Daniela De Fazio, dirigente scolastica del Comprensivo di Rebbio dal 2014, è un vero e proprio uragano. In una chiacchierata di poco più di mezz’ora ci ha trasportati nella sua struttura scolastica – che comprende i quattro plessi di via Cuzzi, via Giussani, via Varesina e via Palma ovvero due scuole dell’infanzia, due primarie e una secondaria – tra progetti extrascolastici, iniziative e programmi di inclusione per tutti i bambini e i ragazzi.
Già a metà intervista si era concretizzata una certezza: il Comprensivo di Rebbio non è una scuola come tutte le altre.
“Ho una segreteria ridotta ma tutti i miei insegnanti e collaboratori comprendono che questa è una scuola con una missione, quella dell’inclusione – spiega la dirigente – qui c’è tutto il mondo e non possiamo fare integrazione a parole ma con i fatti e i miei insegnanti, malgrado siano stanchi e spesso sovraccaricati, continuano a lavorare perché hanno compreso che la nostra è una scuola speciale”.
Il Comprensivo di Rebbio ha al suo interno poco più di 700 alunni, circa il 48% dei quali è di origine straniera.
“Tengo a sottolineare che a dispetto di questa multiculturalità quasi tutti i bimbi parlano correttamente l’italiano e se ci sono dei casi particolari legati alla non conoscenza della lingua vengono seguiti da insegnanti ad hoc” aggiunge De Fazio.
Un’importante fetta degli studenti arriva da famiglie in difficoltà economica. E c’è una tradizione bellissima nelle scuole dell’infanzia e primarie: a chi finisce il ciclo si chiede di donare il grembiule affinché possa essere dato a chi è in difficoltà.
“Sappiamo bene che non possiamo chiedere un contributo volontario annuale oneroso, quindi la quota è di 25 euro ma sono già comprese l’assicurazione e il diario scolastico – spiega De Fazio – del resto si occupa la scuola attraverso il reperimento di fondi pubblici o collaborazioni con il territorio”.
Nei bagni ci sono la carta igienica e il sapone, nei corridoi il disinfettante per le mani, nelle classi la carta per le fotocopie. E non sono i bambini a portarli, come accade in molte scuole della provincia.
L’istituto al momento è noto ad esempio per aver fatto partire il progetto di crowdfunding per la riqualificazione del campo sportivo ma non solo.
“Annualmente riceviamo circa 5mila euro dallo Stato. Si tratta di un contributo per evitare la dispersione scolastica in quanto siamo considerati area a rischio – aggiunge la dirigente scolastica che poi spiega – inoltre il nostro istituto è destinatario di fondi strutturali europei Pon Fse – Fers grazie ai quali abbiamo realizzato e stiamo realizzando molti progetti”.
Nel 2015 ad esempio con 40mila euro sono state rinnovate le segreterie, oggi completamente digitalizzate; i plessi sono stati dotati di connessione internet veloce ma anche di laboratori informatici all’avanguardia.
Tanti inoltre i progetti a disposizione di bambini e ragazzi. “Quest’anno vogliamo creare uno spazio polivalente dedicato alla robotica educativa – spiega De Fazio – gli insegnanti faranno corsi di formazione dedicati al coding, senza contare che nella nostra scuola sono già presenti il robot Arduino e una stampante 3D”.
Una scuola che è anche un punto di riferimento sicuro per le famiglie.
“I nostri bambini possono restare a scuola gratuitamente anche fino alle 18 – spiega la dirigente – e possono partecipare a tante attività extrascolastiche: abbiamo in ogni plesso un orto da far coltivare agli alunni grazie a dei finanziamenti regionali ma è possibile anche praticare sport grazie alle collaborazioni con le associazioni del territorio. Adesso ad esempio stiamo lavorando per un camp di vela in vista della bella stagione”.
Il segreto? “Il nostro obiettivo è fare inclusione attraverso la partecipazione del territorio. Da qui ad esempio sono nate le importanti collaborazioni con l’Università Insubria, la Cattolica e Bicocca che inviano nella nostra struttura giovani tirocinanti a supporto degli insegnanti”.
C’è tanto da fare e ancor più da programmare ma a pochi giorni da Natale la dirigente scolastica ha un solo desiderio: “Vorrei la certezza di aver fornito a ogni studente una opportunità perché sono convinta che ogni persona deve avere almeno una chance”.