Dopo la nostra indagine sul campo, che ha testimoniato i tempi di attesa a volte “eterni” per fissare diverse tipologie di visite mediche con la sanità pubblica, qualcosa si muove. Ma soprattutto, arriva un’ammissione delle difficoltà del sistema, come documentato da ComoZero nei giorni scorsi.
Le visite mediche (quasi) impossibili: le nostre prove al telefono e online. “Nessuna disponibilità su Como”
La prima reazione ufficiale, con una nota, arriva inevitabilmente dalla Regione Lombardia attraverso il sottosegretario comasco Fabrizio Turba (Lega).
“Certamente anche in questi giorni si registra una complessità nel programmare e prenotare le visite mediche con un relativo aumento di angosce e difficoltà per chi necessita di queste prestazioni – afferma Turba – Non bisogna però mai dimenticare i mesi appena trascorsi in cui il nostro sistema sanitario ha dovuto gestire uno tsunami impressionante mai avvenuto nel recente passato”.
“Tutto questo ha inevitabilmente avuto ripercussioni su tutto il lavoro ospedaliero e di assistenza ma con impegno e grandi sforzi Regione Lombardia sta cercando di introdurre nuovi strumenti per tornare presto alla normalità – aggiunge il sottosegretario in Regione – Si è dato il via alle nuove assunzioni che serviranno sia, speriamo di no, dovessimo rivivere una situazione critica provocata dal Covid, sia per ripartire pienamente con tutte le prestazioni”.
Visite mediche, Asst Lariana conferma liste lunghe: “Ma le urgenze sono sempre garantite”
“Si è inoltre ampliato l’orario per svolgere le visite mediche che possono essere fatte anche il sabato e la domenica – sottolinea Turba – Ricordiamo inoltre che per i malati cronici le visite di controllo possono essere prenotate direttamente dal proprio medico di base, un’ulteriore forma di sostegno a chi ne ha bisogno”.
“Siamo certamente consapevoli che non tutti i disagi verranno risolti in pochi giorni, quanto avvenuto è stato davvero devastante ma gli sforzi e l’impegno con cui Regione Lombardia sta gestendo la ripartenza sono senza dubbio importanti e fanno ben sperare per un presto ritorno alla normalità”, conclude il sottosegretario regionale.
3 Commenti
E quando i medici ci sono, ma agiscono in ‘libera professione’ sottraendo tempo al ruolo pubblico e utilizzando risorse e strutture pubbliche..? Il sistema sanitario deve essere riformato e se un soggetto vuole agire da privato, operi da privato con risorse proprie
La “sussidiarietà” è un concetto assai interessante. Letteralmente significa che un ente inferiore può sostituire l’ente superiore nella gestione di un servizio pubblico. È un principio che piace molto ai cattolici perché è parte integrante della dottrina sociale della Chiesa, l’Enciclica Mater et Magistra di Giovanni XXIII ne parla assai compiutamente. È un principio che in Italia ha portato grandi vantaggi in particolare la delega da parte dello Stato alle Regioni della Sanità e della Formazione professionale.
In Regione Lombardia questo principio, con il tempo, si è trasformato in qualcosa di diverso. SI è trasformato nella delega della Sanità e della Formazione professionale alle strutture private convenzionate con la Regione Lombardia. Non è sussidiarietà. È un’altra cosa che oggi si confonde con sussidiarietà.
Più andiamo avanti e più questa delega aumenta. Oggi abbiamo la quasi totalità della Formazione professionale demandata a Istituti privati e una sempre più accentuata quota di servizi sanitari demandati alle strutture sanitarie “private”. La tanto esaltata Sanità lombarda sta diventando la sempre più privilegiata Sanità “privata” lombarda.
Di conseguenza, i pazienti ricchi che possono permettersi costose assicurazioni o possono pagare, accedono rapidamente ai servizi. I pazienti meno ricchi accedono a liste di attesa sempre più lunghe e frustranti. Cosa ci vogliamo fare, la Sanità lombarda ce la invidiano tutti….che sarà mai questo problemino!
Non credo che fosse quello a cui pensava San Giovanni XXIII quando scriveva sul principio di sussidiarietà come non credo che i signori che governano la Regione Lombardia e che parlano sempre a nome del “popolo” ne faccio realmente gli interessi……a patto che non mi raccontino che chi accede a pagamento alle strutture private sia il loro concetto di “popolo”. Sicuramente non è il mio…..
Mancano medici e paramedici negli ospedali pubblici questa è la verità!!ospedale di Menaggio sguarnito di anestesisti rianimatori,radiologi,medici di pronto soccorso e di medicina interna.Tutto ciò da più di un anno.Troppi professionisti lavorano nella vicina Svizzera o in cliniche private dove hanno stipendi più alti questa è la verità,ma urge una soluzione.