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Punti di vista

“Thomas, non possiamo cancellare le pietre. Ma per chi è discriminato, ci siamo”. La bellissima lettera del Comune di Inverigo

Non è proprio vero che tutte le amministrazioni comunali sono uguali. Una testimonianza, oggi, arriva da Inverigo.

Come noto, nel paese della provincia di Como, la scorsa settimana si verificò una violenza di chiaro stampo omofobo ai danni di Thomas, giovane la cui unica colpa era avere i capelli tinti di rosa. Fu insultato e addirittura preso a sassate.

Ebbene, oggi – non in ritardo, anzi forse con il dovuto distacco dalla rabbia del momento – l’amministrazione di Inverigo (senza firme personali, dal canale facebook istituzionale) ha diffuso un lungo pensiero su quanto accaduto e, più in generale, sul tema dell’intolleranza e della discriminazione.

Lo pubblichiamo integralmente, convinti che valga davvero la pena una lettura del testo.

Care Concittadine, Cari Concittadini,
spesso ci illudiamo che violenza e omofobia siano parte di altri mondi rispetto al nostro, che invece crediamo protetto da tante delle storture che caratterizzano le grandi città, insieme alle loro periferie.

Quanto recentemente accaduto ad un ragazzo del nostro Comune, invece, ci obbliga a confrontarci con una realtà peggiore di quanto speravamo. Questo ragazzo, con un coraggio che non vogliamo sia più necessario, ci ha testimoniato che l’omofobia c’è, esiste e che anche ad Inverigo può fare molto male.

Se deve essere una questione di leggi, che il disegno di Legge Zan-Scalfarotto venga approvato in fretta, perché nuove tutele non potranno che farci bene. Ma nessuna legge potrà esentarci dal metterci in discussione davanti all’azione di formazione culturale che eventi come quello accaduto ci richiedono. E’ ormai necessario, infatti, affrontare le difficoltà con cui ci rapportiamo con ciò che percepiamo come diverso.

Viviamo in una società in cui, passo dopo passo, i dogmi spesso si rivelano quali sterili costrizioni comportamentali prive di umanità. Umanità che, invece, fiorisce in chiunque decida di non nascondersi nel percorrere la propria strada, arricchendoci della propria unicità.

Come Amministrazione, pur consapevoli della fatica per abbandonare la sicurezza degli assolutismi, crediamo sia indispensabile che ognuno di noi, davanti ad episodi gravi come questo, si interroghi su come poter crescere nel confronto con le diversità. Non possiamo ignorare che quanto accaduto abbia coinvolto i giovani del nostro paese, sulle cui azioni pesano anche i limiti dei comportamenti di chi è chiamato ad educarli: il contesto famigliare, la scuola, le Istituzioni centrali e locali.

Crediamo che in una comunità educante come è la nostra, in cui è un paese intero a far cresce un individuo, tutti abbiano delle responsabilità davanti a episodi di questo genere di violenza.

Ognuno di noi ha sperimentato quanto sia difficile confrontarsi con chi crede, pensa o agisce in modo diverso dal nostro. Sappiamo quanto la difficoltà aumenti quando il confronto tocca le fondamenta del nostro intimo: è forte il desiderio di ritrarsi davanti a questi confronti.

Ci sono, infatti, sfere sulle quali il confronto con ciò che percepiamo come diverso resta ancora un tabù: purtroppo, la sessualità ne è un chiaro esempio. Aggiungiamo il colore della pelle, passando per il credo religioso o politico. Non serve nemmeno la cronaca giornalistica per avere esperienza del dolore di chi soffre a causa delle paure e delle ansie di una collettività incapace di accettare gli altri.

A questo ragazzo, non possiamo annullare né le pietre né le offese ricevute. Sentiamo, però, di dover dire con forza a chi ha timore nel condividere la propria quotidianità con il contesto di cui fa parte, che l’Amministrazione comunale può essere un punto di riferimento – o, almeno, di partenza – per affrontare queste difficoltà: possiamo avere un ruolo e intendiamo agirlo, consapevoli che un episodio del genere non possa di certo essere esemplificativo del sentire comune degli inverighesi.

L’Amministrazione Comunale di Inverigo

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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2 Commenti

  1. Bravi!! Le parole e l’ espressione dei sentimenti secondo me sono il miglior argine alla violenza stupida.

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