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Overtourism a Como, Frigerio (CdO): “No a tasse e limiti alla libertà sui proprietari di case, si punti su 10 recuperi edilizi”

Il dibattito sull’overtourism ha tenuto banco per tutta l’estate sul Lago di Como, fino al discorso per molti versi clamoroso pronunciato dal vescovo Oscar Cantoni. Oggi, sullo stesso tema , va registrato anche l’intervento di Simona Frigerio, vicepresidente CdO Como e presidente della Filiera nazionale CdO Edilizia. Lo pubblichiamo di seguito.

RIEQUILIBRARE L’OVERTOURISM APRENDO AL NUOVO PIANO CASA
Una possibile soluzione con il programma “Missione Lombardia” presentato al Meeting di Rimini

Trovo molto interessante il dibattito che si è aperto da qualche settimana in città sui problemi portati dalla massiccia presenza di turisti a Como e sul lago. Il fenomeno è davvero importante e correttamente gli amministratori, gli operatori economici e gli opinion leader si stanno confrontando civilmente e positivamente su quale sia l’atteggiamento più efficace da adottare per limitare le storture come il caso di interi palazzi trasformati da normale residenza a case vacanze con i problemi che ne conseguono; oppure la scarsità di servizi che sono assolutamente inadeguati per accogliere degnamente un così alto numero di visitatori; oppure la carenza di case disponibili sul mercato degli affitti e la collegata esplosione dei canoni di locazione e dei prezzi degli immobili.

Alcuni hanno citato numeri sorprendenti come le 22 case offerte ai turisti nel 2016 in città che sono diventate 1713 quest’anno; poi che Como è il secondo centro in Lombardia, ovviamente dopo Milano, per il costo dell’affitto come certifica Immobiliare.it; anche che gli addetti del turismo nel territorio lariano sono oltre 30mila (ventimila a Como e diecimila a Lecco); e pure che nel primo semestre 2024 all’aumento delle imprese turistiche lariane (+3,2%) ha corrisposto per la prima volta un calo dell’occupazione (-7,2%) ed è probabile che spieghi qualcosa la contromossa degli albergatori che si sono messi a cercare alloggi fuori città per ospitare i loro dipendenti che altrimenti non sarebbero riusciti ad affrontare il prezzo di mercato.

Interessante anche osservare il modello di Firenze che cerca di governare il fenomeno con un regolamento comunale e ancora di più la segnalazione che l’economia “della rendita” non investe sul territorio ma lo impoverisce. E su tutti vorrei ricordare l’appello di sua eminenza il vescovo card. Oscar Cantoni quando ha messo in guardia sul pericolo di snaturare la città e la sua capacità di accoglienza curandosi soltanto del benessere e della ricchezza portata dal turismo all’economia locale.

Proprio quello dell’accoglienza è il tema centrale. Riguarda sia gli indigenti, sia quelle fasce del ceto meno abbiente e anche del ceto medio che non riescono a trovare posto in una città e in un lago che sembrano diventati una grande fiera delle vacanze. Da molte parti si è chiesto – chi al Comune con un regolamento, chi al Governo alzando di molto la tassa di soggiorno – di intervenire per contrastare il fenomeno prendendo provvedimenti contro l’uso indiscriminato del patrimonio immobiliare.

Su questo punto, però, pur nella sua colorita argomentazione, non ha torto il primo cittadino quando dice che va salvaguardata la proprietà privata, tanto più quella già soggetta a un’alta tassazione. L’iniziativa privata non può essere limitata salvo che palesemente sia perseguita a danno dell’interesse collettivo. Prendendo per principio la volontà di non voler vietare ma di regolamentare vorrei suggerire un possibile strumento per riequilibrare l’overtourism di Como e dintorni. È il nuovo piano casa della Regione Lombardia che stanzia ingenti risorse per il mercato immobiliare, per gli affitti a prezzi calmierati e per l’housing sociale. Ne abbiamo parlato in modo approfondito al Meeting di Rimini proprio con l’assessore regionale lombardo alla Casa e all’Housing Sociale, Paolo Franco e con il presidente di CdO Bergamo Alberto Capitanio.

Qual è la proposta? Invece di intervenire con pesanti divieti alla libertà di scelta dei proprietari o con nuove tasse, si potrebbero utilizzare le risorse messe a disposizione dalla Regione per realizzare interventi importanti in città per riequilibrare il mercato immobiliare. L’assessore Franco lo ha spiegato nel “talk” “Innovazione e inclusione, la Lombardia cambia il concetto di casa popolare”. Come suggeriva il presidente nazionale di Confindustria, ripreso dal presidente di Confindustria Como, le imprese dovranno trovare alloggi per i loro dipendenti e pochi giorni fa l’architetto del bosco verticale ha chiesto però di non creare nuovi ghetti. Ebbene nel piano lombardo della casa e dell’housing sociale viene stanziato un miliardo e mezzo di euro su cinque direttrici: sostenibilità (26 milioni), welfare abitativo (210 milioni), cura del patrimonio (736 milioni), rigenerazione urbana (512 milioni) e housing sociale (52 milioni). Osservava l’assessore regionale Franco che solo tre Comuni hanno partecipato ai bandi, nessuno della provincia di Como.

