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Turismo sul Lago di Como, Butti: “Polemiche, manie di protagonismo e territorio che fa poco squadra. Rischio implosione”

Sul tema dalla crescita esponenziale del turismo sul Lago di Como è intervenuto con un articolato intervento anche l’ex assessore della Giunta Landriscina, Marco Butti (FdI), che nei cinque anni dello scorso mandato aveva la delega alla materia. Pubblichiamo integralmente il suo contributo.

TURISMO: SERVE UN LAVORO DI SQUADRA PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI
Con il ponte che ci siamo lasciati alle spalle, primo vero banco di prova della stagione turistica 2023, puntuali sono arrivate le polemiche rispetto a quanto abbiamo assistito in questi giorni. Polemiche che, vista la situazione, potrebbero ripetersi anche in occasioni future ma che sarebbe costruttivo se si tramutassero in analisi e idee, nel tentativo di non vedere replicati disagi e disservizi.

Oltre a piazze e tavolini – temi più del capoluogo – il problema legato al turismo abbraccia più ambiti. Infrastrutture e trasporti, servizi, offerta culturale, diversificazione, strategie di comunicazione e mentalità, rappresentano un mix che, se non amalgamato, rischia l’implosione. Aggiungiamoci il carattere di noi comaschi che spesso non aiuta a fare squadra ed affrontare la situazione. Abbiamo perso l’università prediligendo un altro progetto, Villa Olmo, dove si è partiti dal giardino e non dai lavori di ristrutturazione della villa stessa; ora, che siamo ancora in tempo, è doveroso evitare il boomerang sul turismo e perdere i benefici che possono arrivare.

Quanto visto in questi giorni non credo sia un tema che debba coinvolgere solo il comune capoluogo, dove andrebbero evitate manie di protagonismo e battute finalizzate a distinguere i flussi di Natale con quelli di Pasqua. L’auspicio è che non sia anche l’occasione di una mera contrapposizione tra sindaco ed opposizione.

Non è neppure un tema che coinvolge la città e qualche comune rivierasco confinante Quello che stiamo vivendo a Como si sta replicando anche in altre località, dal Garda alla Liguria. In questi giorni sui media di quelle zone, si possono leggere numerosi articoli, con prese di posizione differenti ma con un unico denominatore, ovvero la volontà di agire attraverso una regia comune da parte della pluralità di soggetti coinvolti.

Qualcuno, anche nella nostra provincia, ha rilanciato il tema degli ingressi contingentati o numero chiuso: è prematuro e sarebbe una scelta arrendevole, come issare bandiera bianca ancor prima di aver provato, coralmente, a trovare soluzioni che consentano a tutto il territorio di fare il necessario salto di qualità.

Il tema è decisamente complesso e nessuno ha la bacchetta magica: occorre bilanciare le esigenze dei residenti con quelle dei turisti, siano quella della singola giornata piuttosto che quelli che pernottano 2/3 notti. Ad entrambe queste categorie è opportuno guardare non come meri consumatori, bensì a fruitori.

Per questa ragione serve sicuramente un luogo di confronto, autorevole, capace di analizzare nel dettaglio le criticità esistenti, idee e suggerimenti per poi avanzare proposte concrete ed attuabili agli organismi preposti. Solo così, agendo da squadra, si potrà evitare l’implosione.

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3 Commenti

  1. …siamo già all’implosione, anche senza i turisti. La città ha seri problemi infrastrutturali, servizi mobilità, un problema gigantesco sulle aree dismesse e 12 anni di cantiere sul lungolago.
    Non è che adesso è arrivato il turismo e ci siamo accorti che non ci stiamo più…
    Qualcuno fa finta di fare 4 parcheggi in piazza Roma, o due in viale innocenzo ma la città ha bisogno della tangenziale, della ticosa, del San Martino e della metro-tram-via. Ha bisogno delle piste ciclabili in luogo alla sosta a raso. Tutte cose che fai in anni di programmazione e che purtroppo non abbiamo mai fatto.

  2. Quindi non esiste una strategia turistica globale per il Lago di Como? Se la risposta è no e se ne deve costruire uno, le basi devono essere collaborazione e buona fede.

  3. Un tavolo di confronto pubblico tra amministratori, forze politiche e sociali, tecnici indipendenti di provata e specifica competenza, potrebbe rappresentare l’iniziativa adeguata per pianificare il futuro sostenibile dei flussi a Como.
    Sindaco Rapinese, mi associo all’ex assessore e rinnovo l’invito già personalmente reso noto.

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