Sulla chiusura dei due asili nido annunciata dal sindaco di Como Alessandro Rapinese, con la conseguente ondata di proteste culminate nella manifestazione di lunedì sera in Comune, è intervenuta con una lettera aperta l’ex coordinatrice degli asili comunali Paola Bernard, ora in pensione.
Di seguito, il suo documento integrale.
Sulla questione degli asili nido comunali in questi giorni è stato detto tanto, ma la cosa più deplorevole è stato l’atteggiamento del sindaco durante l’incontro con il gruppo di giovani madri che con passione e tenacia cercavano di esporre le loro preoccupazioni circa la chiusura del nido Magnolia. Su alcune questioni vorrei porre l’accento.
– Il sindaco ha dimostrato di non conoscere il valore degli asili nido pubblici né la differenza tra asilo pubblico e privato.
Gli asili nido pubblici di Como, grazie alla tenacia e alla determinazione del personale educativo hanno saputo costruire un patrimonio di conoscenze, pratiche, relazioni conquistandosi la fiducia di centinaia di famiglie. La dimensione educativa, è bene ricordarlo, non nasce dal nulla, è frutto di una formazione permanente e di una programmazione puntuale e aggiornata di continuo. Dello spessore di questo percorso i genitori sono consapevoli, un nido non vale l’altro. La scelta di orientarsi verso la chiusura dei nidi pubblici a favore dei nidi privati è determinata puramente da ragioni di natura economica: il Comune spende meno, la qualità dei servizi è secondaria.– Il sindaco non ha dimostrato la benché minima disponibilità all’ascolto dei genitori, portatori di richieste educate e quanto mai opportune. Si è dimostrato incapace di interloquire e di ascoltare le istanze portate perché troppo impegnato ad autocelebrarsi. Tra le altre cose, asserisce con arroganza e con un eloquio poco elegante di essere riuscito a individuare la strada per aumentare i posti disponibili negli asili nido prevedendo il coinvolgimento dei nidi privati. Ma non sarebbe più semplice espletare le procedure già avviate del concorso per educatori pubblicato a suo tempo in Gazzetta Ufficiale?
Un sindaco che elude le domande e si dimostra incapace di ascoltare i suoi cittadini non può ricoprire il ruolo per cui è stato eletto. Se poi aggingiamo che a una precisa domanda circa i servizi che dovranno rimanere in capo all’amministrazione comunale, lo sentiamo rispondere in modo ironico “le carte d’identità”, e che a una mamma preoccupata che gli comunica che sarà costretta a licenziarsi, il sindaco risponde “faccia come vuole”, ci rendiamo conto, inesorabilmente, che l’interesse per i cittadini e la comunità non rientra nei suoi programmi.
Paola Bernard
cittadin ed ex coordinatrice di asili comunali
2 Commenti
Onore alla ex coordinatrice, il suo articolo non fa una piega! Rapi, prendi nota!
Pretestuose