Dunque alla alla fine non era vera soltanto l’offerta da 54 milioni al Milan per Theo Hernandez. Il presidente del Como Mirwan Suwarso, intervenuto ai microfoni di Sky Sport, parlando della campagna acquisti invernale da poco volta al termine, ha confermato pure il tentativo per Marcus Rashford (poi passato dal Man United all’Aston Villa).
“Theo Hernandez e Marcus Rashford? – ha affermato – Abbiamo fatto il massimo per dare al nostro allenatore i giocatori di cui aveva bisogno per il suo tipo di calcio. Abbiamo analizzato le nostre necessità e quando è stato possibile abbiamo cercato di intervenire”.
Al di là di eventuali questioni economiche, che però per la ricchissima proprietà indonesiana del Como sono raramente un problema, l’ostacolo al momento è un altro in questo genere di trattative.
“Ci abbiamo provato, ma siamo anche consapevoli di essere un club piccolo – ha osservato Suwarso – quindi c’è gente che non ci prende ancora sul serio. Quando questi grandi nomi sentono parlare del Como, dicono: ‘No, io voglio giocare la Champions League o l’Europa‘. Questo ha senso, capiamo bene cosa possiamo fare e cosa no. Noi sogniamo”.
Poi Suwarso è tornato a parlare del gioiello Nico Paz: “È un grande calciatore, molto ambizioso. Se riusciamo a mantenerci al livello della sua ambizione, speriamo di poterlo trattenere. Ma dobbiamo essere realisti: se continua a migliorare, un ragazzo come lui merita di giocare nei palcoscenici più importanti al mondo. Da parte nostra possiamo soltanto provare a essere all’altezza, come stiamo già cercando di fare. Tutti noi vogliamo che Nico Paz resti qui, per sempre se possibile”.
Infine una battuta sul futuro dell’allenatore: “Lo stesso vale per Cesc Fabregas. L’ambizione deve essere forte, poi le cose cambiano: è la vita. Dobbiamo essere bravi a gestire i problemi che si presenteranno. Io mi sono sposato tre volte, se fosse andato tutto bene lo avrei fatto solo una volta”.
Impossibile poi non fare un cenno al progetto del nuovo stadio del Como: “Penso sia il primo passo di un passo da giganti che vogliamo fare. La differenza fra noi e gli altri proprietari è che noi non abbiamo un’idea fissa di quello che vogliamo fare, non siamo fatti così. Noi abbiamo dei suggerimenti per quello che pensiamo possa fare bene alla città e sarà poi la città a dire se questo le piaccia o meno. E noi la seguiremo, perché per noi questa è una partnership, non siamo noi che facciamo quello che vogliamo. La città deve godere di questa cosa e noi dobbiamo lavorare con la città per darglielo”.