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satira

Il Cene imperatore, il sindaco con il forzista tra i denti e Traglio Top Gun: l’altro Consiglio

Non di soli psicodrammi vive il consiglio comunale di Como. Talvolta, anche di simpatica psichedelia.

Ad esempio lunedì scorso, nella famosa Notte degli appalti maledetti, che ha saputo regalare anche alcuni momenti brillanti, fuori dai “drammi”. Eccone alcuni (scherzandoci un po’ su, ovviamente).

ENRICO V

Grande protagonista della Fronda è stato – all’improvviso, un lampo nel buio – il consigliere di Forza Italia Enrico Cenetiempo.

Uomo mite, placido navigatore dei consigli comunali ormai da fine ‘800, lunedì scorso il GRANDE DISEGNO UNIVERSALE – alias Mauro Caprani – ha investito lui del compito solenne di fare la Storia. E allora, smessi gli umili panni del servitore nella vigna di Landriscina, il Cene si è presentato come un novello Enrico V, ultimo imperatore del Sacro Berlusconiano Impero, per condurre il popolicchio azzurro alla rivoluzione.

Il capo cinto da una corona di piadine, la cappa indosso (quella del bar), la spada sguianata verso sindaco e Negretti, il Consigliere de Diòs ha portato i forzuti-forzisti alla clamorosa ribellione. E a notte fonda l’imperatore è uscito dal Comune vittorioso, su una carrozza alata trainata da Traglio, in mezzo a due muri di folla acclamante, per leggere il proclama finale dalla cima del Baradello.

Poi si è svegliato. Ancora nella vigna di Landriscina, ahilui.

Elena “Munch” Negretti

Alla sua prima notte politica davvero tempestosa, la Zarina Maxima si è presentata tesa. Molto tesa. L’aria in aula non era buona per la sua delibera-appalti e i fatti hanno dato ragione alle sensazioni negative.

Nonostante il rovescio politico, Negretti non ha perso l’aplomb riuscendo inoltre a battere il record europeo di scuotimento di capo e stabilendo il primato mondiale di anatemi in aramaico su Forza Italia. Nonostante il volto trasfigurato in una sorta di Urlo (silenzioso) di Munch, ha poi mantenuto l’impeccabile stile fino al tragico voto.

Poi, sdegnata ma composta, ha spiccato il volo verso casa su una nuvola di profumo.

Maurizio “Suona la carica” Traglio

Meraviglioso il Mao. Paracadutato da un jet privato direttamente sullo scranno comunale – giacca di pelle, ghigno sardonico e occhiale da Top Gun – una volta assiso si è immediatamente addormentato sulle preliminari.

Poi, però, scacciata l’insostenibile noia di determine, delibere, codici e codicilli, come un novello Hulk si è strappato il doppiopetto e qualche pelo dal petto e ha inveito per 5 minuti sull’assenza di progetti della giunta con splendide doti da mimo francese per enfatizzare la pigna di documenti mai visti.

Finita la batteria e sopraggiunta di nuovo la noia, Maurizio è stato messo in ricarica dagli assistenti alla più vicina colonnina elettrica. Infine è stato aviotrasportato a Versailles per uno Spritz con Obama, Cristiano Ronaldo e il Papa.

Mario “Finta Indifferenza” Landriscina

Tutti concordi: nell’avversità, lunedì scorso il sindaco ha prodotto il miglior discorso politico da un anno a questa parte. Colonna sonora: la musichetta-spot dei Gratta&Vinci, solo con lo slogan “ti piace perdere facile” (Copyright Forza Italia).

Appassionato, accorato, vivido, il primo cittadino ha incassato il voto infausto con grande stile. Impareggiabile, però, l’ultima battuta con i cronisti a giochi chiusi. Frasi ufficiali, pronunciate con l’avambraccio di un forzista ancora tra i denti: “Nessun dramma, era nell’aria, ci confronteremo, spiace ma ripartiremo”. Sottotitoli reali: “Io a questi gli metto le mani in faccia, gli scippo il naso, miiiii se pijo il Cene gli tolgo il Tiempo, ma le mazzate proprio”.

Alessandra Bonduri, Principessa Tremolina

Vera stellina a sorpresa nella lunga notte dei coltelli da formaggio: la leghistina dai modi gentili, Alessandra Bonduri. Mai un ciglio fuori posto, stratega fine ma più silenziosa di un Pinguino De Longhi, la signorina ha stoffa (rigorosamente griffatissima).

Unico problemino: un certo nervosismo divorante nella pubblica orazione. Eppure lunedì l’ha vinta e – a detta di molti – ha prodotto il miglior discorso dopo quello del sindaco. Certo, per la tensione, non appena alzata, ha prodotto un blackout elettrico da Garzola a New Orleans, ha spento 4 ritpetitori Mediaset, ha deglutito con nonchalance mezzo microfono e le ginocchia hanno urlato per ore GiacomoGiacomoGiacomoGiacomo! e i suoi fratelli.

Ma probabilmente l’ex Carroccio da lunedì ha accesso la sua stellina (con lampadina subito fulminata, ça va sans dire).

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