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Molinari, allarme turismo: “Eventi distrutti, cartelloni estivi nulli o per pochi. Como sta perdendo la rotta”

“A furia di distruggere e ricominciare da zero, perdiamo di vista il turismo”. E’ la riflessione che Stefano Molinari, segretario provinciale di Fratelli d’Italia in “stand by” per la candidatura alle elezioni regionali, ha affidato a facebook questa sera.

Una serie di spunti messi nero su bianco “dopo aver pazientemente atteso che l’Epifania si portasse via festività e relative polemiche”. I cardini del ragionamento si possono riassumere nell’affermazione che, per i tanti turisti che scelgono Como, “il ridimensionamento delle iniziative dedicate al Natale è oggettivamente un downgrade”; poi nell’accusa che anche sul fronte degli eventi estivi “negli ultimi 10 anni è stato il nulla, un vuoto pneumatico”; infine, nella considerazione che sia un errore “dare per scontato che i turisti continueranno a tornare «a prescindere», come direbbe Totò. L’effetto Clooney, location mozzafiato, Instagram e l’hashtag #LakeComo tra poco potrebbero non bastare più se non entriamo nell’ottica di dar loro sostanza attraverso esperienze altrettanto suggestive”.

Di seguito, l’intervento integrale di Stefano Molinari.

Dopo aver pazientemente atteso che l’Epifania si portasse via festività e relative polemiche ho deciso di condividere una riflessione sul turismo. Premessa necessaria poiché ritengo che una questione così strategica per il nostro territorio meriti di essere affrontata sulla scorta di un’analisi del contesto e di una visione, anziché essere ridotta a mero oggetto del contendere di schermaglie che un paio di lustri fa avremmo definito «da bar».

Partiamo da due considerazioni molto banali, direi al limite del lapalissiano: la prima è che ai turisti non interessa minimamente delle succitate polemiche e nemmeno delle dinamiche politico-amministrative della nostra città. Si tratta di persone che decidono di spendere i propri soldi per trascorrere del tempo da noi e per le quali il ridimensionamento delle iniziative dedicate al Natale è oggettivamente un downgrade, indipendentemente dal fatto che sia stato deliberato dal sindaco Tom, Dick o Harry.

A dimostrazione della trasversalità del tema, lo stesso identico metro di giudizio possiamo applicarlo al cartellone degli eventi estivi: negli ultimi 10 anni è stato il nulla, un vuoto pneumatico che le passate amministrazioni hanno tentato – al netto del Covid – di riempire organizzando eventi a pagamento, alcuni dei quali completamente decontestualizzati sia dal punto di vista logistico, sia riguardo all’offerta artistica incentrata soprattutto sul pubblico “di casa” e, quindi, scarsamente attrattiva per i turisti provenienti dall’estero a cui, quando stanno nella nostra città, mancano occasioni per socializzare e divertirsi. Volendo utilizzare un termine parecchio in voga, siamo poco inclusivi.

La seconda considerazione è consequenziale: guai a dare per scontato che i turisti continueranno a tornare «a prescindere», come direbbe Totò. L’effetto Clooney, location mozzafiato, Instagram e l’hashtag #LakeComo tra poco potrebbero non bastare più se non entriamo nell’ottica di dar loro sostanza attraverso esperienze altrettanto suggestive.

È evidente che il risultato sarà raggiungibile solo in presenza di un combinato disposto in cui pubblico, privato e corpi intermedi facciano la loro parte dando vita a un piano strategico che guardi al lungo periodo indipendentemente dagli avvicendamenti politici: in buona sostanza significa tenere il buono anche se è stato fatto «dagli altri», perché a furia di distruggere e ricominciare da zero in nome di questioni legate al dito, stiamo perdendo di vista la Luna. Cioè il turismo, che per Como significa lavoro, prospettiva, futuro. Tessile docet.

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13 Commenti

  1. Il baratro è cominciato con Lucini e la sua giunta di incapaci ed inetti che hanno distrutto in un secondo gli eventi organizzati da Gaddi ( v.mostre villa olmo). Proseguito con Landriscina e la sua giunta di incapaci e menefreghisti ( assessori ..Butti e & e consiglieri) creando danni ovunque, anche ai commercianti . Qst politici – spesso corrotti- interessa solo la cadrega e i quattrini- palese basta vedere: ticosa, paratie, bandi di Como scorretti, immobili comunali decrepiti e allo sbando, torri pericolanti etc..
    Uno sfacelo. E io pago!

    1. Caro Dario, condivido la parte “storica” del suo commento: in termini di eventi il declino è iniziato con la giunta Lucini e proseguito con quella Landriscina.
      Avendo in mente i vari assessori, sinceramente non ritengo siano “spesso” persone corrotte come da lei indicato.
      Il problema è proprio la capacità degli stessi; il dubbio, proprio in termini di capacità, mi permane vedendo la giunta Rapinese: onestamente non brillano a livello di curriculum, mentre hanno di sicuro, come elemento positivo, tanta voglia di fare.
      L’inizio non è stato incoraggiante: Natale a Como ha visto una diminuzione eccessiva del numero di persone in città; prima erano oggettivamente troppe, ma siamo passati da un eccesso all’altro, e il risultato non è stato positivo per i commercianti.
      Speriamo che a partire dalla “Villa Olmo Nights” continui l’inversione di tendenza iniziata con il “Villa Olmo Festival” della giunta precedente.

  2. Condivisibile. Da anni non ci sono eventi estivi a Como, la scorsa estate manco ci hanno provato. Ma non temete: non ce ne saranno nemmeno dal prossimo inverno.

  3. A dire il vero il tema degli eventi natalizi e più in generale delle manifestazioni di promozione turistica sono stati abbandonati dalla politica 30anni fa quando si sono delegati alle varie e più organizzate associazioni. L’idea di Rapinese Sindaco di riprenderne in qualche modo il controllo, non è totalmente peregrina. Sono stati i tempi a fregarlo, perché subito quest’anno, e il modo, perché invece di modificare il modello non si è preteso un indirizzo più finalizzato agli obiettivi del Comune. Quindi, quella di Molinari, dopo 25anni di Governo di centrodestra con la sola interruzione del lustro Lucini, può essere vista solo come un’autocritica. Ma si sa, in campagna elettorale anche il “lavato con perlana” cerca di vendersi come “nuovo”! 😊

  4. Grazie Stefano Molinari per aver sollevato questa criticità.

    I marchi sono creati e devono essere gestiti.

    Il marchio comasco non fa eccezione.

    Qual è il valore del marchio Como?

    Non ha prezzo, ma il suo valore può essere rapidamente perso se non gestito bene.

    Nel frattempo speriamo che George Clooney non si innamori del lago e si innamori ancora di più della sua nuova cantina in Provenza!

    Stephen ha ragione, Como ha bisogno di un approccio strategico per proteggere, sviluppare e gestire il suo marchio turistico anche in futuro.

  5. Molinari, ma c’era il suo partito in maggioranza nella scorsa amministrazione !!!
    LEI e la sua compagine che ora sembra tanto capace a Roma , qui cosa avete fatto?
    E magari sarebbe utile che ci “amministra” pensi non solo a baretti e ristoranti ma anche alle altre centinaia di aziende presenti nel territorio.

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