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Corengia: “Una città che si emoziona per un posteggio in Ticosa. La comaschitudine del piutost che nient…”

di Marco Corengia, giornalista, candidato alle ultime elezioni comunali con il Pd

Piutost che nient, l’è mej piutost. Giovanni Frassi (membro del Direttivo di Svolta Civica) non poteva riassumerla meglio questa storia di una città che si emoziona per un posteggio in Ticosa coperto di pannelli solari. Che poi, molto più che per il caso Ticosa, Piutost che nient, l’è mej piutost è la cifra esistenziale di una comaschitudine che Alessandro Rapinese – come persona e come sindaco – incarna alla perfezione. Lui, il più comasco di tutti. Un autentico arci-comasco. Comaschitudine che sì, gli è bastata per vincere le elezioni, ma nella quale non potrà riconoscersi chi gli ha preferito la coalizione guidata da Barbara Minghetti, insieme al 65% degli aventi diritto che a votare nemmeno ci è andato. Comaschi pure loro, certo; ma diversi. Ecco: “Diversamente comaschi.”

“Ci serviva una piscina olimpionica, ma se rompiamo le scatole potrebbe arrivare una pista per il curling.” Piutost che nient.
“A Ponte Chiasso ci tolgono la scuola materna, certo; ma adesso, se venerdì sera chiamo il sindaco in diretta tivù per dirgli che mi crescono le erbacce fuori dal cancello, lui prende nota e mi promette che domani manderà qualcuno.” Piutost che nient.
Certo, se il partito del “Piutost che nient” è cresciuto fino a questo punto, la colpa è anche di tutta quella classe politica che – in quell’area – in 42 anni non è riuscita a realizzare niente di concreto; spalancando così le porte a quelle “buone cose di pessimo gusto” che – messe in fila una dopo l’altra – finalmente sembrano offrire una risposta. Ma è qui che il vuoto della politica dovrebbe lasciare spazio al dibattito, essere colmato dal pieno della società civile, dalla creatività degli ordini professionali, dal fermento della gente comune.

Perché allora non provare a immaginare un’alternativa – più ambiziosa d’accordo – ma realizzabile qui e ora? Qualcosa che vada oltre il richiamo ancestrale del “vedo Ticosa/sogno posteggi”. Qualcosa a cui non basti quella nuance di internazionalità garantita da uno sterminio di pannelli solari che così tanti, ordinati e brillanti li avevi visti solo alle latitudini estreme della Basilicata più sperduta.
E allora, senza spingersi troppo lontano, la riqualificazione urbana di Porta Nuova a Milano credo possa rappresentare un interessante modello di intervento. Tra le stazioni Centrale e Garibaldi, in un luogo di interscambio che avrebbe potuto suggerire una perfetta area a parcheggio, Bosco Verticale e quartiere direzionale coesistono con uno spazio verde accessibile a tutti. Uno dei luoghi più apprezzati e frequentati della nuova Milano. Uno dei luoghi che nessuno oserebbe convertire a grande posteggio.

Non dimentichiamo poi che l’idea di un super-parcheggio in Ticosa sembra trascurare un’analisi mirata sull’utenza che ne farebbe uso. Escludendo per ovvi motivi buona parte dei residenti in convalle, per i quali i posteggi sarebbero troppo decentrati rispetto al domicilio, è facile immaginare che l’area servirebbe il pendolarismo dei quartieri di cintura in orario diurno. Risposta modesta a un problema che – per lo meno per quanto riguarda l’asse Nord-Sud – avrebbe un’unica soluzione definitiva: il capolinea delle Ferrovie Nord spostato a Camerlata e il tratto di rotaia tra Camerlata e Como Lago convertito a metropolitana leggera, con un treno che fa la spola dal centro alla periferia senza soluzione di continuità. E per chi avesse bisogno di dare forma concreta ai sogni, il parcheggio multimodale di Villa Costanza a Firenze dal 2018 rappresenta un esempio di successo riconosciuto ovunque. Perché se anche un posteggio può diventare un sogno, tanto vale sognare che tutto rimanga com’è. Come la Gedächtniskirche di Berlino, la Chiesa della Memoria. Con la Santarella a ricordarci la pochezza della piccole cose.

