AVVERTENZA: ARTICOLO DA APPROCCIARE CON SPIRITO IRONICO
“Vabè, ma le code per i battelli ci sono sempre state!”. E’ certamente l’obiezione che molti, legittimamente, faranno rispetto alle immagini pubblicate a corredo. Si smonta facilmente, però. Per due motivi.
Il primo: il turismo, negli ultimi anni, è enormemente cresciuto a Como (e in tutta la provincia) e se è vero che qualche fila per la gita in battello i tedeschi, gli olandesi e gli americani se la sono sempre dovuta sorbire, è altrettanto certo che mai i numeri da “smaltire” sono stati così imponenti nel passato.
Il secondo: un tempo, in quell’era geologica ante paratie, il lungolago non era molto più accogliente dell’attuale, è vero; ma almeno i punti di imbarco erano fissi, stabili, non ingabbiati tra inferriate e palancole, e senza un punto terminale che coincide sostanzialmente con una baracca a bordo strada, in piazza Cavour.
Ce ne sarebbe anche un terzo, in verità, che poi – ironia della sorte nonché spiegazione del titolo chiaramente provocatorio – è quello essenziale. E cioè che, qualunque sia stato il passato, di qualsiasi dimensione siano state le code ai battelli nei lustri scorsi, oggi siamo comunque nel 2018.
Un anno in cui la Nasa sta per mandare il Parker Solar Probe sul Sole – sul Sole, non a Cinisello – dove con uno smartphone possiamo ordinare sushi, rovinare la vita a qualcuno con le foto sconce, cambiare la cucina in 3 click e probabilmente, tra qualche anno, potremo persino comprare il biglietto per una gita marziana. Eppure, oggi, non riusciamo a comprare un ticket online per battelli e aliscafi della Navigazione Laghi.
Nel 2018 – l’anno in cui una stampante 3D può materializzare un monolocale o un kalashnikov in qualche minuto e in cui ogni giorno 2 miliardi di persone entrano in contatto da ogni angolo del mondo tramite Facebook – sul Lago di Como, sul fantasmagorico, hollywoodiano, celebratissimo Lago di Como, ancora non si riesce ad aggiudicarsi una corsa verso Bellagio tramite tablet, non si riesce a organizzare una giornata sulle acque programmandola al secondo dal divano e probabilmente dimezzando la fila.
Tutto perché, con i tempi comodi del Giurassico, soltanto nel 2016 (nel 2016: Steve Jobs presentò il primo melafonino nel 2007, per dire) la Navigazione Laghi ha indetto la gara per offrire finalmente il futuribile servizio della biglietteria online. Servizio destinato però – tra mille, misteriose burocrazie – a divenire realtà soltanto nel 2019.
Inappuntabile, no? Eppure questi migranti bianchi provenienti daĺl’Africa subsvedese, ai quali pure abbiamo aperto i porti lariani, vorrebbero anche protestare. E magari vedere Sky in mezzo lago o godere di una tettoia sulla capoccia a Ferragosto. Incredibile. Una vergogna.
Fai girare (i biglietti) !!1!!!1!
Lascia un ticket per Nesso ai giapponesi se condividi.
2 Commenti
Tutto questo perché operano in regime di monopolio!
Provate a mettergli il fuoco sotto il sedere della concorrenza…..
Poi d’incanto gli operatori triplicherebbero…..
Perfetto! Aggiungo che un corso di gentilezza ai dipendenti non guasterebbe.