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Punti di vista

Paratie, nove anni di processi senza reati. Persone e storie inghiottite senza un perché, un torto irreparabile

E dunque, sentenzia la Cassazione, per le paratie di Como non è stato commesso nessun reato. Niente. Dopo 9 anni di calvario giudiziario, dopo lo tsunami prima di tutto umano che si è abbattuto sulle persone a vario titolo coinvolte, e poi con la mareggiata politica che ha spazzato via un’intera esperienza amministrativa e politica, assieme alla classe dirigente che l’aveva ottenuta alle urne, scopriamo che quell’evento biblico – l’Anac alla fine non è davvero la Bibbia – ha prodotto il nulla. Anche per una prescrizione (e in un arco di 9 anni ci mancherebbe), certo. Ma zero.

Sul cantiere dei cantieri, che oggi finalmente si avvicina a un’amara conclusione, a 16 anni dal primo colpo di piccone dell’8 gennaio 2008, non si è consumato alcun reato. Nemmeno il più piccolo e stupido. Niente. Un’intera macchina della (teorica) giustizia si è mossa come un carrarmato imbottito di toghe, tesi, faldoni, udienze, alimentata dagli anni di vita di chi ne è stato travolto, eppure alla fine si è arenata senza benzina davanti a un palazzo romano.

Mario Lucini, i dirigenti Pietro Gilardoni, Antonio Ferro, Antonio Viola, Antonella Petrocelli, Maria Antonietta Marciano, per quanto concerne i lavori sul lungolago hanno agito correttamente, senza infrangere alcuna legge. In relazione alle paratie, il loro operato è uscito pulito dal tritacarne dei processi. Il giudizio sulle scelte politiche, amministrative e tecniche potrà continuare a essere più critico e articolato, ovviamente. Ma non è nemmeno il caso di spiegare la differenza abissale tra una legittima opinione, anche dura e senz’appello, sull’operato di un politico o di un dirigente, e una sentenza di condanna (che qui peraltro non c’è).

Insomma, si chiude per sempre uno dei capitoli più clamorosi e dolorosi per l’intera città, che comunque ha inciso – e tanto, troppo – sull’andare delle cose successive, sul destino e sulla vita degli uomini e delle donne coinvolti, e non di meno sulle scelte che hanno tracciato la storia successiva della città, almeno in ambito politico-amministrativo. Per carità, che la Giustizia possa fare il suo corso – anche lungo – per fare luce ove esistano zone d’ombra, arrivando infine alla conclusione che di ombre non ce n’erano, è nel novero delle possibilità e in fondo è il nerbo stesso, uno dei fondamenti più importanti, di uno Stato democratico. In Russia o in Corea del Nord, una garanzia del genere non esiste, per dire. E non è poco.

Le macerie, però, al netto dell’onore restituito a chi in realtà non l’aveva mai perso – e al netto delle ignobili strumentalizzazioni che ancora echeggiano tra bar e corridoi, sui cui propalatori mai sufficiente vergogna potrà cadere – rimangono. Il corso e il senso stesso di alcune traiettorie umane, politiche, professionali è stato irrimediabilmente modificato. O comunque per un tempo troppo lungo è stato intralciato, rallentato, fiaccato nello spirito profondo.

Al termine di una vicenda come questa, viene da pensare che le spese si possono affrontare, gli errori si possono raddrizzare, i danni materiali si possono ripagare. La Storia, però, non si può riavvolgere. E ciò che nel 2015 era un presente difficile ma tutto ancora da modellare, un giorno – e per i nove anni successivi – s’è trasformato di botto in un passato buio e travolgente. L’alveo della realtà si è trovato d’improvviso dirottato in un canale senza sbocchi. Che però ha inghiottito tutto, tra i frizzi e i lazzi delle iene: persone, idee, percorsi. Oggi si scopre che tutto accadde senza un vero perché. E questo resta irreparabile.

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21 Commenti

  1. Chi, come me, era al fianco di Mario Lucini in quegli anni, sapeva di poter mettere la mano sul fuoco sul suo operato.
    Il castello di accuse gravissime e tutte da dimostrare era panna montata. Ci sono però voluti anni per poter leggere nero su bianco che il fatto non sussiste.
    Mario Lucini, fu subito invitato a dimettessi, il sospetto e il dubbio furono abbondantemente alimentati e su questo strame qualcuno ha costruito le proprie fortune politiche.
    Al di là di anni di calvario, di costi personali e pubblici, l’esito politico clamoroso è stata l’archiviazione di un’esperienza amministrativa che personalmente considero tra le più attrezzate e lungimiranti degli ultimi decenni che in quell’unico mandato, “strozzato” e caratterizzato da scarsissime risorse, aveva saputo porre le basi per concreti progressi della città poi del tutto abbandonate.

