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Le case horror, la barzelletta di via Grossi e gli altri: consigli per sopralluoghi utili e non mediatici ai consiglieri

Dopo il clamore (per molti versi inspiegabile) suscitato dalla telenovela buffa dei sopralluoghi dei consiglieri comunali alla piscina di Muggiò (appena approvato il progetto di radicale rifacimento) e al palazzetto di Muggiò (chiuso dal 2013, destinato alla totale demolizione e ricostruzione ex novo), viene la voglia di suggerire qualche ispezione più utile alle varie commissioni comunali di Palazzo Cernezzi.

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Il primo che viene in mente, ad esempio, è alle case comunali di via San Bernardino da Siena, dove le persone vivono sul serio (e da lunghissimi anni) in condizioni estreme di degrado e mancata manutenzione proprio da parte dell’amministrazione comunale. Provare a dare un occhio un po’ meno mediatico-politico qui, sarebbe cosa molto utile.

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Il secondo sopralluogo che potrebbe rivelarsi efficace, ancorché decisamente imbarazzante per schiere di amministratori, potrebbe essere quello dell’immenso compendio comunale tra le via Grossi e Dante. Sì, esattamente l’ex orfanotrofio – ma anche “ex molte altre cose” – che come una barzelletta entra da lustri nei piani di alienazione dei beni comunali alla modica cifra di 9 milioni di euro e ovviamente rimane invenduto. E abbandonato.

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Una terza tappa utile – ancorché non nuova: una commissione comunale vi si recò pochissimi anni fa sotto questa giunta – potrebbe essere un ritorno al Politeama. Magari anche giusto per mettere il naso ancora una volta in una vicenda che ha oggettive complicanze tecnico-burocratiche-economiche, che ultimamente ha persino visto un volonteroso tentativo di ridare qualche spiraglio di futuro, ma che è ancora uno dei migliori manifesti dell’immobilismo cittadino.

E poi – ok, qui siamo più sullo scontato – perché una Commissione ad hoc non propone una bella ispezione all’area Ticosa, visti anche i tremendi sviluppi delle ultime settimane? Sarebbe un autogol? Mah, forse, però sentire sul campo le motivazioni dell’ennesimo flop sarebbe come minimo suggestivo. Come poter constatare con mano lo stato della Santarella, ad esempio.

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Si potrebbe proseguire ancora (patrimonio pubblico in decadenza ce n’è in abbondanza), ma si accettano suggerimenti. Possibilmente, in zone e strutture vive e non nelle uniche dove (almeno sulla carta, questo bisogna ammetterlo) esistono progetti di riqualificazione in itinere.

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3 Commenti

  1. Lo stato del patrimonio pubblico è uno dei temi più spinosi per questa Amministrazione. Doveva distinguersi per l’ordinaria manutenzione e si è distinta per non essere stata neppure in grado di censire il degrado. Considerato quello a cui ci ha abituato, non è sorprendente. Quello che invece lascia perplessi è che a fronte di un degrado costante e inesorabile del patrimonio comunale, nelle casse del Comune ci sono molti soldi. Dicono 90milioni. Generalmente queste cose capitano quando le casse sono vuote. Con le casse piene ci si chiede il perché e soprattutto ci si chiede a chi conviene.

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