La nuova associazione Promo Menaggio è pronta a guidare gli operatori economici del territorio ma anche a interagire con le istituzioni e il Distretto del Centro Lario per far sì che le attività possano ricominciare al meglio dopo la pandemia. Turismo, ripartenza e sfide post-Covid sono tutti temi di grande interesse per il Lago di Como: cogliamo l’occasione per parlarne con il presidente della neo-associazione lariana, Filippo Beretta – titolare dell’Hotel du Lac e del Caffè Centrale di Menaggio.
Perché avete scelto di creare una nuova associazione a Menaggio?
Da circa 30 anni avevamo in paese l’Associazione Albergatori, ma dopo la pandemia abbiamo deciso di riunire in una nuova associazione anche gli altri operatori economici menaggini, anche per fare rete sul territorio coordinando le varie attività e iniziative. A Menaggio non abbiamo mai avuto problemi di turismo prima del Covid, ora invece è necessario riunirsi per ripartire insieme.
A proposito di turismo e pandemia, il mercato di prossimità è stato importante nel 2020 e sembrerebbe una tendenza confermata per il 2021.
Purtroppo a causa del Covid abbiamo avuto una contrazione, va bene il turismo italiano del sabato e della domenica ma non è sufficiente. Purtroppo ci è mancato e manca tuttora il turista che arriva in aereo da Stati Uniti, Australia, Regno Unito, Nord Europa. Le località come Liguria, Emilia Romagna ma anche altri laghi non hanno questo problema, invece per noi rappresentano circa l’80% del turismo.
Cosa ne pensa, invece, del turismo di massa nei paesi del Lario?
Il Lago di Como si pone come un’èlite di turismo lacuale, come ospitalità si è sempre distinto per la qualità e non per la quantità. Negli anni abbiamo avuto poca massa, elevando il livello. Certamente se sono il titolare di una gelateria mi fa comodo anche il gitante del weekend, ma non se ho un ristorante stellato. Non lo voglio escludere a priori, sia chiaro, ma sul lago abbiamo un mercato più di nicchia soprattutto in Centro Lario. Ci siamo sviluppati per un turismo elitario, adeguando anche i servizi.
Anche lei privilegia il mercato oltreoceano, come da tradizione sul lago?
Io credo che facendo i conti a fine anno siano questi turisti, insieme agli inglesi, a fare i numeri. L’italiano e il turista di prossimità non si fermano una settimana sul lago, al massimo qualche giorno. Noi dobbiamo investire nei servizi per il mercato che rende, il nostro servizio d’élite è invidiato da tutti. La selezione si fa da sé sul lago, non siamo noi a rifiutare un certo tipo di turismo ma non possiamo svenderci.
Un commento
Non so come i vari partiti si stiano muovendo per le elezioni amministrative dell’anno prossimo. Non ne ho la più pallida idea. Tuttavia, sono profondamente convinto che per superare questa terribile “palude” di mediocrità che sta invadendo Como, si dovrà proporre un’offerta politica innovativa, intelligente, green e che sappia cogliere tutte le opportunità che ci offriranno i finanziamenti europei. E sul tema turismo e cultura non ci sono dubbi. Ci si dovrà necessariamente confrontare con il Sig.Beretta, con la Sig,ra Passera e con tutti quegli operatori che pensano ai prossimi anni e non alle prossime domeniche. È l’unico modo per rivedere Como tra le prime in classifica e non certo per qualche cono gelato in più.