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I bagni dei giardini per bambini di via Vittorio Emanuele ‘assediati’ dai turisti
Punti di vista

Il muro di turisti che ‘assedia’ i bagni del parchetto per bimbi in centro: “Como sempre meno a misura dei piccoli”

Da un nostro lettore, riceviamo un interessante contributo sul centro di Como sempre più ‘difficile’ per i bambini. L’attenzione, in particolare, è su parchi e giardini, spesso per vari motivi poco accessibili.

Di seguito, il contributo in forma integrale (per lettere, contributi, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com).

Como e i bambini dimenticati: tra parchi assediati e file interminabili per una pipì
di Orazio Bianchi

Como è una città meravigliosa, ma sempre meno a misura di bambino. E no, non basta chiudere le scuole per sentirsi attenti all’infanzia — anzi, trovo semplicemente deplorevole che si possa anche solo pensare di farlo. Lo si capisce chiaramente guardando ai pochi spazi verdi attrezzati che la città offre: i parchi giochi sono pochi, piccoli e costantemente presi d’assalto. È il segno evidente di una pianificazione urbana che sembra dimenticare i più piccoli e, con loro, le famiglie.

Il parco giochi all’interno della città murata ne è l’emblema: bello, vivo, pieno di bambini — ma letteralmente sommerso da presenze. Qui non mancano solo le altalene e gli scivoli, ma anche l’organizzazione e il buon senso. Nel cuore del centro storico, infatti, gli unici bagni pubblici disponibili si trovano proprio dentro il parco.

Così turisti, passanti, lavoratori e chiunque avverta un bisogno fisiologico si riversano all’interno dell’area, trasformando un luogo nato per il gioco in una sorta di “stazione di servizio cittadina”.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti: bambini di due o tre anni che, al richiamo “Mamma, papà, mi scappa la pipì!”, si trovano costretti ad affrontare code interminabili. E quando l’urgenza non permette attese — perché chiunque abbia un figlio piccolo sa che non è questione trattabile — l’unica soluzione resta il cespuglio accanto. Non certo un bello spettacolo per chi passeggia tra i vicoli del centro.

Questa è la Como reale: una città che si riempie di slogan e autocompiacimenti ma fatica a risolvere i problemi semplici. Fa sorridere, amaramente, sentire il sindaco, in una recente intervista, definirsi “il migliore in assoluto”, amato da tutti, e paragonarsi addirittura a Ronaldinho. Forse il primo cittadino non ricorda come sia finita la carriera del campione brasiliano: tra gli applausi, certo, ma anche tra leggerezze e qualche caduta fragorosa.

Prima di rincorrere paragoni calcistici, forse basterebbe tornare alle basi: offrire ai bambini spazi sicuri e dignitosi dove giocare, e alle famiglie un minimo di servizi igienici decorosi. Perché una città che dimentica i suoi bambini, presto o tardi, dimenticherà anche sé stessa.

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