povere di passione, di militanza, di gente in estrema sintesi – tanto più se annunciate con enfasi come momento di rilancio e ritrovata unità di un’area – rischiano davvero di rivelarsi controproducenti.
O di dare l’assist per battute feroci come quella della parlamentare e vicesindaco della Lega, Alessandra Locatelli, che si è sarcasticamente detta “felice di sapere che il centrosinistra esista ancora”.
Una battutaccia, che però è calata su una realtà che poco faceva per contraddirne il senso.
Superstiti, più che combattenti: questa impressione maturava sotto Porta Torre, sabato scorso. Colonnelli senza eserciti, a recitare stancamente una litania senza presa reale.
E’ del tutto evidente che scrivere di giornate simili professoreggiando dal calduccio di una redazione è molto più facile che non organizzarle, viverle, provare comunque ad andare oltre l’ostacolo come pure i convenuti di due giorni fa hanno nobilmente tentato di fare.
Ma forse, pur senza togliere un briciolo di coraggio a chi comunque, nonostante tutto, ha tentato di uscire da Facebook e scendere in strada, la prossima volta sarebbe meglio innanzitutto evitare la dispersione delle già esigue forze disponibili e magari concentrare tutte le poche truppe in un solo punto. Almeno per soddsfare l’occhio.
Oppure, converrebbe presentarsi non per elencare i generici sogni di “meno tasse per tutti”, bensì entrando con forza nel dibattito locale (la Ticosa è d’attualità, ad esempio; del lungolago si è poi saputo nulla? la questione della Tangenziale si è chiusa senza che lo sapessimo? le periferie sono a posto? per dire).
Sicuramente, l’esito sarà migliore di una pura testimonianza di sostanziale impotenza e inefficacia – benché in parte certamente incolpevole e frutto dei tempi – come quella che purtroppo per il centrosinistra è andata in scena lo scorso weekend a Como.
16 Commenti
A Como il cosiddetto centrosinistra è diviso persino sulla privatizzazione dei Servizi Sociali: sarebbe passata comunque, stando ai rapporti di maggioranza, ma il PD si è preso il lusso di astenersi e Svolta Civica ha addirittura votato a favore.
Non è solo un problema di pluralità di idee all’interno di una coalizione: appare più come una pluralità di modi di intendere il proprio rapporto con la base; dopodiche la base in piazza che ci viene a fare?
La privatizzazione dei Servizi Sociali è quantificabile:
$ quasi mezzo milione di euro il costo complessivo
$ poco più di 300mila euro per gli interventi sociali effettivi
$ il resto va in spese organizzative e manageriali
$ l’apparato comunale ha già una ragioneria che puo’ assorbire con poca spesa i costi amministrativi e non ha necessità di assumere un nuovo dirigente per questo scopo: questo si traduce
$$ o in risparmio economico complessivo (minore stanziamento)
$$ o in un maggior numero di interventi sociali (tema dell’intera operazione)
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Come gli sarà venuto in mente di astenersi o di votare a favore di un tale spreco di risorse?
Come gli sarà venuto in mente di astenersi o di votare a favore di un affidamento di interventi sociali a una persona giuridica “sì profit”, che non ha un orizzonte che vada oltre il massimo profitto economico anche a discapito degli utenti (trasformati allo scopo in pseudoclienti)? Come si puo’ dimenticare che non stiamo parlando di un museo o di un parcheggio ma di interventi a carattere sociale rivolti a persone e non a oggetti?
Come si fa a ritenere di essere diversi dai legaioli o da gli altri soggettucci (seppure non la totalità) della maggioranza?
La contingenza dei rapporti di forza citata nell’articolo non è certo la maggiore delle cause della scarsa presenza di cittadinanza alla mesta manifestazione di Porta Torre.
Io non c’ero. Mi spiace molto. Tra i presenti c’era il meglio che sa esprimere questa città.
Non per le idee politiche o per i numeri ma per il concetto di democrazia partecipata che esprimono. Quella che oggi manca e che consente ai “baluba” di turno di far politica alimentando paure in un deserto totale di idee e di innovazioni.
È troppo facile stare al calduccio e fare il cagnolino da salotto limitandosi a scodinzolare a comando e a ringhiare di fronte al primo intruso. Troppo facile.
Santa verità.
Le adunate politiche son buone solo a chi ha frottole da raccontare (vedi populisti).
Fortunatamente la buona politica, quella vera, l’arte del fare, fare il bene comune non è e non sarà mai adunate politiche a caso.
