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Attualità, Sanità

“Dobbiamo rompere gli schemi di una cultura vecchia”, il discorso dirompente del comandante in capo della sanità in provincia di Como

Avere coraggio, rompere i vecchi schemi culturali, avere una nuova visione, valorizzare e rispettare i professionisti, lavorare insieme e fare rete, rispondere al bisogno di salute, grazie. Sono le parole e i concetti più ripetuti quest’oggi all’ospedale di Cantù, in occasione della festa del patrono del presidio, Sant’Antonio Abate. I festeggiamenti sono stati preceduti dalla messa celebrata da fratel Gioacchino Santoro e padre Mariano della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione che hanno trasmesso ai presenti l’augurio di aprire la porta del cuore a Cristo.

Nella sala convegni sono seguiti i saluti delle autorità intervenute il sindaco di Cantù Alice Galbiati, il sottosegretario per il Ministero dell’Interno Nicola Molteni, il vicepresidente della Provincia e sindaco di Mariano Comense Giovanni Alberti, il presidente della Conferenza dei sindaci di Asst Lariana e sindaco di Novedrate Serafino Grassi, i consiglieri regionali Marisa Cesana e Angelo Orsenigo, il presidente dell’Ordine provinciale di Como dei Medici Chirurghi e Odontoiatri Gianluigi Spata, il presidente della Bcc Cantù Angelo Porro. La parola è quindi passata al professor Andrea Maria Maresca, primario della Geriatria all’ospedale Sant’Anna, docente all’Università degli Studi dell’Insubria di Medicina Interna nonchè direttore della Scuola di Specializzazione in Geriatria, insieme a Sara Leone e Marianna Varriale, infermiere di Famiglia e di Comunità del Distretto di Cantù-Mariano Comense, hanno illustrato i primi risultati del progetto di sperimentazione per una migliore presa in carico del paziente anziano fragile avviato nel mese di luglio. Proprio la Bcc Cantù, da sempre tra i principali benefattori dell’ospedale canturino, ha donato tre sonde ecografiche portatili per gli esami a domicilio dei pazienti.

“Il progressivo invecchiamento della popolazione porterà a un continuo aumento dei pazienti anziani fragili – ha sottolineato il professor Maresca – Dobbiamo evitare che queste persone arrivino in urgenza al Pronto Soccorso. E’ un tema etico innanzitutto, prima ancora che clinico. Dobbiamo, quindi, monitorare le loro condizioni a casa e, nel caso, programmare noi un ricovero nell’Ospedale di Comunità (il Distretto di Cantù-Mariano Comense ha un Ospedale di Comunità a Cantù, al Sant’Antonio Abate e uno a Mariano Comense, nel presidio Felice Villa, ndr)”. Da qui l’attivazione di un ambulatorio geriatrico specialistico nella Casa di Comunità di Cantù dove sono presi in carico gli utenti più fragili e l’organizzazione di équipes, composte da geriatri ed infermieri di Famiglia e di Comunità, che si recano al domicilio dei pazienti segnalati dai medici di medicina generale in caso di riacutizzazione delle patologie. Il progetto coinvolgerà anche i pazienti ricoverati nelle Rsa. Ad oggi, in sei mesi, sono 78 i pazienti che sono stati presi in carico (25 uomini e 53 donne) con l’attivazione di 115 servizi; per 56 pazienti si sono rese necessari interventi a domicilio, per 22 è stato possibile organizzare visite in ambulatorio.

I festeggiamenti si sono chiusi con gli interventi della direzione di Asst Lariana, il direttore socio sanitario Maurizio Morlotti (che ha sottolineato l’importanza di collaborare e fare rete, ringraziato i professionisti per l’impegno e osservato come il Distretto di Cantù-Mariano Comense, diretto dal dottor Carmine Paparesta, rappresenti un punto di partenza di diverse   progettualità di Asst Lariana), il direttore sanitario Brunella Mazzei (che ha ricordato come al di là degli investimenti strutturali che proseguono e si completeranno nel corso dei prossimi anni, la direzione abbia investito con il nuovo Poas, il Piano di Organizzazione Aziendale Strategico, sull’organizzazione e le persone; ha ringraziato tutto il personale per la collaborazione e dedizione; ha, infine, sottolineato che insieme, se ci si crede, si possono fare grandi cose) e il direttore generale Luca Stucchi.

“Prima di arrivare qui ho avuto un incontro in Regione con la rettrice dell’Università degli Studi dell’Insubria per strutturare al meglio il rapporto con loro – ha spiegato il dg – La collaborazione con il mondo universitario porta frutto, porta progetti per il territorio, come abbiamo sentito”. “E’ passato un anno dal nostro insediamento – ha proseguito –  un anno che è volato. Siamo riusciti a fare alcune cose, alcune che si vedono, altre che si vedranno nei prossimi mesi. Con i cantieri legati al Pnrr chiuderemo a metà del 2026. La sfida che ci attende è la costruzione della rete: senza nulla togliere alla storia del singolo presidio, oggi nessun presidio si salva da solo, Menaggio ne è un esempio. L’ospedale di Cantù ha un valore perché dentro una rete, quella di Asst Lariana. Avrà un primario di Chirurgia (come definito dal nuovo Poas deliberato, ndr) e sarà bandito il concorso perché al presidio e alla rete serve questa ulteriore figura. Allo stesso tempo dovremo rompere gli schemi di una cultura vecchia, è tutti insieme che dobbiamo dare una risposta al bisogno di salute dei cittadini. Abbiamo sei Distretti e tutti e sei i Distretti devono assicurare una risposta. Siamo chiamati a lavorare insieme per generare un reddito che è la salute”. Sul fronte dei professionisti, Stucchi ha aggiunto “Oggi non possiamo dare ai professionisti il respiro di un luogo ma di un’azienda, diversamente li perdiamo. Ed è su questo tema, che è quello della rete, come detto, che giocheremo la partita quest’anno. Dobbiamo aiutare i nostri professionisti a lavorare meglio, dobbiamo introdurre un metodo organizzativo diverso. I vantaggi saranno per tutti, per i professionisti e per i pazienti”. Ringraziamenti sono stati espressi, infine, a tutti gli attori della rete, istituzioni e forze dell’ordine e alle associazioni di volontariato che operano a fianco di Asst Lariana offrendo “un aiuto fondamentale”.

La festa si è chiusa con la consegna delle pergamene ad alcuni dei dipendenti dell’ospedale di Cantù che nel corso dell’anno scorso sono andati in pensione, Domenico Brienza, Cristina Bianchi ed Ivana Zappa.

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