Con una lettera firma, un nostro lettore ha inviato alla redazione un articolato punto di vista sulla situazione delle più contestate infrastrutture lombarde (dalla Brebemi alla prossima nuova tratta della Pedemontana con tanto di nuovo pedaggio), rivolgendo anche un appello alle istituzioni lariane contro il balzello in arrivo sulla superstrada Milano Meda. Di seguito, il testo (per scriverci e inviare segnalazioni con foto e video ci sono la mail redazionecomozero@gmail.com, il numero whatsapp 335.8366795 e la pagina facebook).
In questi giorni si è tenuta una riunione presso gli uffici in Regione Lombardia per presentare l’andamento dei progressi della Brebemi (autostrada Milano – Brescia diretta). Circa l’aumento percentuale dei traffici, non dicono quanti veicoli la percorrano (se il numero di veicoli passa da due a tre l’incremento % è consistente, ma agli effetti della quantità di veicoli che la percorrono è insignificante rispetto sul circolante).
Il piano economico (e di rientro dagli investimenti) prevedeva in origine 80.000 veicoli e dopo il primo anno erano solo 20.000, ora quanti sono?
Creazione di attività industriali nei pressi dell’autostrada: saranno grati gli industriali, un po’ meno i contadini che sono stati espropriati dei campi per il passaggio autostradale (a meno che non li abbiano venduti agli industriali per fabbricarci i capannoni), comunque l’operazione era prevista per migliorare i collegamenti o per urbanizzare i terreni (e valorizzarli economicamente)?
I costi di costruzione: lievitati da quelli previsti in progetto di circa 800 milioni di euro a circa 2,4 miliardi di euro, il triplo. A parte la professionalità dei progettisti che hanno sottostimato gli interventi, comunque “risanati” dall’intervento pubblico (ma come? Non era una iniziativa privata in concessione, soggetta ai pregi e difetti di questa procedura, con gli auspicati vantaggi – arricchimento – o eventuali e deprecati svantaggi – fallimento – del proponente?), qui, come diceva Andreotti, a pensar male si fa peccato ma… .
Comunque, per non voler annoiare, direi di soprassedere, ma quello che mi inquieta è il pensare che più o meno i medesimi “attori” ora vogliano intraprendere la costruzione della rimanente parte della Pedemontana, oltretutto per collegarla alla Brebemi. Però per rientrare nei costi (ma non è in concessione, sono forse obbligati a farla?), già da subito pensano di incamerare – tramite i portali – i pedaggi sui transiti, ANCHE DELLA PARTE GIA’ COSTRUITA (e pagata già abbondantemente negli anni dalla collettività mediante le tasse).
Ora, a prescindere se la strada da Lentate sul Seveso a Paderno Dugnano abbisogni di allargamento e adeguamento, non capisco perché non lo possa fare l’Anas (solo in Lombardia e specificatamente in provincia di Como dobbiamo pagare i carissimi pedaggi, vedasi la tangenziale di Como?), visto che in quel caso ne gioverebbero anche le tratte costruite NUOVE che rimarrebbero raccordate.
Chiederei agli amministratori della nuova amministrazione provinciale comasca, in accordo con le amministrazioni comunali brianzole coinvolte, di farsi rappresentanti della questione, ricordando le promesse espresse e MAI mantenute dai politici regionali sulla esenzione dai pedaggi sulle tratte tangenziali e autostradali di interesse. Sempre a proposito: anche a Lesmo (MB) si stanno battendo per ostacolare la costruzione del lotto C della pedemontana (8 corsie), che attraverserà il territorio comunale e in particolare per l’installazione della base cantiere: da noi cosa si fa?