Lui è varesino, per la precisione del comune di Clivio. Ma la storia di Francesco Citti raccontata oggi da un articolo intervista sul quotidiano Repubblica, a firma, Michele Bocci, è certamente emblematica anche per tutti gli infermieri comaschi. Il tema è quello degli stipendi dei professionisti della sanità, con il fossato che divide i compensi in Italia da quelli in Svizzera. E dunque, ecco il cuore della vicenda: la scelta decisa, a 25 anni, di varcare il confine per guadagnare meglio ma anche perché, dice il giovane infermieri, “in Svizzera sanno valorizzare il nostro lavoro e ci permettono di fare carriera”.
Tema tutt’altro che secondario, questo, che va di pari passo con l’aspetto economico. Nello specifico, 4.400 euro al mese in Canton Ticino, alla clinica Moncucco nel Luganese, reparto Geriatria, raggiungibile con 30 minuti di viaggio. Cifra nemmeno paragonabile, ovviamente, a quelle percepite dai colleghi in Italia. Con grande rammarico del 25enne: “La professione dell’infermiere è importantissima e in Italia spesso deve ancora essere del tutto capita – ha sottolineato a Repubblica – Chi ha avuto a che fare con noi sa quanto possiamo fare. Lo stipendio deve essere adeguato al ruolo e alle responsabilità”. Cosa che oltreconfine avviene, in Italia no, tanto che anche nelle precedenti strutture sanitarie dove aveva lavorato, i frontalieri “raggiungevano anche il 90% dei dipendenti”. L’esodo insomma è tutt’altro che finito.
7 Commenti
Ed è italiano. Pensa uno svizzero con pari mansione cosa guadagna.
Casa in Italia lavoro in ch.
Comunque bravo, ha avuto coraggio. È anche vero che con 3/4 stipendi made in ch ha preso quanto in Italia e gli avanzano ancora 32.000 euro di stipendio. Se serve fino alla pensione sarà stato fortunato
La Svizzera dovrebbe rimborsare all’Italia il costo della formazione
Talmente valorizzati che poi vivono tutti in Italia…facile così
Esatto.
Già, e quando non servi più arrivederci e grazie senza tutele…i soldi non li regala nessuno.
Ha fatto bene. È non è solo la sua categoria a guadagnare 3 volte di più che in Italia.