Politica, specie se in opposizione, è elaborare proposte, vere, serie, credibili e alternative.
Scontato dire che tali porposte non si formano in piazza (vedi Gilet gialli) ma seduti intorno a un tavolo con un tema specifico facendo partecipare (che è ben diverso da invitare) quante più persone possibili (persone che sappiano il fatto loro, non truppe cammellate).
Purtroppo a Como, in Lombardia, in Italia pare proprio che il csx abbia perso completamente questa capacità, sempre che l’abbia mai avuta…
OK Caso, non voglio assolutamente contestarle il diritto di “esprimere opinioni” dal calduccio del suo ufficio.
Per quanto mi riguarda, dal calduccio del mio salotto ho cancellato comozero dai preferiti del mio browser. Per sua informazione, stava nella cartella “giornalismo” ma mi sono reso conto che non era il suo posto.
So long…
Ha fatto benissimo.
Alessandra Locatelli dovrebbe pensare più ai numeri, ma la cosa non le risulta semplice.
Alle ultime elezioni l’imbarazzante PD ha raccolto comunque più voti della trionfalista Lega.
L’articolo, lievemente derisorio, ha però una verità. Il centro-sinistra deve riorganizzarsi e riproporsi in modo innovativo anche dal punto di vista mediatico e comunicativo. Io che avrei presenziato molto volentieri l’ho saputo mentre si svolgeva….
Un articolo francamente imbarazzante. Se non si manifesta pubblicamente l’opposizione non esiste. La grande adunata si Tav fa notizia sui media perchè la Lega aderisce, non perché Chiamparino, governatore Pd propone un referendum popolare. Il circolo Pd erbese ha realizzato il presidio, distribuito volantini, parlato coi cittadini. Personalmente molti pensionati mi hanno chiesto chiarimenti sul taglio dell’adeguamento e diverse persone ci hanno ringraziato per essere presenti. Apprezzo ovviamente quando la Stampa ci dedica la propria attenzione, meno se ne fa un uso inutilmente denigratorio e, francamene offensivo verso chi ha passato una giornata al freddo per esercitare un suo diritto e, un modesto servizio verso i propri concittadini.
Un commento francamente imbarazzante, denigratorio e offensivo. Spiace.
Commento piccato e un po’ acido.
In fin dei conti confessa lei che l’articolo l’ha scritto “professoreggiando dal calduccio di una redazione”…
Confermo entrambe le cose 🙂
Beh, ma un giornalista professionista mica se la deve prendere se gli fanno presente che parla di “idea folle”, di “gruppo … che sostanzialmente ha parlato a se stesso”, di “manifestazioni così povere di passione, di militanza, di gente in estrema sintesi”, di “pura testimonianza di sostanziale impotenza e inefficacia” dando suggerimenti su “cosa fare la prossima volta” standosene “al calduccio”.
PS – io non c’ero, sto solamente difendendo quelli di centrosinistra da una critica che ritengo molto poco benevola e forse anche un po’ snob…
Mah, avrò il diritto di esprimere opinioni, no?
Bellissimo pezzo, si fa per dire, esisti se hai i numeri, se hai una folla oceanica, come viene poi raccattata, non ha importanza, numeri, non idee o diritti. Non importa la testimonianza, importa che sei forte, fai numeri. TESTIMONIARE, SEMPRE, questo ora è sempre faremo perché la democrazia è un diritto di tutti e noi sappiamo quanto poco basti per uccidere una democrazia. Non è un falò? Sarà una fiammella ma faremo in modo di tenerla viva, bastano picche scintille per innescare un incendio.
il problema è anagrafico, questi dirigenti non conoscono la città che è sempre stata di destra; non ci sono i giovani, nemmeno allo stadio ( è uno spasso osservare i pensionati in tribuna assordati da Thunderstruck )
Speravamo di vedere qualche presenza in più? Sì ma nessuno di noi si era fatto illusioni. Qual’è, a mio modo di vedere, il pregio di questa piccola manifestazione? È nell’averci messo la faccia in pubblico, all’aperto, in una fredda giornata di gennaio, coscienti che poche persone si sarebbero fermate. Ma lì i partiti e gruppi che hanno aderito hanno espresso la volontà di lavorare insieme per riportare il Paese a sperare in un futuro migliore anzichè vivere nella paura e nelle illusioni di provvedimenti miracolosi.
Paolo Grassi PSI