A un certo punto, in discesa da via Torno, sfreccia una Vespa presumibilmente rubata dal cugino di Verstappen, a giudicare dalla velocità folle. Roba che per fermarla non sarebbe bastata la pista di Linate. Ed è in quell’istante che, senza un perché, senza alcuna motivazione apparente e soprattutto senza fermarsi, dal casco scatta all’indirizzo dei vigili un “vaff…” così immotivato da innescare il campanile di Sant’Agostino a pudìca copertura. E’ solo uno dei momenti vissuti ieri da spettatore per circa tre ore, tre le 8.30 e le 11.30, nel punto dove la Polizia locale di Como è stata impegnata per tutto il giorno a deviare il traffico dopo la frana di Blevio. Una sana immersione (semiseria, ovviamente) nella realtà degli agenti ai quali chi scrive (perché, voi no?) ha dedicato svariate reinterpretazioni del rosario, a ogni santino lasciato sul tergicristallo. Ma andiamo oltre.
Pochi minuti prima delle 9. Alle transenne arriva un furgone con vago slang milanese: “Cioè f**a (scusate, è per rendere il concetto anatomico del parlato, ndr), cioè, io devo andare a Torno, f**a!”. “Non si può, strada chiusa” replica l’agente, senza ricorrere a parti del corpo umano, con garbo. “Eh ma f**a, io devo andare”. “Eh no, non può” sempre senza anatomia. Il mezzo e l’autista imbruttito, sconfitti dalla gentilezza, si allontanano. Si apprende solo dopo, dalla sgommata di ripartenza, che poteva essere il secondo cugino di Verstappen.
Arriva un gruppo di turiste giovanissime. Chiedono informazioni sulla Lariana, cercando per gentilezza di mischiare inglese, italiano e credo vichingo. Ne nasce un mostro incomprensibile tipo: “What’s strada to Blevio Kjæreste von to Lariana, feet. Piedi Lillelørdag?”. L’agente, imperturbabile, replica sorridendo: “Di là”. E tutto si risolve con sorrisi e cortesie reciproche. Un grande incontro tra civiltà.
Immancabile, arriva la sciura che ha voglia di chiacchierare, il terrore di qualsiasi vigile:
– “Buongiorno! Allora c’è la frana eh?”
– “Eh sì”
– “Ma la strada è chiusa?”
– “Sì signora (e qui io cerco di pensare cosa trattiene con enorme umanità il vigile: No, signora, la Lariana è aperta. Noi siamo qui dalle 6 solo per spaventare chi passa)”
– “Ah che guaio. Come le zucchine – prosegue la sciura arrivando dove veramente vuole arrivare: a parlare del mondo – sono aumentate un sacco, poi c’è mio cognato che zoppica e il nipotino con le verruche, fa caldo eh?, quando riapre la strada? a mi, al Berlusca al me piaseva, c’ho un dolore qui che…”. Soltanto i due piani di camion e auto accatastati davanti alla transenna per via Torno, con le prime scimitarre balenanti nel cielo di Sant’Agostino, oltre alla mano di un collega che corre sulla fondina ma sempre col sorriso, convincono la signora a mollare l’osso. Ma è felice lo stesso e ringrazia: “Bravi e complimenti a tutti”. “Grazie signora – rispondono gli agenti sollevati – a presto (presto, nel linguaggio della Polizia locale, coincide più o meno con tre decadi, ndr)”.
A un certo punto, un fragore assurdo: un’auto travolge i cartelli di deviazione posati sulla strada. Assistiamo tutti basiti alla scena. “Scusate, guardavo voi”, si giustifica il conducente. Il famoso fascino della divisa.
Naturalmente c’è anche chi si inventa di tutto pur di passare a ogni costo:
– “Buongiorno, io dovrei andare lo stesso”.
– “Non si può, strada chiusa per frana”.
– “Eh ma devo lavorare” (e qui l’agente per me pensa: “Noi no, noi ci rilassiamo spesso sull’asfalto di via Torno”).
– “Mi spiace signora, è pericoloso. Non si può”, la risposta vera.
A questo punto, quasi sempre, le discussioni diventano surreali (sintesi nostra di fantasia):
– “Eh ma io lavoro per salvare il mondo”
– “Ah, mi spiace. Non può salvarlo domani?”
– “Eh no. C’è la crisi climatica, la guerra, l’inflazione e devo fare prima la ceretta. Devo salvarlo proprio oggi, adesso”.
– “E deve salvarlo proprio sulla Lariana? Non si può salvare da Como?”
– “No no, poi ho un parente che non sta bene. Anzi due. Forse cinque”. Alla fine la signora non passa, non risultano incrementi di lutti tra Como e Bellagio, ma mi convinco che la prossima pandemia potrebbe nascere da una transenna a Sant’Agostino.
Qualche momento teso ovviamente non manca. C’è chi si aspettava una riapertura rapida della Lariana: “E allora? Si apre o nooo?”.
“No, al momento è ancora chiusa”
“Eh ma non è possibile! Per quattro sassi sulla strada!”.
Il vigile, sorridente ma con prime sembianze da fratello azzurro di Hulk: “DI-LA’-PREGO”. E il nervosetti, muto.
Ecco, tra il serio e il faceto, questo ha colpito in quelle tre ore: il controllo dei nervi a livello pro della Polizia locale. Anche perché – visti da fuori – gli automobilisti (noi automobilisti, diciamoci la verità) sanno essere terribili, a volte. Davanti a una trasenna, di più (e comunque, dovessero mai chiedervi “What’s strada to Blevio Kjæreste von to Lariana, feet. Piedi Lillelørdag?” voi rispondete “Di là” e sorridete, funziona).
3 Commenti
Bravi agenti, santa pazienza
Postini col ferro
Sono dei santi…