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Lo scontro Rapinese-genitori in Comune del 9 marzo scorso
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Scuole chiuse a Como, Silvia: “Dall’8 marzo il sindaco umilia, sbeffeggia, offende. Come si può tollerare?”

L’ennesimo attacco frontale del sindaco Alessandro Rapinese ai genitori che hanno portato fino al consiglio comunale le rimostranze contro la chiusura di 8 scuole ha scatenato moltissime polemiche. In particolare, hanno suscitato tante reazioni (in molti casi indignate) sia la definizione di “pappemolli” rivolta dal primo cittadino alle famiglie, sia la rivendicazione di occuparsi solo di immobili e non di questioni educative. Di segito, la lettera di Silvia, nostra lettrice (per inviare testi e segnalazioni con foto e video, scrivere a redazionecomozero@gmail.com, o al whatsapp 335.8366795 o alla nostra pagina facebook).

SINDACO (dal tardo latino syndĭcus, a sua volta derivato dal greco σύνδικος, ‘patrocinatore’, composto da σύν, ‘con, insieme’, e δίκη, ‘giustizia’). – DEFINIZIONE WIKIPEDIA.

E’ bene ricordare al nostro sindaco l’etimologia della parola che lo distingue e quanto le parole “Con, insieme” facciano intrinsecamente parte del suo ruolo.

CON, INSIEME per rappresentare la comunità, nella logica di perorare l’interesse COLLETTIVO per cui ha giurato davanti alla legge.

In questo periodo storico, dove si cercano manovre per incentivare la natalità, il Sindaco di Como ha deciso di chiudere prima 2 nidi (poi fermato in un caso dall’ordinanza del TAR che l’ha salvato) e poi ben altre 6 scuole tra materne e primarie.

Come si può pensare che queste scelte non siano state ponderate sulla base di una condivisione con i principali stakeholder di questo SERVIZIO PUBBLICO ESSENZIALE?

Ma andiamo oltre, immaginandoci che stia operando per il bene della collettività (….?).

Dall’8 Marzo in poi (giorno in cui aveva deliberato le prime chiusure), il primo cittadino ha intrapreso la sua personale battaglia contro chi la pensa diversamente da lui, in particolare verso le famiglie autonomamente organizzatesi in un COMITATO APARTITICO che manifestano EDUCATAMENTE e CIVILMENTE per sensibilizzare scelte più ponderate a favore dei servizi alla famiglia.

Una grande parte della città si è schierata contro le scelte dell’amministrazione. La petizione per salvare i nidi ha raccolto quasi 2500 firme e tutte le iniziative proposte dal Comitato hanno registrato grande interesse e partecipazione.

A fronte di tutto ciò, non solo il Sindaco ha continuato a evitare il confronto e la condivisione, ma ciò che è gravissimo è che colui che dovrebbe essere il “Primo tra i cittadini”, da quel 8 Marzo non ha mancato occasione per offendere, umiliare e sbeffeggiare chi esprime dissenso.

Cito alcuni degli attacchi “mammine”, “poveracci”, “non capite”, “stai zitta tu”, “vi frullo”, “egoisti”, “ignoranti”, “pappamolla”.

Come si può tollerare, a fronte di legittime richieste di spiegazione e confronto, tale comportamento in barba al suo ruolo costituzionale?

Questo atteggiamento conferma l’ostilità e la chiusura dell’amministrazione verso i bisogni dei cittadini ed, in particolare, verso quelli dei più piccoli che sono il futuro della città.
ERGO, quale futuro?!

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3 Commenti

  1. Ha cominciato ben prima. Da sempre è così. Da quando era all’opposizione. E da sindaco è peggiorato essendo circondato da una cricca stile setta

  2. È inutile parlare con chi non ascolta. Alla fine del mandato basta evitare di commettere errori votando qualcosa di meglio per Como.

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