Se qualcuno sperava in un qualche bel regalo di Natale per quanto riguarda la Sanità lombarda, rimarrà deluso. Anche a Como ci siamo stancamente, e dolorosamente, trascinati un anno difficile riguardo la salute pubblica, scontrandoci regolarmente contro due macigni sulle nostre strade: liste d’attesa interminabile e Pronto Soccorso inaccessibili. Per non parlare di altri problemi non proprio da poco riguardo i medici di famiglia, di cui siamo ormai orfani: dall’impossibilità di iscriversi presso le loro liste, all’ eventualità di aver bisogno di visite o altre prestazioni, urgenti e non, in tempi ragionevoli. Vediamo quindi che cosa ci ha fatto trovare sotto l’albero Guido Bertolaso, assessore regionale alla Salute e Welfare.
L’ultimo colpo di teatro, che sa tanto di pietoso lenzuolo con cui coprire la realtà dei fatti, è stato quello di bloccare i cosiddetti gettonisti. Si tratta di medici (ma anche infermieri e altri operatori sanitari) aderenti a cooperative, che offrono prestazioni “spot”, a gettone appunto, per tappare buchi in organico. Carenze determinate dalle numerose dimissioni, magari a opera di chi si è poi trasformato in gettonista, perché da strutturato si sentiva frustrato, svilito, o anche solo malpagato. Sta di fatto che gli organici sanitari in Lombardia hanno la gola scoperta, cominciando dagli ospedali, dove da ancora prima del Covid (figuratevi dopo!) si lavora in riserva, con ferie saltate, turni detti “massacranti” e nervi a fior di pelle. Per continuare con la Medicina di base, dove i dottori di famiglia seguono adesso in media 2000 pazienti a testa (uno sproposito, con il carico burocratico che accompagna ogni prestazione), e che relega, per questo specifico indicatore, le province lombarde non a caso agli ultimi posti di una recente classifica sulla qualità della vita in Italia de “Il Sole 24 ore”. Tornando ai gettonisti buttati alle ortiche da Bertolaso e amici, diciamo che ci può stare. La vicenda era infatti costosissima per le anoressiche casse dei nosocomi, oltre che poco in linea con cure armoniche e continuative.
Ma, scusate, e adesso? Se prendi questa decisione, per la verità un po’ affrettata, bisogna come minimo avere una supersoluzione pronta. Serve infatti conoscere che i due settori più “gettonati”, appunto, sono: Pronto Soccorso e Anestesia. In taluni ospedali circa il 50% dei medici in queste categorie sono gettonisti, qui come la mettiamo? Rischiamo di dimezzare le sedute operatorie, nonostante il noto arretrato (leggi alla pagina “liste d’attesa”: un anno per operarsi di prostata, uno e mezzo per anca, due di cataratta). E il Pronto Soccorso? Già non è proprio “prontissimo”. Ci vogliono infatti dalle 8 alle 12 ore per talune prese in carico, fino a 24 in certe giornate di “emergenza influenzale”, come tappiamo i buchi? A proposito di “emergenza influenzale”, può essere definita tale un’epidemia stagionale, che si ripete annualmente da secoli nello stesso periodo dell’anno, che ha uno “storico” prevedibilissimo in termini di numero di ammalati, ricoverati e ahimè morti? Mettiamoci pure anche per insipienza di chi, pure a rischio, ostinatamente non intende sottoporsi alla vaccinazione, accessibilissima, gratuita e indolore.