  2. La politica, la giustizia e i media, tutto fa spettacolo. Potrebbe essere il titolo di un film neorealista. Ma i personaggi coinvolti, senza averne colpa e la sentenza è la prova, sono diventati i figuranti. Mentre gli sceneggiatori hanno recitato maldestramente il ruolo di protagonista. Gli spettatori, come era prevedibile, si sono divisi in tifoserie. La realtà? 14 anni di un cantiere voluto dalla amministrazione Bruni.

  3. Qualcosa di molto importante e’ successo, molti soldi sono stati sprecati, nessuno ha responsabilita’??? questo mi pare il punto piu’ importante, e cantieri aperti per tanti anni………..

    1. Si è voluto instaurare un clima di terrore puro: il solo fatto che nessun organo di stampa, di qualsiasi indirizzo politico, citi espressamente le responsabilità di PM, GIP e Procura comasche, dice tutto; normalmente, poi, almeno un editoriale del direttore, e non del responsabile della giudiziaria, dovrebbe starci. Invece no.

  4. E vai con il secondo schiaffone al NULLA Sindaco di Como!
    Dopo la sentenza del Carducci ecco a voi la sentenza paratie che scagiona in via definitiva l’ex Sindaco Lucini e i vari dirigenti.
    E adesso che il NULLA Sindaco di Como non ha più il giochino da citare a chi si affiderà?

    Tanti segnali stanno arrivando al NULLA chissà se sarà in grado di comprendere che la cadrega scricchiola!!

  5. Mi domando: “I pubblici ministeri di Como che hanno chiesto 40 anni di condanne?” Dove sono con le loro invenzioni? perché non rispondono del loro male operato…i danni morali agli indiziati penali letteralmente sputt…… chi li paga?

    1. Il dr. Adesso è alla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano. Il dr. Piacente è Procuratore generale a Genova.

  6. Non è una novità. L’epopea di Mani Pulite alla fine, se non erro, si è risolta con moltissimi avvisi di garanzia e pochissime condanne. Il problema non è l’Avviso di garanzia. Il problema è che ormai la condanna o l’assoluzione è lasciata nelle mani dell’opinione pubblica. L’ex-Sindaco Lucini e i dirigenti del Comune sono stati condannati prima di ancora di essere indagati e processati. L’Avviso di Garanzia, che ha tra l’altro la finalità di proteggere l’Avvisato, è diventato il pass del giudizio popolare. Il problema non è né la Magistratura e né la Politica ma la spettacolarizzazione della Giustizia. Quello che è avvenuto in Mani Pulite.

    1. Sì, ma non mi puoi paragonare ‘sta roba a Mani Pulite.
      Là c’è stata la confessione pubblica di Craxi, che in Parlamento ha confermato di aver preso le mazzette; là poche condanne, qui nessuna…

      1. Conosco gente che è stata “mediaticamente” rovinata da Mani Pulite per essere poi assolta in tutti e tre gradi di giudizio. Bisogna chiedersi se è questa Giustizia.

        1. Sì, ma questo è capitato spesso anche a gente coinvolta in affari diversi da Mani Pulite: mica si può sempre tirare fuori questo esempio per parlare di ipotetici “errori Giudiziari”.
          Mi sa che i tuoi trascorsi politici socialisti ti offuscano un po’ la visione d’insieme…

  7. Un vero scandalo, che vede diversi soggetti responsabili, a cominciare da chi ha istruito il fascicolo. Un vero scandalo, che lascia solo tanta amarezza e rabbia. Un vero scandalo, che ha davvero fregato tutti. Molti tacciono, anche una certa stampa; come alcune figure centrali dell’attuale giunta comasca che hanno serie colpe, nel merito, e che dovrebbero solo vergognarsi anche ad entrare in Comune.

  8. Chi risarcisce i cittadini comaschi per il danno politico di aver azzerato un sindaco che stava operando bene per la città?

  9. C’è “qualcuno “ che deve le sue scuse per aver negli anni inneggiato contro chi oggi effettivamente è stato ingiustamente accusato di fatti e reati mai esistiti.
    Ma quel “qualcuno “ non credo sia UOMO da saper riconoscere i suoi torti e chiedere scusa, chissà se mi smentirà.
    Felicitazioni di cuore per Lucini, Petrocelli, Gilardoni, Ferro, Marciano e Viola.

    1. Sergio auguro a te e parentado di non dover subire un simile calvario ingiustamente. Ma se dovesse succedere …. ti sentiremo frignare

  10. Massima stima e vicinanza a Lucini, ingiustamente coinvolto in questa vicenda. Altro quotidiano locale scrive però che è stato “prescritto” per un capo di imputazione e condannato a risarcire il comune.
    Comozero può confermare?

  11. Ci sarà qualcuno che ha il coraggio di chiedere scusa al Dr. Mario Lucini per le accuse infamanti del passato?

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