Nella sonnacchiosa Como lo scontro sul nuovo stadio è magnifico: ecco due “perché sì” da leggere con calma e per bene
29/03/2025
01:54
Redazione
Ancora una volta non possiamo che essere felici di ospitare un dibattito tanto ampio, variegato e appassionato come è giusto che sia, data la portata dell’argomento. Si parla sempre del progetto per il nuovo stadio Sinigaglia. Le ultime notizie in ordine di tempo in queste ore sono state, giusto per ricapitolare brevemente, queste:
Sì, nella sonnacchiosa Como è bellissimo e molto entusiasmante vi siano così tanti interventi sul tema (li trovate tutti qui). [Per contributi, segnalazioni, reazioni e opinioni: redazionecomozero@gmail.com, il numero Whatsapp 348.6707422 o la pagina dei contatti]
Così, sono arrivate due nuove prese di posizione. La prima è davvero interessante, poiché chi scrive assume giocosamente ma assai seriamente la prospettiva dello Stadio, come se la struttura potesse parlare, come fosse una persona. Scrive: “Non giocate sulla mia pelle!”. E aggiunge:
Ultimamente, mi sembra di essere sotto attacco: la mia figura, la mia posizione e le persone che mi “circondano” sono state messe in discussione. Dopo tanti interventi, credo sia giunto il momento di esprimere finalmente la mia opinione. E non lo faccio per giustificarmi o per criticare ciò che è stato detto, questo l’ho già fatto, con fatica, sui social, ma per discutere delle “regole” che stanno alla base di un progetto come questo.
Perché sono proprio queste regole a permetterci di intraprendere un percorso simile. Che il progetto piaccia o meno, alla fine non dipende solo da noi; ci sono enti preposti che hanno il compito di valutarlo e approvarlo. Quindi, prima di lanciarsi in ipotesi e critiche, è fondamentale partire dalle normative e dai criteri che guidano questi processi. Solo così possiamo davvero capire come e perché un progetto si sviluppa in una certa direzione. Partiamo dalle preoccupazioni riguardo l’inserimento di strutture commerciali come negozi e hotel all’interno dello stadio: è fondamentale chiarire che questi progetti sono rigorosamente regolati da leggi e normative urbanistiche ben definite e devono rispettare severi criteri di compatibilità con l’ambiente urbano e paesaggistico circostante.
Questi sviluppi non sono frutto di speculazione, ma rappresentano un’opportunità per riqualificare e rendere più sostenibile sia l’impianto che l’area circostante. La “Legge Salva-Stadi”, infatti, è stata concepita per rendere le strutture sportive italiane più moderne ed efficienti, incentivando investimenti sia pubblici che privati, sempre con l’obiettivo di valorizzare il territorio in modo equilibrato. Questo implica che la creazione di spazi commerciali all’interno degli stadi, come negozi, ristoranti e hotel, è fondamentale per garantire la sostenibilità economica del progetto a lungo termine, non solo in vista degli eventi sportivi. Inoltre, il progetto dovrà ricevere l’approvazione delle autorità competenti e rispettare le normative urbanistiche e ambientali. A supportare questa possibilità c’è il “Decreto Semplificazioni”, che ha introdotto misure per semplificare le procedure burocratiche relative ai progetti di ristrutturazione e costruzione, in particolare per quelli di interesse pubblico, come nel caso degli stadi. Questo decreto permette di accelerare i tempi di approvazione dei progetti, riducendo le lungaggini amministrative, ma sempre nel rispetto delle normative urbanistiche, ambientali e di sicurezza.
Grazie al “Decreto Semplificazioni”, le procedure burocratiche per la costruzione e l’integrazione di strutture commerciali negli stadi sono diventate più snelle. Tuttavia, rimangono sotto attenta sorveglianza per assicurarsi che ogni intervento rispetti la sicurezza, il paesaggio urbano e la qualità della vita dei cittadini. Inoltre, il Decreto incoraggia l’integrazione degli impianti sportivi con il contesto urbano, promuovendo uno sviluppo multifunzionale e sostenibile che può portare vantaggi economici e sociali anche alle aree circostanti, creando nuovi posti di lavoro, servizi e opportunità di crescita. In breve, il progetto della mia ristrutturazione non mira alla speculazione, ma alla riqualificazione urbana attraverso iniziative sostenibili che soddisfano sia gli interessi economici che quelli sociali e culturali della comunità.