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34 Commenti

  1. Se si pensa ad un parcheggio come ad una distesa di asfalto dove abbandonare la propria auto per alcune ore o per un giorno intero si è sicuramente sulla strada sbagliata. Un parcheggio deve essere immaginato come una macchina complessa e viva, capace di interagire con un corpo più grande( la convalle) in modo tale da condizionarne e modificarne la vita. In concreto si potrebbero costruire, in sotterraneo o in elevazione, migliaia di stalli purché accompagnati da sistemi di trasporti a guida autonoma verso i principali punti di attrazioni (stazioni, lungolago, luoghi di aggregazioni, et cetera) e da un capolinea per bus urbani e sub urbani, turistici. Ovviamente una tale struttura, per avere i requisiti di fattibilità economica, deve essere di dimensioni considerevoli. Ridimensionare i posteggi a raso lungo le strade cittadine. E’ indispensabile considerare di collegare il posteggio alla città murata con un sottopassaggio che non sia un corridoio stretto e senza vita, ma una galleria con vetrine e negozietti capace di rendere economicamente conveniente l’operazione. Personalmente costruirei due o tre torri per accogliere le auto e riserverei un paio di piani interrati per una stazione di mezzi pubblici ed i servizi di ristoro e di informazione. In questo modo si avrebbe anche una superficie di verde attrezzato. Con un buon progetto di finanza verrebbero soddisfatte le esigenze del Comune e le giuste aspettative di profitto per l’imprenditore privato.

  2. non è che quando il parcheggio in Ticosa c’era già le cose fossero poi così “fantastiche”…
    perchè prima dei fuochi artificiali e le demolizioni c’era un parcheggine a raso, poco raccomandabile e non molto sicuro la sera, ma c’era già. poi si è demolito tutto, anche i capannoni recuperati e utilizzati per le mostre temporanee….
    ma possibile che non si riesca almeno a fare qualcosa per la viabilità attuale? allargare percorsi, marciapiede? inserire un filare di alberi? voglio dire, se deve vincere la “non scelta” e attendere di avere un progetto vero in testa, almeno nel frattempo migliorare quel che c’è. il percorso pedonale che costeggia la ticosa è pericoloso e disastrato; si potrebbe ripensare anche a un accesso al cimitero magari coinvolgendo l’area di sosta attulmente di fronte al monumentale…

  3. “…(a Milano) Bosco Verticale e quartiere direzionale coesistono con uno spazio verde accessibile a tutti. ” ecco, ci mancano proprio un bel paio di grattacieli a Como.

  4. Quando il pensiero non produce azione e i progetti restano sulla carta per decenni, il disincanto e l’arte di accontentarsi avranno sempre la meglio. L’attuale governo di Como è figlio del disincanto e dell’astensione, rappresenta la rabbia del cittadino medio, non progetta e non realizza. Neppure qualcosa di cui accontentarsi.
    Il senso più alto che questo potrà rappresentare sarà lo stimolo al rinnovamento umile e concreto di una nuova classe politica locale. Altrimenti il populismo sterile continuerà a trionfare malgrado il vuoto delle sue parole.

  5. Quindi mi par di capire che gli anti Rapi vorrebbero che non facesse niente (perché non lo hanno fatto e pensato loro, ovviamente)… Per poi poter dire a fine mandato : “oh non hai fatto niente, adesso vai fuori dai ciglioni”… Ve lo dico va, siete proprio bravi va.

    1. No, le persone intelligenti non penserebbero mai ad un progetto del genere.
      E queste persone non sono certo dei seguaci del pifferaio.
      Vai con il greenwashing dei pannelli dell’A5 , un progetto avanzatissimo e con visione urbanistica!

  6. il parcheggio in ticosa ha senso se si eliminano parcheggi a raso e si crea un percorso ciclopedonale ad esempio chiudendo via milano al traffico.
    Altrimenti non solo non è utile ma gravemente dannoso!

  7. C è un proverbio “chi fa, sbaglia” vuol dire che a non fare niente non si può sbagliare.
    Comunque questa volta sono d accordo con Como zero e Corengia,! Come si può progettare in un area strategica come la ex Ticosa un parcheggio!!??
    D’ altronde ex ospedale psichiatrico, caserma De Cristoforis, vecchio S. ANNA sono l’ esempio del degrado e dell’. Immobismo di questa città!
    Speriamo non si aggiunga il Politeama!

  8. Aumentare il numero di parcheggi incentiva l’uso dell’automobile. Quindi con 1000 posti in più avremo x mila auto in più, peccato che le vie d’accesso a Como non si possono aumentare contestualmente.
    Quindi più casino per una città dove basta che salti un tombino e tutto si ferma.

  9. Il racconto è: “siccome i partiti non hanno fatto niente o hanno fatto solo danni allora meglio Rapinese”.
    Nelle regole di governo del paese ci sono i partiti, che piaccia o no, è questo il sistema. Cambiare i partiti lo posso capire, cambiare sistema, Auguri…
    L’uomo solo al comando può decidere che vuole il parcheggio. Un partito può confrontarsi e scegliere proposte diverse. Questo forse è uno dei motivi per i quali almeno in Ticosa si è scelto di non fare danni, cioè di “non fare” che spesso è meglio di “fare danni”.