Nei settori di emergenza succederà quello che già sta accadendo in tanti ospedali: specialisti di vari settori andranno a fare i turni in Pronto Soccorso. “Dottore, mi fa male la pancia, perché mi visita l’orecchio?” “Ma sa, sono un otorino”. “Dottore ho preso un colpo in testa, perché lubrifica il guanto?” “Sono un luminare urologo”. Certo, sono tutti medici prima che specialisti nel proprio settore, e dopo una valutazione iniziale è probabile che si avvalgano di colleghi competenti. Ma con tempi ancor più dilatati, in un settore che per definizione deve appunto essere “Pronto”. Ovviamente la politica ha predisposta una “cabina di regia” (ce n’è sempre una all’occorrenza), che provvederà a fare liste di libero professionisti da chiamare, a prezzo calmierato (alla faccia di una giunta che è liberale a giorni alterni e con categorie a scelta). Con il risultato, speriamo di essere smentiti in questa profezia, che gli specialisti correranno ancora di più nel settore privato, avvantaggiato da procedure più snelle, costi più contenuti, e relativa possibilità di selezione delle patologie, che pagherà di più i medici. Con l’allungamento ulteriore delle liste d’attesa per gli interventi programmati nel pubblico, nonché dei tempi di presa in carico in Pronto Soccorso. Insomma un guazzabuglio, anzi un testa-coda, l’opposto di quello a cui si mirava. Il punto è che a problemi complessi, frutto di montagne di errori nel recente e lontano passato, non si può rispondere con decisioni che sanno di catenaccio, mirate all’applauso e al “like”, bensì passando al possesso palla, con analisi e soluzioni allargate, anche a rischio di ledere interessi di bottega, agendo per quello supremo della collettività. Troppa semplificazione fa rima con banalizzazione.
8 Commenti
Ma si a cosa servono gli ospedali quando i servizi essenziali sono Amazon, Just eat e netflix?
A tutti i “quaraquaquà'”commentatori: 1)scendete in piazza e fate la “rivoluzione” ( però copritevi quando fa freddo che ciavetenacerta). 2)se avete qualcosa da denunciare in procura andate sennò zitti a Mosca.3) se aboliscono il suffragio nazionale sarete i primi a non poter votare ( stile marito, moglie, attributi & forbice).
Buon Anno a tutti anche ai QI < 20.
Il ridicolo è che se si programma un’adesione in massa alle assicurazioni sanitarie sul tipo degli Stati Uniti, si scoprirà che la stragrande maggioranza della popolazione non potrà permettersela (già oggi i ceti agiati se ne servono) Non ci sono i presupposti per una speculazione del genere.
Resteremo senza possibilità alcuna di curarci
Ma che corda si spezza. I Lombardi votano sti cialtroni da 30 anni e godono come ricci convinti di vivere nel paese del bengodi. Suffragio universale rovina nazionale
30 anni e piu di destra al governo della lombardia, foza Italia prima, lega poi
Cosa vi aspettavate una politica sanitaria a favore della popolazione o una privatizzazione a favore delle tasche degli amici i vari Don Verzè ( e per forruna era un prete che avrebbe dovuto operate per i poveri invece tanto amico di Berlusconi) Maugeri amicone del celeste Formigoni, gruppo san donato, humanitas ecc.
Una politica demenziale dei test d’ingresso a medicina che hanno tagliato le gambe a molti ragazzi, quelli poveri perchè i figli di papà pagando 40000 50000 euro anno possono accedere alla laurea in medicina frequentando l’universita privata creata appunto dai vari circuiti privati. ORA siamo senza medici.
La nascita esponenziale di cooperative che mangiano a 4 palmenti sulla sanita fornendo servizi il piu delle volte ridicoli.
Cosa devono fare ancora Fontana e company per essere cacciati a calci provocare il diluvio universale?
Assolutamente d’accordo ma il problema è che chi dovrebbe denunciare la situazione alle Procure della repubblica per INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO (ANNI PER UNA ECOGRAFIA) O IN ALTERNATIVA VIOLENZA PRIVATA PERCHÉ SI TRATTA DI NEGARE DI FATTO LA POSSIBILITÀ DI CURARSI… NON LO FA!!!!
PER NON PARLARE DEI FAMOSI TAGLI AGLI SPRECHI CHE SONO SCOMPARSI DAL VOCABOLARIO MAGICAMENTE.
Anche la gestione del pronto soccorso andrebbe indagata ben benino e per finire la RSA.
Ma è impossibile toccare l’eldorado per la politica che nella sanità pubblica ha la sua miniera d’oro.
120 miliardi di evasione fiscale e poi pagate i medici come gli impiegati, oltre a massacrarli coi turni. Politici, se tirate troppo la corda si spezza.
vorrei sommessamente ricordarti che sono proprio i medici i maggiori fruitori del nero ed è per questo che molti hanno scelto il regime “intramoenia” la verità è che se li paghi il doppio non possono svolgere altre attività lavori solo per gli ospedali! vuoi fare il libero professionista mettiti sul mercato e non usi l’ospedale per agevolare i tuoi clienti esterni.
questo è VERGOGNOSO