Le strutture commerciali e residenziali si fondono con l’idea di creare un polo multifunzionale, dove lo stadio diventa un punto di ritrovo per tutta la città, valorizzando il patrimonio e migliorando la qualità della vita dei cittadini, senza compromettere la bellezza e il valore storico del territorio. Spero che il mio intervento possa aiutare a chiarire, a chi ha dei dubbi, cosa significhi per me, per Como, per i cittadini della città e della provincia, e per tutti i tifosi bianco-blu, la ristrutturazione che stanno proponendo nella mia attuale location.
Con affetto,
Stadio Giuseppe Sinigaglia
La seconda mail, nondimeno importante, è di un lettore che riporta ampie e ragionate considerazioni sullo stadio e sulla città, su quello che sarà.
Buongiorno a tutti,
mi unisco al dibattito in merito al progetto del nuovo stadio di Como riportandovi le mie considerazioni.
Il progetto del nuovo stadio di Como è molto più di un’opera sportiva: è un investimento sul futuro della città, una visione ambiziosa e concreta che punta a rigenerare un’area da tempo trascurata, restituendole dignità, funzione e bellezza. Per troppi anni il “Giuseppe Sinigaglia” è stato lasciato a sé stesso, con strutture degradate, impianti fuori norma e un progressivo isolamento dal tessuto urbano.
Un patrimonio architettonico e affettivo che stava cadendo a pezzi sotto gli occhi di tutti. Oggi, grazie alla visione e alla solidità della proprietà Hartono, abbiamo la possibilità di cambiare radicalmente questa storia. Il nuovo impianto sorgerà nello stesso luogo, con un progetto moderno, compatto e rispettoso dell’ambiente. Sarà uno stadio sostenibile, con tecnologie green, e soluzioni per l’efficienza energetica, capace di ospitare 15.000 persone in totale sicurezza e comfort.
Ma soprattutto sarà un’opera viva 365 giorni all’anno, grazie alla presenza di attività commerciali, spazi pubblici, eventi culturali e – fiore all’occhiello – un hotel integrato nella struttura, proprio come avviene in alcuni degli stadi più innovativi d’Europa. Ne sono testimonianza il Millennium & Copthorne Hotel all’interno dello Stamford Bridge, stadio del Chelsea FC, e l’hotel integrato nel BayArena di Leverkusen, in Germania. Soluzioni moderne che dimostrano come uno stadio possa essere anche luogo di accoglienza turistica, contribuendo a rafforzare l’identità della città e generando valore economico durante tutto l’anno.
Como Stadio SInigaglia e quartiere razionalista, giardini a lago, tempio voltiano, monumento ai caduti
E proprio guardando al modello inglese, dove gli stadi si trovano in centro città e vengono vissuti come luoghi di aggregazione quotidiana e non come problemi, vogliamo costruire un impianto che sia parte attiva della comunità. Non un corpo estraneo, ma un elemento integrato, in grado di creare valore, lavoro e occasioni di incontro. La posizione centrale dello stadio, spesso criticata da chi guarda solo ai disagi temporanei, è in realtà un punto di forza: il nuovo impianto sarà un vero ponte urbano, una congiunzione tra Villa Olmo e il centro storico, restituendo continuità alla passeggiata sul lago e riqualificando un’area oggi marginale e disordinata.
Como Stadio SInigaglia e quartiere razionalista, giardini a lago, tempio voltiano, monumento ai caduti
La realizzazione del nuovo stadio porterà benefici concreti al tessuto economico e sociale della città, creando occupazione e attrattività. Sarà anche il cuore di un progetto sportivo che vuole riportare il Como Calcio tra le eccellenze italiane, grazie a strutture di primo livello. E sarà, soprattutto, un’opera che saprà inserirsi con rispetto e intelligenza nel contesto storico, paesaggistico e culturale di Como. Nessun edificio verrà oscurato, nessun monumento svilito: al contrario, il nuovo stadio diventerà un esempio di architettura contemporanea capace di dialogare armonicamente con ciò che lo circonda. Un luogo che non nasconde, ma valorizza. Non distrugge, ma connette.
Sarà un impianto che tutto il mondo guarderà con ammirazione, non solo per la sua bellezza e modernità, ma per la sua capacità di raccontare un’identità: quella di una città che rispetta il proprio passato ma non ha paura di investire nel futuro.
Con stima e fiducia, Federico Caspani
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