  10. Il tema è che a furia di “piutost” non si riesce a risolvere nessun problema dei tanti che ha la città. Il parcheggio forse (ad essere ottimisti) risolve il problema delle soste ma non certo quello della viabilità. Il centro nazionale dello sport su ghiaccio dà prestigio, a dire il vero, più a Rapinese Sindaco che alla città ma non risolve la cronica mancanza di piscine, di palestre e di impianti sportivi, ecc.ecc. Quello che mancava prima e che continua sempre più a mancare è la visione di insieme. Nessuno, Rapinese Sindaco in primis ma anche quelli che lo hanno preceduto, sa dare una vocazione alla città. Se si guarda fuori dalla convalle ci si chiede come sia possibile che a Bergamo lo Stadio è stato ristrutturato in meno di un anno, che a febbraio inizieranno i lavori (84milioni di costi stimati) per la rigenerazione urbana e viabilistica della zona della Stazione di Bergamo con la costruzione della nuova stazione, l’integrazione di tutte le linee ferroviarie, compreso quelle delle valli, e la creazione di un polo ferro-gomma. Progetto di cui si parla da pochissimi anni. Ci si chiede come mai a Lecco hanno rifatto il lungolago senza troppi problemi, ci si chiede come negli scorsi anni, Milano ha modificato radicalmente l’assetto urbano. Ci si chiede come mai Como arranca sempre dietro a Varese e a Monza nella centralità dei poli amministrativi. Insomma, ci si chiede come mai Como, ma aggiungiamo anche la provincia se si pensa al palazzetto di Cantù e alla tangenzialina, rimane sempre in coda al gruppo. Non è un problema partitico. A Bergamo, a Milano, a Lecco, a Monza e a Varese governano i partiti non le liste civiche. Probabilmente è un problema di mentalità: una città a vocazione “industriale” fa a fatica a posizionarsi nel mondo “digitale” e non riesce ad assimilare rapidamente la necessità di avere idee chiare sul da farsi e di decidere coerentemente in modo veloce ed efficace. La “comaschitudine” è solo conservatorismo. Solo quello.

    1. Esatto, il comasco doc è conservatore a prescindere. Le novità, anche piccole, lo mettono in crisi; meglio cinque centesimi ora che rischiare di avere un euro, ma dopodomani ecc. ecc. Lo dico da comasco che però non ragiona così.

    2. A Bergamo a Monza sono meglio rappresentati in Regione e al governo del paese. A Bergamo/Brescia/Milano/Monza c’è il tessuto industriale che traina con il Veneto l’Italia. Poi c’è il secondo aereoporto di Milano a Bergamo. “Cosa volete voi a Como, avete già il lago”

  11. Sì ok va bene tutto..però davvero…dopo anni anzi d ex enni in quelle condizioni…almeno almeno vedere un parcheggio…o meglio..a dire il vero ci vorrebbe un mega autosilo da 2000 posti auto che servirebbe tutta la città (stazione e stadio per primis)….
    E quindi si! Meglio che niente!

    1. Va bene, ci sto anch’io al super-mega-parcheggione. Però poi TUTTI quelli che arrivano a Como lasciano lì l’auto, e così anche TUTTI gli abitanti del centro storico cui si possono riservare dei posti (ad abbonamento), e per la città si gira SOLO a piedi o in bicicletta (ma non elettrica). Così può avere un senso, e sottoscriverei il parcheggione.

        1. Probabilmente perché circolerebbero anche quelle bici elettriche che in realtà sono motorini mascherati. E se in sella c’è un bischero diventano molto pericolosi

  12. Articolo utopico di una persona che negli ultimi 40 anni è forse vissuta su Marte! La comaschitudine non piace neppure a me ma verrà soppiantata dalle migliaia di turisti che hanno scelto il nostro lago per la bellezza del luogo e non per l’accoglienza repulsiva degli indigeni, intesi come nativi del posto. La metro leggera piacerebbe pure a me ma non penso la vedrò mai. Mi accontento di un bel parcheggio in Ticosa con pannelli green e di un nuovo Sinigaglia fatto da Indonesiani!

  13. I vostri partiti hanno fatto marcire l città per 40 anni partendo dalla Ticosa per concludere con l’opera d’arte delle paratie. Meglio la comaschitudine che l’incapacitudine. Curativi perché Rapinese resisterà fino alla fine del mandato.

    1. Ecco espressa pienamente la “sapienza” dei Rapini (Grillo=grillini – Rapinese=rapini), stesso linguaggio sferzante e sarcastico quando sono all’opposizione, inconcludenza ed esaltazione dei pochissimi risultati quando governano
      Sicuramente Rapinese resterà fino a fine mandato, come altrettanto sicuramente il suo agire resterà come pessimo esempio di governo della città

    2. Temo che Rapinese non resterà a Como fino a fine mandato è talmente bravo e amato che presto sarà presidente del consiglio, presidente della repubblica, re e imperatore!
      va la’

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