Queste somme sono messe a disposizione delle amministrazioni locali, ma anche delle Aler, degli altri enti locali e persino dei privati che possono partecipare a bandi di assegnazione dove in cambio della garanzia di mettere sul mercato – opportunamente ristrutturati – alloggi in affitto a prezzo calmierato vengono premiati con un interessante contributo all’operatore privato accreditato. Gli interventi possono riguarda le are urbane dismesse, il patrimonio comunale abbandonato, ma anche gli edifici di proprietà della Curia o di enti religiosi e persino di privati. Insomma, ci sono tante opportunità da cogliere. Inoltre, nel nuovo regolamento lombardo sono stati modificati i criteri sulla “densità abitativa” (prima premiava solo Milano) e sul reddito degli affittuari (Isee da 16mila a 40mila euro).

Come ha ben spiegato l’assessore regionale lombardo l’obiettivo non è solo quello di dare un alloggio agli indigenti e da qui l’idea e lo sforzo culturale di cambiare il concetto di “casa popolare”, ma si cerca di dare risposte anche a coloro che hanno un reddito medio/basso e in quanto titolari di reddito esclusi dalle graduatorie pur non potendo affrontare i prezzi di mercato per l’affitto o per l’acquisto. La risposta, quindi, è rivolta a tutti i nuovi bisogni come quelli degli studenti che studiano in un’altra città, i docenti che sono fuori provincia, gli infermieri, gli addetti alle forze dell’ordine, agli operai e impiegati con un reddito basso o anche normale ma con famiglia a carico. L’immissione di quote significative di nuovi alloggi ad affitti agevolati a Como e dintorni – 200, 300, 500? – può e deve avvenire senza consumare nuovo suolo bensì riqualificando edifici ammalorati e rigenerando intere aree abbandonate. Questa operazione non fermerebbe l’attuale sbilanciamento verso le case vacanze ma mitigherebbe almeno in parte il fenomeno e darebbe risposte a chi cerca case in affitto a prezzo abbordali.

Finora si è contestato l’overtourism per le sue storture sul mercato della casa e degli affitti ma dobbiamo riconoscere che per gli alloggi in locazione a prezzi calmierati si è fatto poco o nulla. Il piano lombardo della casa e dell’housing sociale investe somme rilevanti per orientare il mercato e gli operatori in questo ambito. I principali progetti che hanno riguardato la riqualificazione di importanti edifici in città hanno portato a destinazioni turistiche (alberghi) o commerciali (supermercati), residenze di medio-alto livello o case per anziani o spazi culturali e mostre. Il mercato è andato dove era più allettante. Ora dovremmo cercare di rendere conveniente per gli operatori investire anche negli affitti tanto più che a fronte di guadagni veloci ma incerti nel lungo termine con le case vacanze, il piano sulla casa e l’housing sociale della Lombardia va in questa direzione con gli incentivi che mette in campo per offrire opportunità economiche interessanti con affitti calmierati per le famiglie, e nel contempo porta agli operatori entrate stabili e garantite per i 24 anni delle convenzioni.

Ecco, anche come imprenditrice nel settore dell’edilizia, penso che se Como mettesse da parte i personalismi e si impegnasse a individuare una decina di significativi interventi di recupero edilizio o di riqualificazione con l’obiettivo di provare a dare una prima, magari parziale, risposta ai problemi dell’overtourism e a quelli che ha esasperato, cioè il mercato degli affitti alle stelle e la scarsa disponibilità di alloggi per residenti, studenti, lavoratori, ecco allora sarebbe una buona cosa.
SIMONA FRIGERIO
Vicepresidente CdO Como, Coordinatrice Filiera nazionale CdO Edilizia

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2 Commenti

  1. Complimenti ; come al solito CDO “parla bene per mettere la coscienza a posto” ma pensa ai suoi affari.
    Dal celeste nulla cambia.

  2. 1) Como non ha partecipato al bando regionale per i fondi destinati all’housing sociale;
    2) Como riqualifica il patrimonio edilizio costruendo alberghi e centri commerciali anziché edilizia per locazioni a prezzi calmierati;
    3) Como non intende regolamentare le locazioni brevi in quanto attività economiche;
    4) Il Sindaco di Como tace dopo aver ascoltato le parole del Vescovo sull’overtourism e sul rispetto e dell’autenticità sociale della Città che egli tenta di amministrare.

    Superfluo aggiungere altro a definizione del profilo immobile e passivo della presente amministrazione (parole, selfie, sanzioni e chiusure stabili o a singhiozzo a parte).

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