“Non ho mai avuto il coraggio di sedermi su una poltrona per la chemioterapia, ma oggi era il giorno di Gennaro e ce l’ho fatta”.
Ieri abbiamo raccontato la storia di Annamaria e Gennaro:
Annamaria e Gennaro: amore oltre la morte. E un dono per il Valduce
Oggi Annamaria ha consegnato il dono al reparto di Oncologia dell’ospedale di via Dante. Abbiamo sentito profondamente questa storia, in qualche modo l’abbiamo vissuta (ciascuno di noi, in redazione, ha vissuto qualcosa di simile, ma anche non fosse: basta essere umani): così, oggi pomeriggio, davanti a un caffè e illuminati dal sorriso di Annamaria ci siamo fatti raccontare di questa mattina da Annamaria. Una giornata tutta per il suo Gennaro, venuto a mancare il 15 marzo di quest’anno.
Dopo che il tumore le ha strappato l’amore “ho deciso di comprare questa poltrona speciale – racconta – una poltrona adeguata ai bisogni di chi si sottopone a cure palliative. La poltrona, acquistata grazie alla colletta organizzata dai colleghi di Gennaro (era assistente capo delle guardie nel carcere del Bassone), è stata consegnata al sesto piano dell’Ospedale Valduce questa mattina (12 giugno, 2018) alle 9.30″.
“Per l’occasione ho voluto invitare poche persone alle quali poi, insieme allo staff delle infermiere, ho offerto un piccolo rinfresco. Poche persone ma buone – dice Annamaria – infatti erano presenti i nostri due figli, Michele e Ilaria, la dottoressa Ruckstuhl, l’infermiera Betty, di cui Gennaro si fidava ciecamente, alcuni colleghi-amici del Bassone, la dottoressa Cobetto, comandante del carcere, e l’ispettore Savignano”.
Anna era in ospedale già alle 7 del mattino per sistemare le bevande e il cibo e organizzare tutto per il meglio.
“Lo devo a Gennaro. Questa – spiega commossa – è la sua giornata e ho voluto che fosse perfetta. Mia figlia Ilaria ha pianto tutta la mattina, mio figlio, invece, è rimasto tranquillo, e non significa sia stato semplice. Però sono sicura: in quel momento mio marito era lì con noi e ci guardava“.
Una vita passata al servizio della città quella di Gennaro: assistente capo delle guardie nel carcere: numerose volte era stato guardia di scorta per i criminali durante casi poi diventati centro della cronaca nera.
“Amava il suo lavoro – racconta Anna – addirittura, quando gli hanno diagnosticato la malattia si è messo a piangere perché non avrebbe più potuto fare ciò che gli riusciva meglio: il poliziotto“.
Appassionato di moto, sicuro di sé e ligio al dovere: sono questi i tratti che descrivono meglio l’uomo di cui Annamaria è innamorata. Un uomo, un poliziotto, al quale il valore è stato riconosciuto anche dopo la morte: due settimane fa infatti, durante la Festa del corpo di polizia, Annamaria ha ricevuto la medaglia con lode per Gennaro. Un premio che rimarrà appeso non solo nella cameretta della figlia, ma anche impresso nel cuore di chi lo conosceva: famiglia, amici e colleghi.
“In polizia Gennaro non ha trovato solo un lavoro – rivela Anna – ma una famiglia. Il suo collega Tony era come un fratello, mi ha aiutata nei momenti più difficili e anche quando andare avanti sembrava impossibile”.
E questa mattina, l’amore, i figli, gli amici erano lì. I grandi amori di Gennaro tutti lì, riuniti, per lui, per tutti.
Non solo per per il dolore immenso, per il cordoglio ma anche e soprattutto per vedere e inaugurare quella poltrona azzurro Napoli, azzurra come la squadra che Gennaro, napoletano purissimo, amava così tanto.